Tutto il MetalPunk minuto per minuto

Un live report un po' particolare della quinta edizione del festival

25 Ottobre 2023

Saranno stati gli effetti lisergici derivanti dalle quasi dieci ore consecutive trascorse all'interno del CSO Pedro, ma usciti dalla quinta edizione del Metal Punk Fest, dopo dieci band, nella notte tra il 21 e il 22 ottobre, i vostri fedeli cronisti si sono convinti che sarebbe stata una buona idea elaborare un live report come se fosse una puntata speciale del format di Rai Radio 1, Tutto il calcio minuto per minuto… Insomma, una versione tutta nostra de Tutto il MetalPunk minuto per minuto!

Buona lettura!

Buonasera a tutte e a tutti, siamo in collegamento dal CSO Pedro di Padova per la trasmissione Tutto il Metalpunk minuto per minuto, ci aspettano almeno cinque ore più eventuale recupero di mosh-pit, distorsioni da far sanguinare le orecchie, batterie a 300 bpm e rotule come frisbee.

Trasmetteremo da due palchi, collegamento principale dal main stage dove avremo in campo principalmente le forze del metal, oggi schierate con band in arrivo persino dalla Finlandia, mentre avremo l’altro collegamento sul floor stage, dove i rappresentanti del punk-hc daranno vita ad un match tiratissimo e sudoso su un terreno che si presta particolarmente alla loro propensione per il caos e l’entropia.

Partiamo dal Main Stage, dove la terna arbitrale del Trivel Collective dà il fischio d’inizio puntuale alle 20. 

Il compito di dare il via alla musica spetta agli Unethical Dogma, probabilmente la compagine più giovane che oggi sale sul palco, la quale si presenta con una scelta sonora abbastanza inconsueta, il cosiddetto djent che potremmo quasi definire un contro genere, e sicuramente si potrà dietro tanta curiosità visto che solo uno dei cinque pezzi che presenteranno, Blood, non è inedito. 

È la prima esibizione ma il pubblico già si scalda: nella platea partono duelli con spadini di gomma, mentre gli Unethical Dogma tengono bene il palco. La band propone un metalcore che risente molto del sound dei primi anni 2000, compresa un certo virtuosismo alla chitarra solista che ci lascia piacevolmente sorpresi. 

Seguono gli Slowchamber! Attenzione perché qui si parla di un esordio assoluto sul palco, seppur di artisti provenienti da band già esistenti: As A Conceit, Despite Exile and Fall Of Minerva. 

Alla vigilia si sono scatenati i pronostici sull’esito di questa esibizione, paventata come un’incursione dell’hardcore sul main stage, ma anche questo giro non siamo lontanissimi dal metalcore, un revival che parrebbe, da questa prima ora di musica, unire un po’ tutti. 

Passiamo il collegamento al Floor Stage!

Qui sul Floor Stage siamo già alla seconda esibizione. La serata è partita col botto con i Knivesfall che ci hanno fatto subito una rivelazione scioccante: sembra che stasera tra il pubblico ci sia più di una persona di Porto Viro. Idee chiare per i nostri fieri rappresentanti rodigini del Crust: «Il bordello ce lo dovete mettere voi!»

Ha funzionato: il pubblico ha cominciato a surfare su altro pubblico sin dai primi minuti. 

Ma adesso hanno il controllo delle danze i The Frog, duo che si preannuncia come uno dei più sorprendenti e in forma della serata: basso e batteria tenuti benissimo, alternanza di canto e controcanto tra entrambi gli elementi, fasce da tennista in testa che manco i Tenenbaum e un risultato finale che potremmo definire “garage hardcore”: ci ricordano più gli Hives che i Minor Threat a dirla tutta. Il grido di battaglia è «Bovolone is on Fire». Che dire? Tra Knivesfall e The Frog, qui sul floor stage non sono neanche le 22 e già ci stiamo divertendo tantissimo, le band della Bassa si distinguono, come sempre, per schiettezza direttamente proporzionale all’efficacia del gesto atletico.

È ora di tornare sul main stage ed è ora di entrare, ovviamente in scivolata a gamba tesa, nel metal estremo, con il grind degli Slug Gore

Fa piacere, e produce anche uno slancio di affetto e un briciolo di nostalgia, notare come la band, complice anche la fama di influencer di Danny (batteria) e Poldo (voce) abbia richiamato un pubblico di giovanissimi, talvolta accompagnati dai genitori. Ci fa un po' tornare indietro nel tempo, a quando i nostri poveri genitori ci dovevano portare in luoghi remoti a sentire i Necrodeath... 

Complice qualche piccolo intoppo tecnico si inizia ad accumulare un po' di ritardo, probabilmente fisiologico quando si parla di festival con una line-up così fitta (l’arbitro comincia già a segnare i minuti da recuperare). Ma non appena i nostri iniziano è un muro di suono retto dalla batteria del già citato Danny, e Poldo si getta ad abbracciare le prime file.

