Puta - Zahara

L'album catartico di Zahara

16 Giugno 2022

María Zahara Gordillo, conosciuta artisticamente come Zahara, è uno dei nomi di punta della scena indie spagnola dal 2009, accanto ad artiste come Annie B Sweet, Russian Red e Christina Rosenvinge. La cantautrice 38enne ha iniziato a suonare in piccoli bar all'età di 17 anni, dove bastavano chitarra, voce e sognare una vita sul palco. I temi della sua musica si sono evoluti dalla prima giovinezza all'età adulta; dalle storie d'amore e di cuori spezzati al concetto di religione come sacra e corrotta allo stesso tempo.

Con ormai 5 album alle spalle, diversi EP e numerose collaborazioni, un anno fa ha pubblicato il progetto che ha segnato un prima e un dopo nella sua carriera: Puta (2021). È anche il quarto album prodotto dalla sua etichetta discografica, G.O.Z.Z., che ha fondato nel 2015, dopo aver sopportato per anni il fatto che la sua voce di artista non fosse ascoltata dalle grandi compagnie. Recentemente ha vinto sei premi MIN (premio dedicato alle etichette discografiche indipendenti), tra cui quello per il Miglior album dell'anno.

Puta è un titolo diretto e schietto, con un'intenzione chiara, un insulto che è diventato un grido di battaglia per la musicista. Zahara, con questo album, mette in chiaro che non è più disposta a rimanere in silenzio, decidendo dunque di aprirsi, nel senso più brutale del termine.

Un album di assoluta maturità, il cui confronto con abusi, traumi, problemi di salute mentale e ossessioni sono i temi attorno ai quali ruotano le 11 canzoni che lo compongono. In modo autobiografico, Zahara trascina l'ascoltatore nel suo subconscio, facendo sembrare ogni testo un diario privato e personale che finalmente vede la luce.

Il suono di questo nuovo progetto è senza dubbio una boccata d'aria fresca: lasciando da parte la musicalità classica e melodica, basata su chitarre acustiche e tastiere,  la spagnola introduce una strumentazione a tratti elettro pop e dance. Uno stile vocale quasi declamatorio e poetico in ogni momento, che dà tutta l'importanza all'onestà del messaggio che l'artista vuole trasmettere.

Il primo singolo, Merichane, racchiude tutto questo. A scuola, quando aveva appena 12 anni, i compagni la soprannominarono per l’appunto “Merichane”, come il nome di una prostituta del suo villaggio. L’artista racconta di essere stata abusata sessualmente da bambina e di essersi ritrovata, anni dopo, in relazioni tossiche, sempre accompagnate da un senso di colpa e di vergogna che solo ora, finalmente, è riuscita a lasciarsi alle spalle.

L’album si pone come un racconto di realtà universali per tutte le donne, dall'insicurezza che si prova a tornare a casa la sera, ai disturbi alimentari, fino ai tabù sulla sessualità, assumendo in un modo o nell'altro il ruolo di puttana o di vergine agli occhi degli altri. Questa canzone è diventata una vera e propria rivendicazione nella società spagnola, trasformando la frase del ritornello, #YoEstabaAhí (Io ero lì), conosciuta a livello internazionale come #MeToo, con la quale innumerevoli donne hanno deciso di condividere le loro esperienze più dure sui social network. Un vero e proprio grido strozzato di tutte le donne che si sono trovate nella medesima situazione.

«Yo estaba ahí, delante de mi portal, mientras un extraño abusaba de mi cuerpo helado. Yo estaba ahí, con las llaves en la mano, acelerando el paso, fingiendo que hablaba con mi hermano. Yo estaba ahí, dejándome hacer con tal de que acabase de una vez» 

«Ero lì, davanti alla porta di casa, mentre un estraneo abusava del mio corpo congelato. Ero lì, con le chiavi in mano, accelerando il passo, fingendo di parlare con mio fratello. Ero lì, lasciandomi fare, purché fosse tutto finito».

Con Canción de muerte y salvación l'introspezione raggiunge il punto più alto e drammatico, girando addirittura intorno alla morte. Pianoforte e sintetizzatori si affiancano a testi che non danno tregua e creano un senso di sopraffazione nell'ascoltatore, riflettendo il bisogno di fuggire dai propri pensieri.  TAYLOR è un omaggio diretto alla superstar Taylor Swift, rafforzato dalla visione del suo documentario Miss Americana (Lana Wilson, 2020), in cui la Swift si confida sul costante controllo che ha subito nel corso della sua carriera, in cui ogni sua decisione è stata messa in discussione, come nessun altro artista della sua generazione, e sulle conseguenze di questa esposizione globale sulla sua salute mentale. Zahara si è immedesimata in lei nel bisogno di affetto degli altri e nella paura di deludere il proprio pubblico. 

«Ya me lo dijo Taylor, somos yonkis del cariño ajeno. Necesitamos el aplauso del extraño, hemos dejado nuestra paz en sus manos». «Taylor mi ha detto che siamo dipendenti dall'affetto degli altri. Abbiamo bisogno dell'applauso degli estranei, abbiamo lasciato la nostra pace nelle loro mani».

D'altra parte, SANSA, in riferimento al personaggio di Sansa Stark della serie Game of Thrones, continua il carattere catartico dell'album, descrivendo nel dettaglio una relazione di abuso psicologico. «De todos los hombres que me han maltratado, tú que no me has rozado, has sido el que más me ha destrozado». / «Di tutti gli uomini che mi hanno maltrattato, tu, che non mi hai toccato, sei stato quello che mi ha distrutto di più». Zahara cerca di ribaltare il concetto secondo cui le vittime diventano più forti a causa della violenza subita. Ciò che li rende più forti è allontanarsi dai loro aggressori. “Non ringrazierò mai chi mi ha abusato, maltrattato, preso in giro o fatto sentire inutile. Non sono forte per quello che mi è successo, sono forte nonostante tutto”. In entrambi i brani la voce funziona come un altro strumento, ricco di riverbero e di eco, acquisendo un carattere quasi celestiale e prezioso nel suo trattamento, che ti cattura fin dal primo secondo.

Berlin U5 e un momento di tregua e relax, una canzone ballabile ed edonistica sulla fine del mondo in Berlin. Anche se vuole solo piangere, Zahara vuole essere portata a ballare. Il suono pop e meno aggressivo lo ritroviamo in Médula, che ricorda uno dei suoi vecchi progetti, Santa (2015). Come tocco finale troviamo Dolores, in cui rende omaggio alle donne della sua vita; uno sguardo più ottimista per concludere un album che porta tutte le emozioni in superficie, che ti interroga e ti fa sentire visto e compreso. Ricca di strati ed effetti sonori, fa risplendere la sua voce e la porta fuori da un mondo di tenebre e sensi di colpa.

Puta è molto più di un album, è la storia di centinaia di donne, ora con una voce propria. Una narrazione personale di estrema vulnerabilità con transizioni impeccabili e testi sanguinanti che ricordano la sincerità di artiste come Fiona Apple, insieme a una brillante produzione musicale elettronica di Martí Perarnau, che si connette individualmente con ogni ascoltatore. È definito dalla stessa Zahara come "la mia storia raccontata dalle ferite che si incancreniscono e dalla carne aperta".

L'artista ha recentemente annunciato la pubblicazione di un album per il 23 settembre prossimo. Intitolato Reputa, conterrà collaborazioni con alcuni degli artisti più rilevanti della scena musicale alternativa spagnola, (Rodrigo Cuevas, Shego, Maria José Llergo e Alizzz tra i tanti). Un mix di elettronica, pop, rock, una band municipale e persino reggaeton.

 
 

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