Recensione Koralle - Fonografie

Prendere aria e respirare a fondo

12 Aprile 2021

Sì, lo so, sono in ritardo. In super ritardo.

Talmente in ritardo che Koralle, al secolo Lorenzo Nada, è già pronto per Beat Kiosk, in uscita a fine maggio. 

Son io quello tardivo quindi o lui che è una macchina da guerra? 

A voi la scelta.

Oggi son qui per recensire la sua seconda fatica, Fonografie, uscita il 29 Gennaio per Melting Pot Music.

E devo dire di ritenermi alquanto soddisfatto.

Per Lorenzo la prerogativa sembra essere soltanto una: non fermarsi mai, ma con eleganza. 

Già, perchè sebbene Fonografie rappresenti il secondo lavoro dopo l’ottimo Collecting, non siamo di fronte ad una faccia sconosciuta. 

Anzi, la faccia di Lorenzo è ben nota al pubblico Sherwood, ma sotto un altro alias: Godblesscomputers.

L’eclettico artista sveste in questo caso i panni di producer IDM (cui comunque ricordiamo l’uscita di The Island l’anno passato) e veste quelli di beatmaker, permeando di quell’effetto nostalgico lo-fi l’intero full-lenght, che tuttavia non vi ruberà più di quaranta minuti. 

È proprio la nostalgia a farla da padrona; non soltanto attraverso le sonorità ma anche attraverso la rappresentazione visiva dell’artwork, collage di scatti presi in giro per l’Italia e non solo, una mossa evasiva nei confronti di un cupo lockdown che però è tornato utile per la creatività di molti. 


Quello che potrebbe essere benissimo un ottimo sottofondo lounge ad una cena di classe, con vestiti di sartoria e collane di perle a fare la loro porca figura, è invece un istrionico viaggio nei posti frequentati, nelle emozioni vissute e nelle influenze subite da Koralle.

Ci troviamo quindi di fronte ad una revisione personale e cristallina di un hip-hop da vecchi fasti ma con tipiche sonorità ambient, ma anche molto di più: Snakes per esempio è una totale immersione in una foresta pluviale, dove violini orientali, gracchio costante e versi animaleschi si intersecano a confezionare un beat al bacio.

Non che gli altri siano da meno.


Dopo una escalation composta da ritmiche di bronxiana memoria e un confortevole abbraccio come quello di Mom & Dad, dove l’atmosfera di casa sembra avvolgerti prepotente, ci si concede ai featuring.


Lorenzo esce quindi dalla finestra, spicca il volo, e Bologna si tinge di stelle e strisce, blu, rosse e bianche, con un pizzico teutonico.

Già, perché oltre alla collab con l’altrettanto beatmaker tedesco Twit One in Noia, troviamo una doppia partecipazione del rapper Turt dei Summers Sons (freschi anche questi ultimi del loro ultimo lavoro Beats From The Rain) in Keep It Stepping e Fuel e l’ugualmente londinese e attivista Isatta Sheriff in Laid Back, a detta del coinquilino, attuale reincarnazione di Lauryn Hill.

A concludere le collaborazioni estere ci pensa il rapper d’oltremare Anti Lilly, uno sorta di Kendrick direttamente da Houston, che cavalca il beat attraverso il suo liscio flow in Trick Questions.


In casa giochiamo infine con i Funk Shui Project e Karhys, i primi collettivo composto da quattro ragazzi di Torino e già autori di numerose collaborazioni con Peyote, Shorty e affini (in Fonografie con Oro), la seconda un’italo-maltese con una voce che delicata è dir poco, e che mi ha fatto amare Lies più di tutte le altre dell’album.


Ringrazio allora la patina soul di Carmen (Karhys) ma soprattutto l’estro divagante di Lorenzo, che ci ha concesso questo disco godibilissimo, e di cui siamo già pronti per il seguito. 

Ora non vi resta altro che prendere aria, respirare a fondo, indossare le cuffie, e godervi il Corallo.


 
 
loading... loading...