Vipera: una performance musicale tra la poesia e la recitazione

Live report dell'esibizione di Vipera nella quarta edizione dello Sherbooks Festival

5 Febbraio 2024

Nella cornice di Sherbooks Festival, ormai giunta alla sua quarta edizione, l’espressione dell’arte non si è fermata solamente a quella della scrittura in forma cartacea tra saggi, narrativa e autoproduzioni, ma ha avuto modo di manifestarsi anche tramite la poesia, flussi di coscienza, teatralità e musica.

È grazie a Vipera, al secolo Caterina Dufì, che il festival ha preso anche queste vesti, dove l’artista ha portato sul palco del Cso Pedro il suo ultimo lavoro, Acerbo e Divorato, uscito per Dischi Sotterranei alla fine del 2023.

La curiosità di ascoltarla da sola era davvero molta, in quanto ha girato nei nostri ambienti tra lo Sherwood Festival e il Pedro accompagnata dalla sua band formata da Clara Romita alla batteria, da Lorenzo Saini al basso e ai sintetizzatori e da Dario Gatto alla chitarra. Ha calcato il palco vestita d’azzurro, in compagnia della sua Danelectro e con davanti a sé una pad machine. Ci ha fatto subito entrare nel suo mondo, iniziando proprio con Il Matto. Una cosa che mi ha colpito particolarmente è il modo in cui ha incastrato i suoi pensieri, oltre al modo in cui suonavano le parole mentre venivano accompagnate da un crescendo di melodie che scoppiano poi in un assolo di chitarra elettrica.

C’è stata poi la volta de Il Macedone, un altro brano evocativo, questa volta misto all’inglese che ha trasforma Vipera in un’artista internazionale, ricordando un po’ Pj Harvey per certi versi, e Sogno steso al sole eseguita in maniera davvero sofferta, un dolore quasi percepibile e vissuto in modo individuale da un pubblico ormai ipnotizzato.

É arrivato anche il turno de L’allodoletta, che per chi ha avuto la possibilità di ascoltare Caterina in live prima dell’uscita del suo primo album, è un brano che ha già portato sui palchi. Questa è stata una prova tra abilità canore e spoken, il tutto eseguito con una certa nevroticità propria di chi sta bramando e desiderando qualcosa o qualcuno.

Subito dopo posa la sua Danelectro per dedicarsi alla pad machine con cui ha iniziato a segnare il primo intermezzo – Trasparente – trasportandoci dentro le sue radici salentine che con le sue sonorità lo fanno sembrare un posto magico ed intrinseco di misteri.

Se Acerbo e divorato è una sublimazione di un sentimento come la rabbia in qualcosa di poetico ed enigmatico, Tentativo di volo (l’ep dell’artista che ha un paio di anni in più rispetto al suo ultimo lavoro) è un modo per mescolare altre modalità artistiche come il teatro per creare scompenso nella struttura delle canzoni. Infatti, appena Vipera ha eseguito Fulvio, questa è risultata essere una poesia recitata su delle note magnetiche che hanno accompagnato l’ascoltatore fino alla fine come se fosse una specie di sortilegio a suon di ˂˂È chiaro che ci sai fare˃˃.

Dopo qualche brano di Tentativo di volo ci ha catapultati di nuovo dentro Acerbo e divorato con Eredità che ha un ritmo battente e tribale per poi approdare nel secondo intermezzo con Anime. L’esibizione lascia spazio anche ad esperimenti come Trafitto, un brano completamente in divenire con delle raccolte di pensieri che ha scritto e di cui l’artista ha confessato essere un qualcosa di lontano dalla sua piena consapevolezza.

La fine è arrivata con Vipera che ci concede il suo primo sorriso ringraziando il pubblico.

Così si é conclusa una performance che è stata un rapimento dalla dimensione in cui l’ascoltatore si trovava, con loop profondi che piombavano come macigni sul cuore e tentativi ben riusciti di portare qualcosa di diverso rispetto ad un’esibizione canora, di molto più complesso ed articolato. Molto probabilmente è qualcosa che non è alla portata di tutti e tutte, a cui bisogna prestare molta attenzione e volontà di farsi trasportare e seguire dei flussi di coscienza. Non è facile classificare Vipera in un genere perché sembra qualcosa di insolito e curioso, dove l’arte raggiunge il suo apice in svariate forme come la recitazione, la poesia in una forma drammatica dell’esistenza.

 
 
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