Arrietty Recensione

Nuovo film dello studio Ghibli scritto da Hayao Miyazaki

21 Novembre 2011
 - Lisetta

Prima di abbandonarmi al racconto di questo mondo segreto sotto il pavimento dove vivono i Rubacchiotti, lasciatemi fare un pò di geografia delle immagini.

In Giappone il racconto per immagini ha origini antiche, risale agli emaki medievali. I fumetti occupano oggi il posto di quella che un tempo era la letteratura popolare, li leggono tutti, rapprensentano il 50% dell'editoria nazionale. I film animati prendono spunto dai fumetti di maggior successo, ecco perchè il pubblico conosce perfettamente la saga. Lo spettatore giapponese va al cinema a vedere una storia che già conosce, godendo così della trasposizione filmica. A noi spettatori occidentali viene richiesto uno sforzo in più, proprio perchè non ci vengono mai presentati i personaggi.

A questo aggiungiamo che spesso i film di Miyazaki mancano di un antagonista, non ci sono buoni e cattivi e la storia non segue un obiettivo preciso. Altro sforzo per le nostre testoline occidentali, abituate ad un racconto rigidamente strutturato, con un protagonista e un antagonista ben delineati. Quando vi approcciate ad un lavoro di questo regista definito il "dio delle anime", preparatevi ad un volo senza vincoli al passato e al futuro, a ciò che è già stato narrato e a ciò che è ancora da raccontare.

Per Arrietty il maestro Miyazaki cura la sceneggiatura, la regia porta la firma del giovane Hiromasa Yonebayashi. Sotto il pavimento di una vecchia cucina vive una famiglia di persone minuscole, alte poco meno di 10 centimetri. Sono dei "prendinprestito", per il loro fabbisogno quotidiano prendono dagli umani ciò di cui hanno bisogno,ma in piccolissime quantità, in modo che nessuno se ne accorga e possa così scoprire la loro esistenza. Arrietty, in una delle sue incursioni nel giardino della casa, viene vista da Sho, un giovane che soggiorna lì nella vecchia casa della zia in attesa di un'operazione al cuore. Nonostante questo scatenerà il terrore dei genitori di e il bisogno di traslocare in un posto più sicuro, Arrietty sente che può fidarsi di Sho.

Il film è poetico, emozionante, sociale, nella sua semplicità arriva dritto al cuore dello spettatore, indipendentemente dalla sua vera o presunta età. L'idea è rimasta a lungo nascosta dentro ad un cassetto, solo ora viene portata a compimento. Il periodo è il migliore: "l'idea della storia di prendere in prestito è pefettamente attuale. L'era del consumo di massa sta per concludersi, perchè viviamo in una brutta crisi economica e la possibilità di prendere in prestito invece di comprare ciò che ci serve indica la direzione verso cui ci si sta avviando" Parola di Miyazaki!!!

Come al solito il maestro ci frega: sotto le vesti di una storia sottile e trasognante, fa capolino una decisiva critica al consumismo e la possibilità di una convivenza pacifica tra persone diverse, quella cosa insomma.....che non dovremmo aver paura del diverso!!!

Un piccolo film per chi si sente un pò un rubacchiotto!!!

 
 

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