L’audioforum a Padova presso il negozio di dischi Gold Soundz

Vent’anni dopo la morte di Elliott Smith

30 Ottobre 2023

Fa specie pensare che artisti che accompagnano quotidianamente la colonna sonora della propria vita siano scomparsi – e prematuramente – da ormai venti anni.

Nel 2003, il 21 ottobre, moriva Steven Paul Smith, al secolo Elliott Smith.

Un’anima inquieta, un’infanzia difficile, un inno di solitudine vivente.

I luoghi geografici che attraversa sono diversi e distanti tra loro: nasce in Nebraska, vive con la madre fino ai quattordici anni a Dallas, in Texas, paese che per sua natura ipernazionalistica gli sta stretto, per poi approdare a Portland, con suo padre, un luogo aperto, alternativo, laddove ci passerà gran parte della sua vita, fino agli sparuti anni – difficili - a Los Angeles e a New York, con lo scopo di rifuggire dalle sue amicizie, dai suoi rapporti interpersonali che gli diventano sempre più asfissianti, invadenti.

Il suo imprinting genetico sprizza musica da ogni poro: da parte di madre, suo nonno era un batterista jazz, la nonna era cantante blues. Queste spinte familiari così ‘forti’ fanno sì che Elliott si avvicini fin da piccolissimo alla musica country, sino all’illuminazione Beatlesiana. A soli nove anni inizia a suonare il pianoforte, successivamente a dieci anche il clarinetto, a dodici, grazie ad un regalo paterno, inizia a studiare chitarra divenendo un virtuoso fingerpicker.

Dopo il liceo si iscrive alla facoltà di filosofia, ed è lì che incontra Neil Gust con il quale fonda gli Heatmiser, un gruppo che si colloca nella piena linea del grunge, dati gli anni (1993 in poi), con riferimenti e linearità dai Fugazi ai Dinosaur Jr e qualche riferimento a Cobain, alla quale spesso viene di associarlo, per alcuni punti di contatto stranissimi.

 

Sebbene gli Heatmiser avessero tutte le carte in tavola per ‘sfondare’, Elliott decide di proseguire con un percorso personale, solista, dall’impronta intimista, country. Un qualcosa di assolutamente ‘rivoluzionario’ in quei tempi estremamente alternative in cui presentarsi su un palco, da solo, con una chitarra, era a tratti definibile ‘reazionario’ o comunque molto coraggioso.

Dopo Roman Candle, pieno di tracce per la quale non si è preso nemmeno la briga di intitolarle (ci sono un po’ di No Name), arriva il disco omonimo nel 1995, pieno di riferimenti all’eroina e ai tanti che ha conosciuto che vivevano una condizione di tossicodipendenza da droga (Needle in the hay, The white lady loves you more).

  

Dopo tanta sofferenza - e l’ultimo disco con gli Heatmiser che esce che erano ormai disciolti - finalmente arriva la svolta con l'album che viene definito il migliore di E.S.: Either/Or, con tanto di riferimento all’aut-aut del filosofo danese Kierkegaard.

Al suo interno pezzi che sono ‘classici’ dell’artista, da Between the bars allaBallad of big nothing, un album intriso di accordi in minore e continui arpeggi armonici.

Ma la svolta della sua vita avviene col botto. La sua ballata Miss Misery fu utilizzata per la colonna sonora del film Genio Ribelle,film di Gus Van Sant poi divenuto cult. Un pezzo che lo fece approdare alla notte degli oscar, in un anno sfortunato in cui il film Titanic (e Celin Dion) trasformava in incassi tutto quel che toccava.

  

Nel ‘98 arriva X0 per la casa discografica di Steven Spielberg (Dreamworks) l’album definito della maturazione, in cui viene inserita musica di base più elaborata, a tratti orchestrale. Anche qui si ritrovano bei classici, la romantica ed incantata Sweet Adeline ma anche il virtuosismo di piano di Baby Britain, cammeo dedicato alla musica inglese, ma la bellezza più sensazionale in una sorta di riferimento – classico – a Shostakovic, sta nei due “valzer”, la prima in senso di collocazione nel disco, Waltz #2 è un pezzo musicalmente pop, con una batteria di sfondo ben collocata ma tante modulazioni in minore, contrapposte alle iniziali battute ‘ariose’, Waltz #1, invece, è un eterno ritorno claustofobico all’arpeggio iniziale come essere rintanati in un carillion scarico senza via di uscita.

  

Dopo XO Elliott Smith smette di essere il cantautore strano con la chitarra da solo sul palco, e diventa conosciuto, tant’è che resterà abbastanza intimorito dal pubblico silente, venuto lì proprio per ascoltarlo, sentendosi più a suo agio dinanzi al chiacchiericcio di gente completamente disinteressata.

