Aspettando Sherbooks Festival 2024 dal 26 al 28 gennaio 2024: il nuovo libro di Veronica Raimo - Einaudi

La vita è breve, eccetera

Il libro sarà presentato a Sherbooks Festival venerdì 26 gennaio 2024 alle 20.30.

12 Gennaio 2024

Quando trattiamo di narrativa italiana non si può che adocchiare ai seguitissimi grandi premi, tra i quali, senza troppi preamboli, spicca il premio Strega. Era il 2022 quando Veronica Raimo con Niente di vero vinceva il premio giovani oltre ad essere tra i finalisti del più rinomato. Quell’edizione venne vinta però dal collega di casa editrice, Einaudi, Mario Desiati, con il suo Spatriati.

Un libro non si giudica dalla copertina, verissimo, eppure influenza tantissimo il potenziale acquirente indeciso. Questa volta, la doppietta di Einaudi, dopo una sbarazzina-quanto simpatica ragazza con gli occhi strizzati in Niente di Vero, propone una fotografia bizzarra:

Due persone, un uomo ed una donna, nude su sfondo sfocato, in primo piano invece una ragazza sdraiata pancia in giù. Siamo dinanzi all’arte di Mona Kuhn, la cui foto, dalla serie Evidence, è denominata Natalìe, sottotitolo “girl laying on sunchair looking with one eye”, scelta azzeccata, probabilmente sì, ma lo si capirà a fine libro. Peccato che se si vuol cercare in libro in rete, compaia il disclaimer “Questa immagine potrebbe includere contenuti espliciti”, c’è da dirlo, siamo nell’era delle censure senza criterio.

Venendo al dunque. La vita è breve, eccetera potrebbe sembrare di primo acchito un romanzo, ed anche io sono stata presa in inganno. Ma non è una cosa negativa. Anzi.

Spesso in una vita caotica, tra bus, treni, viaggi, valigie, città e città, più che di un kindle avremmo proprio bisogno di un libro di racconti, pronto ad essere letto di capitolo in capitolo, anche senza per forza rabbuiarsi se non si ricorda troppo bene cosa è successo qualche pagina fa, nell’ambito del tempo di vita, qualche giorno prima. Questo è sicuramente un lato positivo, si può passare di storia in storia, magari saltarne una e ritornarci dopo, facendosi affascinare dal titolo, come dinanzi ad un libro di fiabe.

Oppure, per i fan delle storie con un inizio ed una fine, si può provare a trovare i punti di ritrovo, il cosiddetto fil rouge, tra le varie protagoniste.

Femminile non a caso, dato che, tali storie appartengono sempre e solamente a donne. Donne che si relazionano con uomini sì, ma anche con altre donne, magari in contrapposizione.

Donne dai destini più disparati, giovani o meno giovani, con routine curiose o sprazzi di vita ora ilari, ora tristi. Tanti sono gli immaginari, le relazioni emotive o solamente sessuali. La concatenazione poi è resa ancora più vivida dall’utilizzo della prima persona singolare, che – almeno per me – fa pensare a storie di vita vissuta anche dalla medesima scrittrice, un po’ rimescolata con la tecnica dell’autofiction.

Dalla ragazzetta che si ritrova in una famiglia bizzarra in un’America che vive – lì lì – l’attacco alle Torri Gemelle, alla scrittrice poco ispirata che per far ripartire il brio si rende badante servizievole di una vicina invadente, al terremoto che scompiglia una città nel bel mezzo di una relazione adulterina, alla riscoperta della Puglia e alla riqualificazione frutto della gentrificazione di Trulli in disuso, al musicista narcisista intervistato dalla giornalista fresca di testata, alla ragazza viaggiatrice che fa vivere al proprio padre l’emozione del viaggio e della fotografia in un rapporto strano composto da discorsi quasi sempre inframmezzati dall’ascolto di dischi, al racconto – forse il più lungo – in cui una giovanissima ballerina viene “aggiogata” (o è il contrario?) dal maestro, presto padre. Ad una nuova casa-nuova vita, peccato per un cetriolo infilato in un preservativo messo sullo zerbino all’ingresso quale ‘dono’ di benvenuto.

Undici racconti, alcuni rimodulati e riaggiornati rispetto a storie già scritte, intitolati con maestria dalla Raimo, resi appetibili da soli, ma ben intrecciati assieme, con un po’ di citazionismo inglese, riferimenti a scrittori e cantanti, dialettismi in romanesco, in 158 pagine di graffi e sorrisi, cadute e rapide risalite, come solo una scrittrice matura, riesce a fare accadere.

Ma basta con gli spoiler dato che a Sherbooks Festival, ci sarà il modo per approfondire…

 
 

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