Il report del concerto del 15 luglio 2023 @Padova

Seun Kuti + Savana Funk - Sherwood Festival 2023

16 Luglio 2023

Storicamente, l’ultima giornata di Sherwood è un saluto malinconico e non particolarmente partecipato in termini di numeri. Questo per via delle concomitanza con la festa del Redentore a Venezia (come ci ricorderà subito Sibode Dj dopo i live), e anche per via del fatto che un dopo un mese di festival si è passati dall’Euganeo più o meno tutti e chi ci è già venuto per pura curiosità, probabilmente non tornerà.
La serata di ieri ha però rappresentato un’eccezione in questo senso: se escludiamo qualche chiusura ‘col botto’ (Elio & Le Storie Tese nel 2011, Gogol Bordello nel 2013, Caparezza nel 2015), a memoria non si ricorda in tempi recenti un’altra chiusura così partecipata: merito anche dei nomi richiamati per chiudere in bellezza un’edizione mediamente molto vivace, che corrispondono ai Savana Funk e soprattutto a Seun Kuti e gli Egypt 80, per una serata a tutto afrobeat.

Per gli emiliani Savana Funk si trattava di un esordio a Sherwood e a pensarci è sorprendente, considerando che hanno girato praticamente tutti il triveneto, Padova compresa: sin dalla partenza incandescente di Fuga da Gorée si denota l’attaccamento del pubblico, che urla «SA-VA-NA, SA-VA-NA», incitando Aldo, Blake e Yussef.

La loro esibizione dura quasi un’ora componendosi di undici pezzi, tra i quali da vero concerto funk-rock c’è spazio per assoli di chitarra e batteria, dedicandosi poi nella parte finale dell’esibizione ai brani più gettonati del loro repertorio come Ghibli, Il Ghepardo, Lipari, per lo più tratti dagli ultimi due dischi pubblicati con la Garrincha Go Go. «Still Drunk on Savana Funk» recita lo striscione preso a fine concerto, ed effettivamente si termina l’esibizione con lo stordimento che sa da ubriacatura.

Prima di lasciare il palco a Sean Kuti, un momento di commozione e partecipazione: il festival si era aperto con una notizia spiazzante, la prematura scomparsa di Matteo Romagnoli, qualcosa di più di un semplice produttore discografico: la Garrincha Dischi, oltre ad aver creduto in svariate band (su tutte lo Stato Sociale) portate poi spesso e volentieri sul Main Stage di Sherwood, aveva permesso la creazione di una rete che coinvolge il nostro festival e le persone che da anni ne sono protagoniste, in sostegno alle comunità zapatiste del Chiapas che aveva conosciuto di persona. La foresta, assieme ai Savana Funk, ha sentito il bisogno di salutare Matteo in grande stile con un enorme striscione sul palco.

Asciugate le lacrime, è il tempo dell’ultima esibizione sul main stage di Sherwood: Seun Kuti si presenta sul palco assieme agli Egypt 80, un band composta da un brass ensemble di 3 elementi, chitarra-basso-batteria e due coriste/danzatrici in abiti tradizionali assieme al figlio nobile dell’Afrobeat. Che si lascia andare ad un’ora e venti di concerto in stile jam, con ampio spazio al trombettista e ai due sassofonisti per assoli di ampio respiro, anche assoli-extra quando un problema tecnico costringe la chitarra a qualche minuto di pausa.
Kuti imbraccerà il sassofono solo verso la fine del concerto, lasciandosi andare ad un’esibizione più da frontman. Lanciando Love and Revolution, ricorda il suo impegno collegato al concetto di amore: «I don’t think love is romance. Love is being one force for revolution». L’esibizione finisce in tripudio per le prime file, con la comunità nigeriana di Padova che non vede l’ora di farsi una foto con una delle celebrità del suo Paese.

La serata non è ancora finita. Ci sarà ancora spazio per l’esibizione degli Psycodrummers vicino al bar Vela, per poi spostarsi in second stage dove Sibode Dj assieme alla sua performer Kimberly dà vita non a un dj-set ma ad una vera e propria esibizione aggiunta e stralunata col sound dell’electro-bobalin, il quale si compone di quattro pezzi in croce (ma molto orecchiabili) ripetuti all’infinito, su tutti Non Lo So, la hit di cui probabilmente non sentivamo il bisogno ma della quale non possiamo più fare a meno. Da qui in poi la musica sfuma, lasciando spazio ai rumori metallici degli smontaggi: ragazzi, adesso la festa è davvero finita.


È stato bello? Avoja!

 
 

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