Di questi tempi l’artista cerca di apparire sempre meno, complici i suoi problemi di abuso di alcool, sostanze, psicofarmaci, fugge dal suo mal di vivere, e proprio mentre sta per terminare il suo disco, viene ritrovato morto con un coltello nel petto.

Il caso giudiziario è ancora aperto per la polizia. Come accade per tutte le legende, anche per E.S. mai si chiarirà se è stato vittima di un omicidio o ‘ solamente’ di se stesso.

  

From a basement on the hill esce ad un anno esatto dalla sua morte, lasciando tanti dubbi sul come davvero E.S. avrebbe voluto terminare questo lavoro che risulta agli orecchi più accorti artefatto, rimaneggiato da altri che non sono lui. Un album che però proprio per la sua storia risulta emozionante, come un messaggio del passato ritrovato in un cassetto, pregno di detti e non detti.

Chiaramente tutte queste informazioni biografiche/artistiche sfumano di fronte al talento e alle creazioni musicali di un personaggio di tal tenore, eppure queste possono ora assurgersi a fondamentali per comprenderne davvero di più, ora invece possono influenzare, anche prendendo dei granchi, le interpretazioni dei suoi testi, della sua musica.

Schivo, timido ma al contempo una persona che produce emozioni intime così tangibili, come se ci accarezzasse tutti, ancora una volta, in un caldo abbraccio.

Ma vent’anni dopo cosa è rimasto?

Fa un po’ male il silenzio-assordante che si è ‘notato’ in occasione del ventennale della morte di E.S., proprio perché, di questi tempi, quel che non manca mai, è proprio l’affannarsi nel trovare, giorno per giorno, anniversari di nascita, di morte, di uscita dell’album, alla quale attaccarsi, non solo per fini commerciali, ma anche per avere appigli per poterne parlare in una cornice più o meno contestualizzata.

Ma fortunatamente non tutto è perduto, perché proprio a Padova, nella città dalla quale scrivo, c’è stata una bellissima occasione per ritrovarsi in nome di E.S.!

Nello splendido negozio Gold Soundz – Dischi all’Arcella, che al di là del riferimento Pavement, è un nomen omen posizionato nel cuore del mega quartiere popolare padovano, mercoledì 25 ottobre 2023, l’audioforum si è concentrato su questo artista, ripercorrendo le tappe fondamentali della sua vita, la sua musica (prima negli Heatmiser poi come solista), i suoi dischi (in vita e postumo).

Giorgio Bonomi, nella doppia veste di proprietario e fan, ha sapientemente intarsiato la serata con informazioni mai scontate intervallate da svariati video proiettati sullo schermo (audio con lyrics, esibizioni live, videoclip).

Una serata utile sia per chi – come me – era lì in quanto fan dell’artista, che per chi non aveva mai avuto il piacere di conoscerlo prima. Un’iniziativa per così dire “formativa” ed entusiasmante per ogni amante della musica in generale.

L’elemento interessante dell’evento, al di là del focus sul cantante in ‘sé’, sta nell’aver trasformato un luogo di vendita, in un club, un incontro tra appassionati, andando ben oltre alla mera azione di acquisto di un disco, approfondendo, scambiandosi opinioni e conoscendo persone, soggettività con punti in comune, il tutto all’insegna della musica.

Uscita da Golden Soundz, dopo due ore (ma davvero? E chi se ne è accorto! ndr.) di audio-forum, mi sono sentita una persona ‘arricchita’ e rinnovata di nuove passioni, ispirata nel voler ancora di più ascoltare e ancora di più scrivere di Elliott Smith, ringraziando, ancora una volta, chi mette a disposizione le proprie menti, i propri spazi, condividendole alla collettività.

Per i prossimi appuntamenti basta dare un occhio alla pagina! Gold Soundz - Dischi all'Arcella.

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Discografia

Heatmiser: Dead Air (Frontier, 1993)

Heatmiser: Cop And Speeder (Frontier, 1994)

Heatmiser: Yellow No. 5 EP (Frontier, 1994)

Heatmiser: Mic City Sons (Caroline, 1996)

E.S.:

Roman Candle (Cavità Search Records, 1994)

Elliott Smith (Kill Rock Stars, 1995)

Either/Or (Kill Rock Stars, 1997)

XO (Dreamworks, 1998)

Figure 8 (Dreamworks, 2000)

From A Basement On The Hill (Anti, 2004)

New Moon (Domino, 2007)

 
 

 Gold Soundz

 
 
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