I Dawn Ray’d con To Know The Light ci parlano anche di un black metal antifascista

La recensione del nuovo disco della band inglese

6 Aprile 2023

«Fuck the police, tear down the prisons, fuck the state, disrupt its mechanism. Rupture its fabric, action now!»

Non sono queste probabilmente le parole che ci aspetteremmo di ascoltare all’inizio di un disco black metal. Fin dai disturbanti e sanguinari albori del genere, in quell'inner circle norvegese di fine anni ‘80 - inizi ‘90, che ha attraversato chiese date alle fiamme, suicidi ed omicidi, quello che è ancora oggi uno dei sottogeneri più estremi del metal si è spesso accompagnato a posizioni provocatorie e ambigue, a simpatie verso l’estrema destra se non ad aperte adesioni al nazismo

Non servirà qui ripercorrere troppo le “gesta” del ben noto Varg Vikernes, in arte Burzum, suprematista bianco, omicida ed apertamente nazista, tanto da aver assunto, per un certo periodo di tempo, lo pseudonimo di Varg Quisiling, a scimmiottare il collaboratore che resse lo stato fantoccio norvegese durante l’occupazione nazista nella Seconda Guerra Mondiale. Si passi poi a Bård “Faust” Eithun, batterista degli Emperor nei primi anni ‘90, incarcerato sino al 2001 per l’omicidio di una persona omosessuale.

E qua il lettore non potrà che comprenderne il dilemma etico e simpatizzare con il povero appassionato di musica estrema, messo di fronte ad un genere le cui coordinate stilistiche sono state elaborate anche (ma non solo, per onestà intellettuale) da personaggi di questo tipo.

Insomma, sulla base di queste premesse, imbattersi in una band black metal che si dichiari anarchica ed antifascista e che nelle sue canzoni parli di lotta di classe e rivoluzione può suscitare una certa curiosità ed un sicuro interesse. 

Stiamo parlando dei Dawn Ray’d, da Liverpool, e del loro nuovo disco, To Know The Light, pubblicato per Prosthetic Records il 24 Marzo 2023. 

La band nasce nel 2015, prendendo nome dalla poesia Santa Agueda, della scrittrice anarchica Voltairine de Cleyre (1866-1912), a proposito dell’assassinio del Primo Ministro spagnolo Antonio Cánovas del Castillo ad opera dell’anarchico italiano Michele Angiolillo, nel 1897. To Know The Light è il terzo disco per il gruppo inglese, séguito di Behold Sedition Plainsong (2019) e The Unlawful Assembly (2017).

La citazione riportata ad inizio articolo è tratta dalla traccia d'apertura dell’album, The Battle Of Sudden Flame, che termina poi con un refrain privo di compromessi, a stabilire, senza troppi giri di parole, quale sarà il tema portante dell'intero disco:

«Fuck every copper that ever took a wage, every blue bastard with his baton raised, a beast that even his master hates, only a coward fights for the state»

Dal punto di vista musicale, la canzone, come la successiva Ancient Light, è un connubio di sonorità black e atmosfere folk, in cui la chitarra di Fabian Devlin, lo screaming e il growl di Simon Barr ed i blast beat di Matthew Broadley ben si alternano a sezioni arpeggiate, nelle quali risalta il violino del cantante stesso. È interessante notare tuttavia come questo strumento non si limiti ad inserirsi nelle sezioni acustiche, ma spesso abbia un ruolo protagonista anche nelle parti più prettamente black (si veda la già citata Ancient Light) a definire un preciso carattere, un trademark della band, potremmo dire.

Un secondo aspetto ricorrente nel disco è la presenza, a fianco di canzoni che per sonorità si inseriscono appieno nella tradizione black metal/folk, di altre che potremmo definire quasi protest songs, come Requital o Freedom In Retrograde. Quasi interamente rette da cori di sole voci, a tratti da chitarre acustiche, questi brani ricordano un po’ quelle vecchie canzoni di protesta di una volta, che per l’orecchiabilità della melodia potevano essere intonate in coro da chiunque.

Se c’è un aspetto che un certo anarchismo e il black metal possono avere in comune è una decisa impronta nichilista, di disprezzo verso la morale e l’insieme di valori comuni, assieme alla convinzione che il Mondo e l’esistenza siano privi di senso, senza scopo, e che quindi regole e morali, la vita o la morte, non abbiano alcun significato. Tant'è vero che un episodio dei più noti dell'epopea del black metal norvegese delle origini riguarda il suicidio di Per Yngve "Dead" Ohlin, dei Mayhem, e del fatto che il suo compagno di band, Euronymous, abbia utilizzato una fotografia da lui scattata del corpo esanime come artwork del disco Dawn Of The Black Hearts.

Leggendo i testi delle canzoni che compongono questo To Know The Light sembra che i Dawn Ray’d si allontanino anche da questo topos del black metal tradizionale, fornendo messaggi di resistenza e persino di ottimismo. Non c’è solo la componente distruttiva, che avevamo visto in apertura; c’è, ancor di più, uno slancio al futuro, la ricerca del sostegno di una comunità, persino l'amore. Il rifiuto di arrendersi ad un mondo sempre più nero. Così in Freedom In Retrograde cantano: 

«Though I have this creeping feeling that the dark is closing in, I still will fight for freedom for every living thing. If you still sing, then I’ll still sing»

O ancora, in Go As Free Companions, che chiude il disco:

«The sun still shines and it would be a waste to not only lose tomorrow but also lose today»

Sono insomma numerose le eccezionalità che emergono dall’ascolto di questo ultimo disco dei Dawn Ray'd, che vanno dal messaggio politico alla musica. Rimettendo i panni dell'appassionato di cui sopra, non possiamo che salutare con piacere l'emergere di un numero sempre maggiore di band estreme dichiaratamente antifasciste, con la speranza che questa tendenza si allarghi e, come avvenuto in passato per altre sottoculture, quali Oi! e punk, possa portare alla formazione di comunità coese che si oppongano alle infiltrazioni dell'estrema destra nella scena.

 
 

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