Live Report: Phoebe Bridgers e Clairo al Carroponte (Milano)

Due nuove stelle della musica indie ci regalano uno spettacolo unico in una sola serata

12 Luglio 2022

Un'occasione unica per i fan dell'indie si è svolta il 5 luglio sul palco del Carroponte di Milano. Le cantautrici Phoebe Bridgers e Clairo sono state le protagoniste della serata. Le musiciste sono da anni due dei nomi più importanti dell'attuale scena indie anglosassone, con progetti apprezzati dalla critica e dal pubblico (C. ha ricevuto il premio NME come miglior nuovo artista nel 2020 e P.B. è stata nominata per quattro Grammy nell'edizione del 2021, tra cui quello per il Miglior Album di Musica Alternativa per il suo album Punisher (2020)). I due hanno collaborato l'anno scorso a Solar Power (2021) della neozelandese Lorde, dove hanno fornito armonie celestiali in canzoni come Stoned At The Nail Salon. Stiamo parlando di due artiste note per il loro talento compositivo e la capacità di entrare in contatto con il pubblico, la cui unione non poteva che sfociare in una serata magica e irripetibile.

È stata Clairo a dare il via alla serata alle 21:00 in punto. Indossando una maglietta con la scritta «Italia», è salita sul palco accompagnata da una band impressionante (più di 4 chitarre, tastiere, sassofoni, batteria, pianoforte e due vocalist). Ha iniziato deliziandoci con alcune canzoni tratte dal suo album più recente, Sling (2021), dove i riferimenti al jazz classico e al folk degli anni '70 sono evidenti sia nella strumentazione che nel trattamento vocale. I sognanti Bambi e Zinnias ci trasportano in un mondo dall'aria elegante, creando un'atmosfera più che adatta a una notte d'estate. La batteria viene gradualmente incorporata insieme a chitarre elettriche distorte, sassofoni e flauti, e molti strati vocali, portando a notevoli intermezzi strumentali. Una maggiore presenza del pianoforte si nota in ballate come Wade e Harbor, in cui la giovane riflette sul fatto che non c'è un posto in cui possiamo fuggire quando sentiamo di non appartenere a nessun luogo, ma trova una bellezza agrodolce dato che da soli siamo il nostro unico rifugio.

Il pubblico, catturato da tanta sensibilità e pura emozione, inizia a "ruggire" quando l'artista introduce le canzoni del suo primo album, Immunity (2019), che presenta un ritmo molto più dinamico, con basi elettroniche, e ritornelli che non si dimenticano dopo un solo ascolto. Con grande sorpresa di tutti i presenti, verso la fine di uno dei suoi singoli più importanti, Bags, Phoebe Bridgers è apparsa improvvisamente sul palco, pronta a cantare insieme all'artista per le ultime strofe. Le urla sentite in quel momento non possono essere descritte a parole. Ha proseguito il bellissimo strumentale Joanie, dedicato alla sua cagnolina e che ha segnato l'inizio della produzione dell'album. Insieme all'intima Blouse, entrambi ispirati ad uno dei suoi più grandi riferimenti, la leggendaria Joni Mitchell.

Il concerto si è concluso con canzoni molto apprezzate dal pubblico e alcuni dei suoi più grandi successi, come Softly e l'energica Sofia. Clairo si conferma così un'artista versatile e con un importante percorso musicale, nonostante la sua giovane età, appena 23 anni, che riesce a dare voce alle giovani generazioni e a chi l'ha preceduta, attraverso testi che sfidano tutti i suoi ascoltatori e una proposta musicale davvero varia. Piena di entusiasmo e dichiarandosi una fan assoluta, ha presentato P.B, che si sarebbe esibita tra 45 minuti.

