Carmen Consoli feat Maria Rei - Sherwood 2023

La terza serata di Sherwood viene battezzata da un breve temporale estivo che si chiude giusto in tempo per far salire sul palco la giovane Caterina Dufi, classe ‘98, in arte Vipera, progetto solista targato Dischi Sotterranei.

Con il suo EP di esordio Tentativo Di Volo riesce a creare un’atmosfera incantata e a farci immergere in un intreccio di trame sonore e parole cantate a mezzavoce, tant’è che solo stando vicini al palco riusciamo a distinguerne bene i suoni.

Il progetto di Vipera non è infatti fatto solo di musica ma anche di arte visiva, per costruire un immaginario ibrido che restituisca anche esteticamente le sue suggestioni musicali. 

E sono proprio suggestioni quelle che porta sul palco, in un misto tra italiano e inglese, studiato appositamente per togliere importanza al significato dei testi e ai vissuti personali dell’artista ma eseguirli come fossero preghiere, appunto sussurrate a mezzavoce.

Prima di proseguire la serata, sul palco vengono ricordate le 600 persone morte in mare a Pylos il 14 giugno, a soli 3 mesi dalla strage di Cutro, per sottolineare le responsabilità politiche delle oltre 26 mila persone naufragate nel Mediterraneo negli ultimi 10 anni.

Vengono ricordati due appuntamenti importanti per discuterne: il dibattito di lunedì 19 alle 21 “Cutro non è un decreto, Cutro è una strage” e la manifestazione in Piazza Antenore alle 17 di martedì 20 giugno, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato.

Sono le 22:20 quando Carmen Consoli sale sul palco di Sherwood, dopo 8 anni dall’ultima volta, all’interno di un doppio tour in duo con la batteria di Marina Rei e in trio con le chitarre di Massimo Roccaforte e il violino di Adriano Murania, in attesa dell’evento Terra ca nun senti che si terrà il 15 luglio a Siracusa.

Vestita di bianco comincia il live sfoderando una tripletta dei suoi più grandi successi: Un amore di plastica, Parole di burro e Fiori d’arancio, giusto per far capire alle 8 mila persone radunate nel parcheggio nord dello Stadio Euganeo che serata magica li attende, e infatti è proprio sul pubblico che le luci si posano.

La Cantantessa, da sola con la sua chitarra, ha già conquistato il palco - oltre che tutti noi - e senza darci il tempo di ricomporci emotivamente, introduce il prossimo pezzo: la storia di «una scimunita, nata a Catania nel ‘74, che sin da bambina che sognava di fare la rockstar». Volevo fare la rockstar è «la storia di quella scimunita» singolo omonimo dell’ultimo album, registrato nel 2021, riflessione matura, che oscilla tra l’intimo e il politico, in un misto di nostalgia e speranza, per ritrovare autenticità oltre le convenzioni sociali.

Tenendo fede alle aspirazioni da rockstar, la catanese prosegue con il rock disturbante di Per niente stanca, questa volta aiutata dalla batterista e amica Marina Rei, che la raggiunge sul palco. Insieme danno prova della loro maturità vocale e musicale con Besame Giuda e Fino all’ultimo. 

È qui pubblico comincia a scaldarsi e la cantautrice coglie l’atmosfera

«Io sono aria

Lasciate che vi tenti»

Il live continua sulle vibrazioni sensuali di Geisha, preludio del semi-recitato Donna che parla in fretta, sperimentazione vocale della stessa Marina Rei, dove testo e spirito decisamente femminista si fondono alla perfezione.

Si prosegue con Al di là di questi anni, altro brano della batterista romana, classe 1969, grazie alla quale il concerto cambia carattere e diventa rock allo stato puro. 

Come fu nel 2000, quando dopo aver conosciuto le sonorità rock dell’artista,  venne pubblicato L’ultimo bacio, meravigliosa poesia del melodico puro, fuori dal tempo, la cantautrice riporta in una dimensione più intima il pubblico, ormai in visibilio, che canta all’unisono

«Di quei violini suonati dal vento

L’ultimo bacio mia dolce bambina

Brucia sul viso come gocce di limone

L’eroico coraggio di un feroce addio»

Il pubblico è incantato e la voce calda di Carmen riempie la Foresta di Sherwood, la avvolge totalmente.

Marina Rei abbandona la sua batteria è la raggiunge per cantare al suo fianco Un momento di felicità, singolo pubblicato nel 2022, con il quale le due musiciste, dopo 30 anni di amicizia e collaborazioni, per la prima volta avevano unito in un brano le loro voci e talenti. 

Dopo uno scambio di battute sui dialetti, romano, siciliano e veneto, da cui vengono in realtà parte delle origini della cantautrice, Carmen ci introduce a Contessa Miseria, «soprannome di una signora che viveva vicino casa mia, aveva origini nobili e non accettava di invecchiare».

Il brano, tratto da Mediamente isterica (Cyclope Records, Polugram, 1997), ritrae una vecchia femme fatale «sola alle porte dei sessanta tra vistose piume di struzzo e volgari ferraglie» e la sua incapacità di accettare lo scorrere del tempo.

Immancabile, arriva Confusa e felice, che ricorda a tutto il pubblico la precisione dell’intonazione della Cantantessa, ed apre a Venere, in cui una melodia rock e dolce accompagna un testo pieno di sensualità e disillusione: «triste, annoiata e asciutta»

Blunotte segna un altro intenso momento prima della chiusura, in cui le due voci insieme ci trascinano verso la fine del concerto, con la grottesca ma geniale carrellata di personaggi guardati dalla finestra e cantati in dialetto catanese in A’ finestra.

«Chi ci aviti di taliari 'un aviti autru a cui pinsari, 

almeno un poco di chiffari? Itavinni a ballari, ittati quattru sauti e nisciti giustu pì sbariari!»

(Cosa avete da guardare? Non avete altro a cui pensare

o altro da fare? Andate a ballare, fate quattro salti e uscite solo per svagare!)

La Cantantessa è dirompente, magnetica, capace solo con una chitarra acustica - suonata divinamente - di catalizzare totalmente il pubblico.

E grazie alla bravura e all’esperienza di Marina Rei alla batteria, non fa sentire la mancanza di altri strumenti.