Nessuno è invitato a interferire! Viaggio nell'Archivio Alberto Biasi

La struttura è situata in via Sorio a Padova: l'abbiamo visitata!

4 Aprile 2023

A Light exists in Spring

Not present on the Year

At any other period —

When March is scarcely here

 

A Color stands abroad

On Solitary Fields

That Science cannot overtake

But Human Nature feels [...]

A Light exists in Spring, Emily Dickinson

La più dolce delle stagioni ha ospitato nel suo ultimo weekend la 31ª edizione delle Giornate FAI di Primavera. Il FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano ETS è una fondazione attiva in più di 400 città, tra cui Padova, nata con la missione di valorizzare e salvaguardare il nostro patrimonio storico, artistico e paesaggistico.

Luoghi sconosciuti, nascosti o solitamente chiusi al pubblico spalancano le porte ai cittadini che possono scoprire, durante queste Giornate, tesori segreti, anche vicino a casa. Poco fuori dal centro, in via Sorio 29, Alberto Biasi, esponente dell'arte programmata e cinetica, lavora alle sue opere. Il FAI ha reso possibile l’accesso a questo palazzo a due piani, progettato dall'architetto Franco Griggio, che l’artista padovano utilizza come laboratorio-atelier e archivio storico.

Biasi, da poco protagonista della mostra L’occhio in gioco, apre quindi le porte ai suoi spazi privati di creazione e collezione.

Quel tondo si muove, ma sa anche star fermo!, ecco il dinamismo ottico: l’occhio statico, che non accetta l’indagine percettiva e l’interazione con l’opera, non può godere delle opere di Biasi. Senza movimento lo spettatore viene imprigionato nella fissità, in un rapporto visivo-fotografico con l’opera che ne sciupa il gioco.

Il gioco è sicuramente un elemento chiave della vita dell’autore, è il gioco che ha portato all’interno dell’archivio un pezzo di pane, di quasi quarant’anni, ad essere arte. Vicino  alla forma, un ritaglio di giornale e una foto incorniciata, con la frase Nessuno è invitato a interferire. Una porzione di parete che omaggia alle vicende del Gruppo N.

Il Gruppo N fu un collettivo con studio in via San Pietro, 3, attivo tra il 1960 ed il 1966. I suoi fondatori, Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi e Manfredo Massironi, credevano in un’arte partecipata, anonima che, alla Sherry Levine, voleva destrutturare il concetto di autorialità. Di chi è quell’opera? É Gruppo N il timbro, firma comune di tutti i membri del gruppo. I cinque operatori visivi erano interessati ad indagare scientificamente il mondo della percezione anche se sulle pareti dell’archivio vengono ricordati due momenti performativi che rivelano una vena altresì simpatica del collettivo.

Uno scatto della porta dello studio del gruppo N ricorda L’esposizione a porta chiusa dell’11-13 dicembre del 1960. Un'esposizione a cui non si poteva accedere e a cui si era invitati a non partecipare. I padovani che in quelle date decisero di recarsi in via San Pietro 3 infatti, come preannunciato, trovarono questo: la porta chiusa e la sola scelta di tornare a casa. La forma di pane e il ritaglio di giornale ricordano invece la singolare mostra commestibile del 18 marzo del 1961. Con l’aiuto del panettiere Giovanni Zorzon il gruppo N ha acutamente ribadito la sua posizione artistica nella Mostra del pane: «Le opere non sono firmate, l’individuo comune accetta queste opere e le assimila senza porsi nessun problema al di fuori di quello del suo istinto. [...] Queste opere sono di una essenzialità che le rende universali, non esprimono nessun personalistico mondo interiore, assolvono una funzione sociale»

Un archivio e laboratorio ancora attivi, che accolgono nuove menti artistiche ma solo quelle che davvero sanno accettare l’invito a giocare. 



 
 

L'Archivio Biasi sul sito web FAI

 
 
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