Il report del concerto di No Pressure + Sunami + Pain Of Truth + Restraining Order + C4 del 29 giugno 2023 @Padova

Sherwood goes Hardcore#7 - Sherwood Festival 2023

29 Giugno 2023

C'è un motivo se il punk è il genere che amiamo (uso il pluralis maiestatis, ma so di non essere il solo); ed è un motivo non spiegabile facilmente a parole. È più facile comprenderlo assistendo ad una serata come quella dello Sherwood Goes Hardcore.

Mercoledì 28 giugno, con No Pressure, Sunami, Pain of Truth, Restraining Order e C4, sotto il second stage abbiamo avuto un buon esempio di quello che gli Exodus definivano «good friendly violent fun» (The Toxic Waltz).

L'edizione numero sette della festa hardcore targata Sherwood, porta sul nostro palco la prima delle due date italiane del tour dell'etichetta Triple B Records, specializzata, manco a dirlo, in hardcore punk, di stanza a Boston, Massachusetts. Tutte le band che si sono esibite hanno pubblicato sotto questa etichetta, e con la serata di mercoledì avremo modo di fare un bel tour completo degli USA, conoscendo diverse sfaccettature di un genere, l'hardcore, che si dimostra essere uno dei più versatili e un genere "cappello", un calderone all'interno del quale possono finire classificate anche band diversissime tra loro.

Nel nostro viaggio si parte dalla Boston in cui nasce la casa discografica e da cui provengono le prime due band ad esibirsi, ovvero C4 e Restraining Order, per poi spostarci un po' più a sud, pur rimanendo sulla costa est, fino a New York, con i Pain of Truth. Infine, andiamo sulle coste dell'Oceano Pacifico, in California, con i Sunami e i No Pressure.

Tutte band piuttosto recenti ma i cui membri navigano da molti anni nell'ambiente underground delle rispettive zone di provenienza. È quindi quello di stasera anche un viaggio nelle diverse scene hc in giro per gli USA.

Si parte quindi dalla città d'origine dell'etichetta Triple B Records, si parte con i C4 da Boston. Un singolo appena rilasciato, Split Your Skull In Half, un precedente disco, Chaos Streaks, ed un primo demo, Goes To War, fanno ben comprendere che ci si trovi di fronte ad un punk hardcore muscolare e privo di compromessi. Se i titoli dei dischi non fossero sufficienti per farsi un'idea, si aggiunga che le canzoni del loro disco variano da una durata di quattro secondi (l'omonima C4, occupata prevalentemente dall'urlo «suck my nuts» del cantante O-Zone) ai 112 secondi di The Party

T-shirt degli SlayerDo you want to die?», chiede il retro della maglietta), bermuda floreali d'ordinanza e il chitarrista attacca con i breakdown e gli stop n' go caratteristici del genere. Si passa dal citato primo disco della band con Health Freak Head Stomp per una ventina di minuti di metalcore di stampo piuttosto classico che si chiudono con la già citata brevissima omonima traccia che ci lascia quel retrogusto di Napalm Death.

Da segnalare il ruolo predominante che assume la sezione ritmica, dal basso distorto alla presenza alla batteria di Will Hirst, in prestito dalla band che segue sul palco, i Restraining Order.

Da West Springfield, Massachusetts, formatisi nel 2017, i Restraining Order pare siano nati, come buon proposito per l'anno nuovo, con l'obiettivo di formare una band "in stile 1982". Dati questi presupposti, ammetto di essere partito un po' prevenuto nei confronti della band: nostalgici o furbi nel voler recuperare un sound di quarant'anni fa?

Sono contento di essermi ricreduto: i cinque suonano freschi e originali, c'è tantissimo punk '77 nei riff di chitarra e qualcosa che mi ricorda i Germs. Le crocs del chitarrista sono il "mai-più-senza" dei concerti punk, le canzoni estratte dall'ultimo disco This World Is Too Much iniziano a far saltare e pogare il pubblico (What Will You Do?, Don't Really Think, Something For The Youth e Addicted To This Life, che chiude lo show); anche troppo, forse, considerato il brutto infortunio capitato ad un fan a metà live, che costringe la band ad interrompersi per 10 minuti. 

Nel corso dello show c'è anche il tempo per un nuovo pezzo, tratto dal disco in uscita il 21 luglio prossimo. 

Arriviamo a New York, come detto. Torniamo al hardcore punk muscolare alla Sick Of It All dei Pain Of Truth. L'EP del 2020, No Blame… Just Facts,  si caratterizza per le numerosissime partecipazioni: ogni singola canzone del disco presenta un ospite alla voce, da Dan Seely dei King Nine ai Billy Club Sandwich; nel disco, insomma, c'è un po' tutta la créme del NYHC. Questo aspetto "collaborativo" e di reciproco supporto si manifesta anche sul second stage qua a Sherwood Festival: sono numerosi infatti i membri delle altre band che si esibiranno o si sono esibite in serata presenti a lato palco o che partecipano come backing vocals durante lo show. Nel corso del live si passa dalla traccia omonima tratta dal disco citato, all'ultimo singolo Actin' Up e a Snake In Disguise. Come per la band precedente, viene proposto anche un nuovo singolo, tratto dall'album in uscita a Settembre.

È tempo degli Sunami, da San José, California, attivi dal 2019, e di tutt'altra pasta rispetto ai gruppi precedenti e a quello che verrà. Violentissimi, pesantissimi ed altri superlativi assoluti. Hardcore a tinte death e thrash, che d'altronde se arrivi dalla Bay Area non puo essere altrimenti. I brani Six e No Heart tratti dal primo LP omonimo uscito il 14 giugno 2023, ci portano rapidamente al pezzo più riuscito del concerto, quel Contempt Of Cop, anticipato dall'urlo «fuck the police», che sottolinea il noto scarso amore dei californiani verso le forze dell'ordine.

Da segnalare anche Dirty Work e l'impressionante lavoro di doppio pedale del batterista. A questo punto della serata il pogo si è fatto veramente intenso, accompagnato da un costante stage diving e dal lancio di numerosi bicchieri e lattine da una parte all'altra del pit: nient'altro che il solito concerto hardcore!

Costante, infine, il  - già menzionato - reciproco supporto dato dalle altre band, sempre presenti a lato palco e pronte a fare da ospiti (in questo caso i No Pressure) alle voci. 

Si chiude con un altra band piuttosto differente rispetto al trend della serata: i No Pressure, punk/hardcore melodico, a tratti vicino al pop punk dei primi anni 2000, con particolare riferimento ai Blink-182, le cui cover compaiono nel repertorio della band. Partiamo dal motto della band: «just some friend making music. No pressure». Nessuna pressione, no drammi, ma solo musica per divertire e divertirsi; e lo show è così trascinante ed energico che pure le persone apparentemente più tranquille ed insospettabili finiscono per lanciare lattine nel pogo (come dicono gli inglesi, you know who you are!). Il cantante Cannon Parker, già nei The Story So Far, partecipa con il pubblico a questo rito collettivo, cedendo più volte al pubblico il microfono per cantare assieme. Si attraversano i pezzi più noti dai due dischi s/t Tracce brevi, veloci, punk melodico da fine anni '90, ma con un sottotesto hc fornito dal batterista Harry Corrigan (Regulate), i No Pressure terminano la serata richiamati a gran voce dal pubblico sul palco per l'ultimo l'encore

E si torna a casa, doloranti ma felici come ai migliori concerti punk!

 
 

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