23.03.2024 - Marlene Kuntz - open act: Animaux Formidables @CSO Pedro

Operazione catarsi su potenziale suolo nostalgico

Live report e podcast dell'intervista

25 Marzo 2024

Entrando al CSO Pedro in questo sabato sera l'emozione è tangibile, si percepisce una forma di coscienza collettiva protesa a quel 1994 in cui uscì Catartica, album d’esordio dei Marlene Kuntz. A dimostrazione dell’enorme affetto verso la band, il pubblico ha fatto registrare il tutto esaurito nella data di Padova, ben mille biglietti sono finiti in poco più di un’ora. E non è un caso isolato, la serie dei sold out si sta allungando ad ogni data.

Ma è anche una data particolare: il 23 marzo 2024. Esattamente un anno fa Luca Bergia, uno dei membri fondatori dei Marlene, è scomparso. Ecco che questo tour per i 30 anni di Catartica assume un significato ancora maggiore nella celebrazione della persona che Luca è stato. Tutto è dedicato a lui.

Verso le nove inizia a riempirsi la sala, sembra di stare parecchio larghi, la gente forse si illude che sarà così anche dopo. Salgono sul palco gli Animaux Formidables, duo torinese, coppia anche nella vita non artistica. Che dire, la presenza scenica è incredibile: molto apprezzati gli outfit sensuali di entrambi (commentatissimi) e le maschere in lattice (da gatto), elementi che stanno lì a sottolineare la  natura animale dell’uomo. We are all animals è il loro album del 2023 che conferma l’intuizione, e anche il fatto che sia stato registrato interamente in analogico e presa diretta lo rende più vicino all’animale umano, perché il suono viene ricercato nella modalità più diretta e meno ri-lavorabile. Il mistero e la sensualità sono le chiavi del loro live, con un’ estetica glam provocativa. Lei si staglia in piedi dietro ad una batteria con pochi elementi, essenziale, lui suona la chitarra e canta. I richiami al garage rock/fuzz dei primi anni duemila sono subito individuabili, i suoni corposi e sporchi vanno ad infilare il dito nella piaga dell’animalesco ancora una volta.

Dopo un breve break per il cambio palco, ecco che compaiono le sagome scure sul fondo di luci rossastre di Cristiano Godano (chitarra e voce), Riccardo Tesio (chitarra), Luca Lagash (basso), Davide Arneodo (tastiere) e Sergio Carnevale (batteria). Il pubblico li accoglie entusiasta e già bello carico di aspettative, pronto a farsi coccolare, graffiare o trucidare dalle parole di Godano e dagli intrecci sonori di tutta la band.

Qualcuno esclama che aprire con Trasudamerica è classe pura, col basso languido e i versi di Godano a descrivere una storia che sembra raccontarci qualcosa appartenente anche alla nostra serata di oggi, in cui non temiamo la nostalgia. La gente partecipa ipnotizzata al coro del ritornello, partecipando al primo vero inno di questo set. Seguono Canzone di domani con le chitarre di Godano e Tedio ad inseguirsi durante tutto il brano e Gioia che mi do, una dolce culla di autoerotismo. Poi Fuoco su di te col giro di basso coinvolgente, le aperture melodiche e il testo che inveisce contro la passività della provincia. Il pubblico esaltato urla insieme a Godano Hai mica visto volare il mio teschio, signore?, segue Aurora in cui dolcezza dei suoni e crudezza del testo stridono per opposizione.

L'agguato, primo pezzo tratto da Il vile, parte con andamento dilatato per poi esplodere fragorosamente con E il sole scaglia la sua gloria dove il pubblico si esalta fomentato dalle distorsioni rabbiose. Il Lamento dello sbronzo appare ipnotica nell'inizio cadenzato anche attraerso il meraviglioso intreccio delle chitarre. 

Godano scandisce per la prima volta un grazie a tutti e spiega che il live sarà essenzialmente sulle cose pre-2000, tutti appaiono molto felici della notizia. 

