LUCE SPAZIO E COLORE, EDMONDO BACCI

Luce, spazio e colore, la collezione Edmondo Bacci

14 Aprile 2023

«I suoi quadri scoppiano di luce, di energia e colore. Ogni nuova opera è più vitale della precedente. Le sento così esplosive che mettono in pericolo la sicurezza del mio palazzo» 

Con queste parole Peggy Guggenheim descrive l’Opera di Edmondo Bacci (1913-1978), uno degli artisti della Laguna notati e accolti dalla collezionista statunitense all’interno della sua casa-museo a Venezia.

Già celebre in vita, Edmondo Bacci è tornato questo mese a casa, tra le pareti della Collezione Peggy Guggenheim, con una nuova mostra visitabile fino al 18 settembre 2023: Edmondo Bacci. L'energia della luce. Questa nuova apertura, a cura di Chiara Bertola, racconta il nuovo dipingere di Bacci degli anni cinquanta, con più di ottanta opere, molte delle quali mai viste prima.

Edmondo Bacci

Alba #1 (Avvenimento #14), 1954

Tempera grassa su tela

Il percorso espositivo della mostra si apre con un gruppo di opere intitolateFabbriche e Cantieri. I primi lavori, realizzati a seguito della caduta del regime fascista, hanno un evidente risvolto sociale: Bacci rinuncia al colore e con sola tempera grassa e carboncino ricerca una nuova luce, capace di controbilanciare le “recenti tenebre”. Una forza vitale viene trovata dall’artista nel fuoco degli altiforni e delle fornaci dell’area industriale del Porto di Marghera, luoghi protagonisti del primo ciclo di lavori esposti nella mostra.

Edmondo Bacci

Immagine di fabbrica, 1951

Olio su tela

Questi primi lavori sono stati influenzati dai contatti di Bacci con alcuni esponenti del movimento Fronte Nuovo delle Arti (1946-1950), tra cui  Armando Pizzinato e Emilio Vedova. Questo gruppo d’avanguardia, attivo a Venezia, Roma e Milano, nel dopoguerra aveva coinvolto numerosi artisti sotto il comune scopo di promuovere un cambiamento immediato nella cultura italiana dopo l’esperienza nera, missione condivisa dall’artista veneziano che, con le sue opere, esprime la necessità di creare immagini che diano un nuovo respiro alla realtà.

Nel 1952-1953 la pittura di Bacci subisce un importante mutamento strutturale aprendosi nuovamente, con il nucleo di Albe e Avvenimenti, al colore capace di muoversi sulla tela come se fosse “materia-energia”. L’uso nuovo e intenso che Bacci fa del colore colpirono Peggy Guggenheim a tal punto da farlo rientrare tra i pochi nomi italiani, assieme ai soli Tancredi e Parmeggiani,  da lei attivamente sostenuti.

«Non c'è nulla di superfluo, ma, come in ogni opera fortemente estetica, è semplice, teso, vivo. Per lui il colore è un conflitto di potere e la sua materia vive della sua tensione, è sensibile e luminosa».

La mostra continua con le sperimentazioni degli anni Sessanta e Settanta. I lavori esposti, molti dei quali provenienti da collezioni private o dall’Archivio dello stesso Bacci, mostrano un nuovo spirito dell’artista, che esplora territori apparentemente lontani, anche affini a quelli dell’Arte cinetica e programmata che si andava a diffondere in Italia nello stesso periodo. Il dualismo figurativo-astratto è stato sepolto, le ricerche artistiche hanno bisogno di novità e freschezza, di coraggio inedito. Le opere di Bacci di questo periodo, riconoscibili nonostante l’evidente ricerca di stimoli “altri”, usano tecniche e materiali singolari: palline da ping pong, stoffe, legno, acciaio, elementi extra pittorici e di vita quotidiana sfruttati per creare insolite soluzioni spaziali. L’indagine di Bacci su Colore, Luce e Spazio è al cuore della sua produzione artistica, firma che si trascina anche negli inediti disegni e carte bruciate delle ultime sale della mostra. Prima dell’uscita c’è però un ultimo colpo di scena, probabilmente studiato dalla curatrice della mostra Chiara Bertola.

L’ultima opera esposta, a conclusione della prima panoramica completa sull'alfabeto artistico di Bacci e della stessa mostra Edmondo Bacci. L'energia della luce, non è un Bacci, bensì un Tiepolo. Questa scelta, oltre a rallegrare la visita con un simpatico shock, probabilmente vuole rimarcare come l’arte contemporanea dell'artista veneziano nulla sarebbe senza le lezioni dei grandi artisti del passato come Giambattista Tiepolo, Bellini e Giorgione, che hanno segnato la storia dell’arte attraverso il loro modo di trattare lo spazio e la spazialità, concetti tanto amati da Edmondo.

 
 

Informazioni sulla mostra:

sito web

 
 
loading... loading...