Arrivati a questo punto della serata stanno ormai sudando anche le pareti. Sarà il caldo anomalo di questo autunno, sarà che il CSO Pedro è pieno fino a scoppiare, sarà anche che il genere proposto non lascia molte possibilità di rifiatare, ma ci troviamo a dover uscire spesso nelle brevissime pause tra una band e l'altra.

Nemmeno, appunto, il tempo di un tè negli spogliatoi (o di una birra, in questo caso) che i Grumo partono sparatissimi in trasferta non solo geografica su un palco sì dedicato al punk, ma che ai modenesi sta piuttosto stretto, essendo i cinque più vicini al grind dei precedenti Slug Gore che al hardcore. 

Per rimanere nella metafora calcistica, il cantante Riki è il trascinatore della partita, man of the match direbbero gli inglesi: spinge il pubblico al pogo, incalza con alcune splendide parole pezzi come Cani Sciolti e Fallimento, e non vediamo sinceramente il momento di ascoltare questo nuovo disco a cui hanno accennato durante l'intervista concessa ai microfoni di Radio Sherwood e di cui hanno presentato stasera due brani in anteprima live.

E via, senza pause, senza indugi, senza turnover, si passa al main stage. I Game Over, da Ferrara, ci presentano qui il loro quinto disco, uscito giusto il giorno prima, Hellframes. 

Thrash metal vecchia scuola, dai chiari rimandi alla hall of fames del genere, in una situazione come quella del Metal Punk i ferraresi risuonano come i più melodici, con pezzi presi dall'ultimo disco quali Call Of The Siren e Synthetic Dreams. Quindici anni di attività per la band, che ci restituiscono una squadra affiatata e ormai ben in grado di calcare palchi importanti in giro per l'Europa.

Fischio d'inizio del secondo tempo sul palco dedicato al punk, e i Confine da Cavarzere ci accompagnano per manina nell'ultima parte della serata, dedicata al hardcore marcio, sudato e anche decisamente blasfemo. Ammoniti subito per appropriazione culturale di bestemmia livornese (quella con "bestia" insomma, capisci a me), i cinque ci portano attraverso il loro ultimo disco Homo Inhabilis con Salve Regina e Hollywood Hardcore; è il momento in cui dalle metafore calcistiche ci spostiamo agli sport olimpici, perché dal soppalco del CSO Pedro inizia la disciplina di salto dall'alto

Sempre molto divertenti, i Confine rimangono una delle band migliori da sentire dal vivo in zona; li rivedremo per Halloween al CS Bocciodromo di Vicenza con i Despite Exile, non lasciateveli sfuggire!

Lo sguardo perso di alcuni dei supporters che non hanno centellinato le birrette (a proposito: Pepsi completamente esaurita, straight-edge rulez!) ci ricorda che siamo abbondantemente entrati nel recupero: il quarto uomo segna un’ora al termine della musica. L'ultima band ad esibirsi sul main stage è anche l'unica non italiana, sono i finlandesi Foreseen, usciti nel 2022 col loro terzo long-playing Untamed Force, i quali si producono in un thrash/crossover che spazia nella musica e nell’estetica dai Motörhead agli Slayer, ricordandoci che in certe zone della Scandinavia gli anni ‘80 non sono mai finiti.

Il frontman Mirko Nummelin salta vivace da una parte all’altra del palco, e noi attendiamo invano che si schiacci una lattina sulla sua testa rasata in segno di pace.

È il turno infine della band che mette d'accordo tutti, metallari e punk: i Discomostro salgono sul palco quando i concerti sarebbero già dovuti finire, ma Carlame e compagnia hanno ancora le energie per salutare le personæ (cit.) presenti con la consueta Ciao. Per i nerd di queste cose, come intro per l'entrata in campo della band è stata utilizzata la parte di pianoforte di Sotto La Pioggia, tratta da Sabotaggi, disco solista di Carlame, uscito il 20 ottobre per Professional Punkers.

E via, tra Stuzzicadenti, Fiato, Mostro: la batteria di Manuel ci macina i timpani e davanti al palco piccolo del Pedro c'è il pubblico delle grandi occasioni che poga, suda e spinge dal principio fino al gran finale, in cui dopo la altrettanto consueta Funerale, abbiamo modo di sentire live anche Cagliari e Madrid

Con un «Andiamo a bere?» un assetato Carlame chiude queste oltre nove ore al CSO Pedro con il risultato sull’1 fisso per il Trivel Collective, e chi non è d’accordo è una goccia che s’illude di scavare la pietra.

Termina così anche il nostro report un po' particolare, con il quale speriamo di avervi fatto rivivere questo Metal Punk Fest 5 come lo abbiamo vissuto noi: minuto per minuto, riff per riff e stage diving per stage diving!

 
 
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