Poco prima di ricominciare ad imbracare la chitarra C.G. si immerge in un ricordo che sa di amarcord, quando, durante il primo live al Cso Pedro ('pre anni '00), ricorda una pressione pazzesca del pubblico e un'oscillazione spaventosa delle casse del PA con parte degli spettatori che li tenevano per evitare che cadessero su di essi. Un brivido degli anni nineties che, nonostante tutto, ricorda come epico. 

Con Mala Mela si vedono braccia alzate tutto il tempo. Su 1° 2° 3° una bella cassa potente apre il brano, seguita da chitarre distorte e basso prepotente, tanto da far sobbalzare tutti sottopalco, laddove la temperatura è incandescente e si vede anche un inizio di pogo. La coda del pezzo scivola diluendosi, accompagnata da una batteria super che suona da jazz stage.

Ci si dà una calmata con Infinità, ballad con il giro di arpeggio finale da wow. Ineluttabile fa cantare tutti in coro Il buio è un peso, è un imbroglio e brucia come il fuoco.
Arriva un’infilata di 4 pezzi fenomenali, gli anthem di Catartica, i più urgenti, rabbiosi e fragorosi: se qualcuno si fosse ipoteticamente sentito poco partecipe fino ad ora, da qui in poi è umanamente impossibile non attivarsi (o hai la sensibilità di un sanpietrino, ndr.).
Si inizia da Lieve, bella bomba piena di distorsioni - del resto in quanti si possono vantare di essere stati coverizzati dai CSI? - Segue Festa mesta, il cui solo inizio basta a metterti l’elettricità nelle gambe, e alla quale ci si può solo arrendere e passare all’azione pogando e urlando… pardon, cantando. Ci risiamo: stessa modalità per Sonica e la sua sezione ritmica magnetica; compare anche un archetto in mano a Godano ad aiutare ulteriormente a lavorare i suoni della chitarra. Qui ci si spacca di headbanging. Ed ecco Nuotando nell' aria, altro pezzone. Sul Pelle… iniziale, una persona vicino a me credo abbia goduto di un’emozione simile all’orgasmo…e non credo ci sia molto altro da aggiungere.

A questo punto si ri-fiata con una piccola pausa durante il quale dal palco Cristiano Godano parla di Luca Bergia e della triste ricorrenza: «Senza di lui, Catartica non sarebbe esistito» e gli dedica Ti voglio dire, in una versione struggente.
Il primo encore continua con un’altra sequenza fenomenale: Come stavamo ieri, Ape regina e M.K., quest’ultima per me la più adrenalinica del set, proprio riottosa.

Su Ape regina segnalo cori belli carichi sul ritmo sostenuto ed una coda gonfia di distorsioni, Come stavamo ieri incanta solo col fraseggio, poi spezza col ritornello.

Tutti sudati come neanche trent’anni fa, band compresa, ci godiamo il secondo bis con La bellezza. E di bellezza ne abbiamo sperimentata davvero tanta in questo concerto.

Ci rivediamo presto, di nuovo, sottopalco, ad urlare Hey critichinoooo! (da M.K.)

Catarsi ne abbiamo? Sì, e anche un’enorme connessione umana.
E tanto tanto feedback, sempre sia lodato.

Non si potrebbe chiudere meglio la serata con Momostock e la sua raffinata selezione musicale - assolutamente trasversale - con la quale è impossibile non farsi trascinare all'interno della dance hall!

Setlist: 

Trasudamerica

Canzone di domani

Gioia che mi do

Fuoco su di te

Aurora

L’agguato

Lamento dello sbronzo

Mala mela

1° 2° 3°

Infinità

Ineluttabile

Lieve

Festa mesta

Sonica

Nuotando nell’aria

-
Ti voglio dire

Come stavamo ieri

Ape regina

M.K.

-

Bellezza

 
 

Marlene Kuntz

Sito

Instagram

YouTube

Spotify

Guarda l'album di foto della serata su Cso Pedro

 
 
 

    audio

loading... loading...