Aspettando Sherbooks Festival 2024 dal 26 al 28 gennaio 2024: il nuovo libro di Gioele Cima e Claudio Kulesko, pubblicato da D Editore.

Metal Theory - L'esegesi del vero metallo

Il libro sarà presentato a Sherbooks Festival sabato 27 gennaio 2024 alle ore 19.00.

2 Gennaio 2024

Che Metal Theory sia una pubblicazione coraggiosa - il cui obiettivo è forse fin troppo arduo? - lo si deduce già dal sottotitolo che accompagna la nuova pubblicazione di D Editore: esegesi del vero metallo.

Come ogni metalhead ben sa, non c’è modo migliore per aprire una discussione infinita, e potenzialmente un gran bel litigio, che iniziare a discutere a proposito di ciò che è true e ciò che non lo è, ovvero ciò che è da poser

Avete presente la scena di Trainspotting in cui Begbie lancia un boccale di birra vuoto in mezzo al pub per scatenare una rissa? Ecco, nel metal il boccale di birra sono le parole vero/falso, true/poser.

Prima ancora di aprire il libro, dal sottotitolo si può intuire come il contenuto possa essere ostico.

Per capire quale obiettivo si ponga Metal Theory, e in quale corrente di pensiero si inserisca, è necessario fare ancora un passo indietro e un’ulteriore premessa, per parlare della Black Metal Theory, a cui giustamente fanno riferimento i capitoli denominati Documento 2: scavare buchi e sotterrarsi, di Irene Sottile e Documento 8: purezza, minaccia impostura di Rosalba Nodari. 

La Black Metal Theory è una corrente di pensiero critico iniziata ad emergere intorno al 2009 con una serie di scritti e dibattiti online, che esplora tematiche filosofiche, estetiche e culturali per mezzo del (o con il, direbbero gli autori) black metal. 

Pur non essendoci una data di nascita ufficiale per questo campo di studi, possiamo fare riferimento al 12 dicembre 2009, quando a Brooklyn si svolse il primo simposio sulla Black Metal Theory, da cui è scaturito Hideous Gnosis: Black Metal Theory Symposium 1, una raccolta di saggi scritti da vari autori presenti durante tale discussione, tra i quali il filosofo Nicola Masciandaro, l’autore Eugene Thacker, il filosofo Reza Negarestani, e la musicista e compositrice Haela Hunt-Hendrix, mente dei Liturgy.

La Black Metal Theory è quindi un approccio interdisciplinare che cerca di analizzare e interpretare il genere musicale black metal in modo più ampio, coinvolgendo teorie filosofiche, culturali e letterarie

Per approfondire le origini di tale campo di studi, si rimanda all’articolo scritto proprio da uno dei curatori, assieme a Gioele Cima, di Metal Theory - Esegesi del vero metallo, ovvero Claudio Kulesko, reperibile sul sito di Nero Editions.

Fatte queste premesse e posto questo punto di partenza, cosa ci possiamo aspettare quindi non già da una Black Metal Theory, ma da una più generica Metal Theory

Il libro si inserisce pienamente nel dibattito nato ormai più di un decennio fa attorno al metal e alle radici e alle implicazioni culturali e filosofiche del genere, e si pone apparentemente il più arduo degli obiettivi: dare ritrovo tra le proprie pagine ad una vasta gamma di approcci teorici, di interpretazioni critiche del genere, che esplorano il metal nella sua totalità, e non solamente il black, da un punto di vista filosofico, culturale, sociologico ed etnografico

Attraverso gli scritti di svariati autori (oltre ai contributi dei curatori Cima e Kulesko, se ne contano altri nove), l’opera vuole comprendere ed interpretare il significato della musica metal ma non solo questo

Metal Theory vuole condurre il lettore all’interno dei suoi molteplici sottogeneri mediante altrettanto molteplici approcci. Non solo quindi mediante un contributo teorico, ma anche attraverso un pizzico di fiction, come in Documento 1: anatomopatologia de profundis di Mortdecay West; vuole affrontare tematiche come la mascolinità e il patriarcato attraverso le canzoni dei Korn (Documento 4: Jonathan Davis e la maschilità β di Lorenzo Marsili e Giulia Scordino); vuole analizzare generi come il drone e il goregrind (Documento 5: l’identico e il negativo di Paolo Berti e Documento 9: goregrind di Milena Quaglini) e band, come Neurosis e Black Sabbath (Documento 6: eppure tutto sembra senza fine di Gioele Cima e Documento 7: XIII di Nicola Zolin e Davide Tolfo).