Clairo (Carroponte, Milano)

© Alice Blandini

Dopo i primi colpi di batteria di Down With Sickness dei Disturbed, Phoebe Bridgers e la sua band salgono sul palco e intrecciano molto abilmente questo brano con uno dei primi singoli dell'artista, Motion Sickness, che, nonostante il suo dinamismo nasconde nel suo testo un'esperienza traumatica vissuta dall'artista attraverso una relazione amorosa con un uomo più grande di lei, che la manipolava e maltrattava psicologicamente. Nonostante questo, il pubblico entusiasta si gode così uno dei pochi momenti dove si può ballare, poiché il repertorio della Bridgers è caratterizzato da pura emozione, ironia e crudezza nei testi, dove parla apertamente di depressione, abusi e momenti chiave della sua vita. Tutti i presenti sono desiderosi d'immergersi nel suo mondo particolare con un'aura spettrale dove fantasmi e scheletri sono i protagonisti.

La musicista presenta il suo ultimo progetto, l'intimo e acclamato Punisher (2020), pubblicato nel bel mezzo della pandemia che l'ha resa una star da un giorno all'altro. Attraverso performance dal vivo sui social network e video promozionali in un'epoca in cui suonare dal vivo era impensabile, l'artista è riuscita a conquistare il suo pubblico e a creare una delle fanbase più potenti del momento, chiamata Pharbz. Due anni dopo, è finalmente in grado di portare il suo capolavoro sul palcoscenico, conquistando il pubblico e facendo il tutto esaurito nei locali e festival di tutto il mondo. Seguono canzoni come Garden Song, con frasi iconiche come «Someday, I'm gonna live in your house up on the hill, and when your skinhead neighbor goes missing I'll plant a garden in the yard, then», e l'ironica Kyoto, in cui racconta il suo tumultuoso rapporto con il padre. Prima di suonarla, decide di chiedere al pubblico quanti padri sono presenti e, ridendo, dedica loro la canzone. 

Tra violini e chitarre in sottofondo, ci riporta all'universo folk del suo primo album, Stranger in the Alps (2017) con uno dei brani più apprezzati dai fan, Smoke Signals. L'artista scende del palco per lasciare che una delle strofe venga cantata da una fan fortunata, che riesce a cantare nonostante la emozione. Chiede poi al pubblico quale canzone vuole che suoni, e la prescelta è Georgia, una delle prime canzoni scritte dall'artista nella sua adolescenza. Ispirata a uno dei suoi idoli, Elliott Smith, è stato senza dubbio uno dei momenti più notevoli della serata, in cui il pubblico è rimasto assolutamente in silenzio, rapito dall'emozione mostrata dall'artista e dalla sua abilità vocale.


Phoebe Bridgers (Milano)

© Alice Blandini

P.B. è sempre stata coinvolta nell'attivismo politico, così prima di eseguire la canzone Chinese Satellite si è presa qualche minuto per riflettere sulla situazione del suo Paese, gli Stati Uniti, e sull'abrogazione del diritto all'aborto. Lei stessa ha confessato sul suo account Twitter di aver abortito l'anno scorso durante il suo tour, e vuole che tutti abbiano pari accesso a questo diritto.

«È orribile essere degli Stati Uniti in questo momento perché facciamo parte di un sistema completamente disfunzionale e corrotto. Sono stanca di sentirmi dire che dobbiamo votare e poi vedere che non cambia nulla. Ciò che la Corte Suprema ha fatto qualche settimana fa sembra assolutamente illegale. Voi non avete alcuna responsabilità, ma se potete, vi incoraggiamo a donare qualche dollaro a organizzazioni pro-choice come Planned Parenthood».

Il tocco finale della serata è stato dato da Sidelines, il nuovo singolo composto per la serie TV Parlarne tra amici, tratto dall'omonimo romanzo della popolare scrittrice irlandese Sally Rooney, e dalla spettacolare I Know The End, che con il suo outro in crescendo ha fatto passare tutti i presenti dalle lacrime alle urla pure, insomma all'estasi totale. Clairo e la sua band sono saliti sul palco per celebrare questo momento finale.

La serata ha superato le aspettative di tutti i presenti, che hanno cantato fino alla fine ogni singolo testo di entrambe artiste (e non sono affatto facili da memorizzare). È stata senza dubbio un'occasione unica per assistere al talento di due giovani cantautrici che stanno guidando la scena indie e di cui non smetteremo di sentir parlare nei prossimi anni.

Clairo e Phoebe Bridgers

© Per gentile concessione di @goldwings su Twitter

 
 
loading... loading...