Rodin-Greco

Intervista allo scultore Ettore Greco

L'artista padovano racconta come è nata la mostra che ha portato in Italia il meglio dell'opera di Auguste Rodin

2 Giugno 2011

Un percorso lungo tre anni è quello che ha permesso lo scorso 20 novembre di portare in Italia 120 opere dello scultore Auguste Rodin, delineando il suo genio negli anni della formazione (1864-1884) ed il suo avvicinamento più puro all’arte quando ancora era alla ricerca del successo ed il Salon di Parigi lo rifiutava.


L’idea di dedicare una mostra al periodo in cui lo scultore parigino viveva in maniera tormentata il percorso verso la sua affermazione, nasce dall’unione delle forze di Flavio Arensi, direttore di SALe, Spazi d’Arte di Legnano, e lo scultore padovano Ettore Greco. Uniti dalla stessa visione dell’arte e dalla passione per Rodin, lanciata l’idea al Musée che l’ha subito approvata, da allora negli ultimi tre anni Greco-Arensi hanno viaggiato su e giù da Parigi per scegliere le opere che avrebbero fatto parte dell’esposizione.

La curatela della mostra oltre che di Arensi è stata di Aline Magnien, conservatore capo del patrimonio e direttore del servizio delle collezioni del Musée Rodin, che ne ha in particolare seguito il percorso didattico.
"Il periodo in mostra –sottolinea Greco- arriva fino alla commissione della “Porta dell’Inferno” – parti saranno presenti in mostra – con cui Rodin incontrerà il successo e prima della relazione con Camille Claudel – ciclo fotografico sui due artisti esposto nella Banca di Legnano – e porta in Italia 120 opere, 65 sculture, 26 disegni, 19 dipinti, fotografie.

I disegni sono splendidi, sono quelli eseguiti da Rodin nel tempo libero dal lavoro con Carrier-Belluese a Bruxelles e ritraggono paesaggi belgi ma vi sono pure i ritratti della sorella in studio, gessi, materiale accuratamente vagliato scendendo nei caveau costruiti sotto quattro piani della casa di Rodin in cui sono conservate le sue opere e vi è anche un inedito assoluto, mai esposto neanche a Parigi.

Volevamo il vaso dei Titani opera non firmata da Rodin ma modellata da lui, e quando l’abbiamo richiesta, proprio in quel period,o il Musée Rodin ha ritrovato il vaso, “La Jardinière”, che è un piedistallo su cui si regge il vaso principale, opera dello scultore parigino. Per la prima volta sarà dunque possibile prendere visione dell’opera, con i due vasi, quindi nella versione completa".

Sono stati esposti “L'Uomo dal naso rotto” (nella versione originale rifiutata), “L'Età del Bronzo”, “Bellona”, “San Giovanni Battista”, “La Défense”, “Il Pensatore”, “Il Bacio”, “L'Ugolino”, “L'uomo che cade”, “Eterna primavera”, “Il Bacio”, “La Donna accovacciata”, “Fugit Amor”, “L'Adolescente disperato”, “Le tre ombre”, e le due sculture “Eva e Adamo”. Nel percorso legato agli artisti viventi che omaggiano lo scultore parigino, fra cui Ugo Riva, Mimmo Paladino, c’è anche di Greco “L’Uomo Eroico”, scultura di più di due metri non consona alla poetica dell’autore poiché si discosta dal suo approccio intimistico:  "sì ho lavorato in questo caso nel monumentale, la figura ha bisogno di prendere luce, ha volumi più distesi, si accosta agli anni venti italiani". (Silvia Gorgi)

 
 

Links utili:
Ettore Greco su FB

 

 
 

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