Sono quindi piuttosto variegati i contributi che compongono questa raccolta.

Al contempo, Metal Theory ha un carattere ambivalente: se i contributi dei Documenti 5 e 6 sono di carattere abbastanza divulgativo da poter essere facilmente compresi dal lettore occasionale privo di particolari conoscenze teoriche, altri, come l'introduzione, e i Documenti 2 e 3 possono risultare ostici a chi non abbia un bagaglio di conoscenze che comprenda lavori quali Capitalismo e Schizofrenia di Deleuze e Guattari o The Weird and the Eerie di Fisher.  Il sottoscritto, per esempio, più di una volta si è ritrovato nei panni di Nanni Moretti nel noto Io sono un autarchico («Forse ho sbagliato ideologia»).

Le sezioni più interessanti di Metal Theory per chi scrive sono i capitoli dedicati al black metal, ovvero i già citati documenti 2 e 8 di Irene Sottile e Rosalba Nodari.

Nodari affronta il concetto di purezza nel black metal e la difficoltà dell’accademico nello studio di una scena: nella meccanica quantistica, lo strumento ed il processo di misura non sono inscindibili dall'oggetto misurato, ma anzi perturbano e potenzialmente distruggono il fenomeno osservato. Allo stesso modo, il rischio di prendere in esame una scena è quella di alterarla, da cui l'estrema riluttanza da parte della scena black metal nei confronti dell’ingerenza di uno sguardo accademico.

Sottile affronta un’interpretazione del black metal come «linee di fuga dal realismo capitalista, dalla mercificazione del desiderio e dalla retorica del godimento [...] Linee di fuga intese in senso deleuziano: non come battuta in ritirata, ma piuttosto nel senso che la fuga acquista in musica, che dal contrappunto si muove verso le sue possibilità espressive, disegnando ‘strategie di resistenza’ [...] Liberare l'azione passando attraverso l'oscuramento: proprio perché della luminosità si è ormai appropriato l'apparato di Stato».

Proprio sul brano citato e sul concetto di purezza si basa l’unico appunto che mi sentirei di muovere alle autrici: si può parlare di black metal senza parlare della reputazione (di certo non immeritata) che il genere si è guadagnato nel corso dei decenni, ovvero quello di essere pervaso sin dalle sue origini da un’ideologia di estrema destra se non apertamente nazista

Per farla semplice: si può parlare dei Darkthrone senza parlare della nota riportata in Transilvanian Hunger: «Norsk Arisk Black Metal» (black metal ariano norvegese)? 

Si può parlare di Varg Vikernes in relazione al concetto di purezza senza parlare di chi fosse Burzum? 

Certo, stiamo parlando di avvenimenti di trent’anni fa, ma è anche vero che, almeno fino alla pandemia e alla guerra in Ucraina, il festival NSBM (national socialist black metal) Asgardsrei si teneva tutti gli anni a partire dal 2012 prima a Mosca e poi a Kiev.

Alla luce del recente dibattito, nato all’interno della scena black metal internazionale, sarebbe stato interessante affrontare come alcune tendenze del black metal possano essere piuttosto messe in relazione al socialismo, all’anticapitalismo e all’antifascismo, dibattito che ha avuto sbocco nel libro di recente pubblicazione Tonight it’s a world we bury - Black Metal, Red Politics di Bill Peel, pubblicato dalla casa editrice inglese Repeater ma ancora inedito in Italia - se qualche editore fosse in ascolto: a buon intenditor… - e nel numero sempre maggiore di band apertamente antinaziste o RABM (red and anarchist black metal), quali Ragana, Liturgy, Wulfaz e Dawn Ray’d (ospitati anche sulle nostre pagine negli ultimi mesi).

Ma che dire a proposito di possibili punti di discussione non toccati nella presente raccolta? Se a seguito del primo simposio e della pubblicazione di Hideous Gnosis si è venuta a creare una nicchia di studiosi e appassionati di black metal theory che ha pubblicato successivamente numerosi altri contributi e una rivista online dal nome Helvete: a journal of black metal theory, la speranza è che questo Metal Theory non sia solamente un punto di arrivo e che la discussione non si fermi qui, ma che questo libro oggi possa essere il centro di nucleazione a partire dal quale possa svilupparsi un’ampia  discussione attorno al metal, simile a quella nata a partire da Hideous Gnosis

 
 

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