Quel paese che sembra una scarpa spiegato alle giovani generazioni

Zen Circus live report

New Age Club, Roncade (Tv) - Venerdì 11 Novembre 2011

19 Novembre 2011

Il concetto che insiste sulla presunta perfezione del numero tre ha la sua estensione reale negli Zen Circus.
Appino, Ufo e Karim: complementari, essenziali nella loro diversità, ma comunque capaci di incarnare e mischiare l'idea fondante del rock'n'roll e di una attitudine punk.
Se c'è spazio per suonare ed esprimersi semplicemente lo occupano. Senza fronzoli e paranoie.
Un palco può essere equivalentemente sostituito da una scrivania piuttosto che da una impalcatura, un ponte, una piazza, una strada. In ogni condizione, in qualsiasi contesto immaginabile, il Circo Zen si adatta fluidamente creando una situazione indimenticabile.
Per questo spiazzano e i loro live diventano imprevedibili, unici, atipici.

Ad Ottobre è uscito Nati per subire (La Tempesta, 2011), ideale seguito di Andate tutti affanculo (La tempesta, 2009) il loro primo album tutto in italiano che ha fatto impennare la loro carriera. Ancora una volta gli Zen Circus ci raccontano l'Italia delle storie difficili. Una zoomata sulla vita. Quella vera.

Sul palco del New Age si presentano democraticamente allineati orizzontalmente. Ufo sta sulla sinistra ad impugnare il basso, Karim centrale alla batteria, Appino sfoggia il suo baffo e da aria alle corde vocali sulla destra del palco.
I primi accordi dell'intro di Nel Paese che sembra una scarpa aprono un mondo di malinconia. “Le banche prestano nomi a tutti quanti” creando illusioni effimere ed anestetiche. Ma la vita torna a far tremare, l'amore a spezzare le ossa e la musica a raccontarci.

Appino cambia chitarra per preparare un sound più intimo ed acustico, tipicamente Zen.
Vent'anni è forse il pezzo più riuscito della loro fase di passaggio dai testi in inglese a quelli in italiano. Una transizione lunga due album, iniziata con Life and Opinions of Nello Scarpellini, Gentleman e finita, tre anni più tardi, con Villa Inferno, il solco che preparava la strada ad Andate tutti affanculo.

Sul palco cominciano a spogliarsi. I suoni riscaldano. È l'ora di Gente di merda il brano con cui hanno partecipato alla compilation Il paese è reale (Casasonica, 2009) e poi incluso fra le tracce di Andate tutti affanculo. Karim è uno spettacolo da vedere. Irrefrenabile. Ufo sembra colpito da un attacco di orticaria.

Sullo sfondo di We just wanna live le considerazioni sulla maledetta, fastidiosa, colonna del New Age, tornano come dischi rotti. (Ci sono notti in cui sogno di abbatterla definitivamente).

La title track del disco precedente, il suo giro di chitarra semiacustica indimenticabile, si frantuma in una visione che appare sul maxischermo e su tutti i piccoli monitor da poco installati nel locale: Immanuel Casto. Un discorso sulla pubblicità ci distrae per un paio di minuti, ma il pezzo dura un sacco e sulla dolcissima coda finale Ufo si stende a terra, Appino e Karim nelle esplosioni folk danno il meglio di sé.

Gli Zen Circus sono una band in tour costante, suonano senza pause, senza risparmiarsi. Non è un caso che il singolo L'amorale del nuovo disco Nati per subire arrivi dopo un bel po' dall'inizio del concerto. D'altronde come si fa a raccontare il presente senza conoscere il passato? “Dio non esiste” e pugnetti al cielo.

La performance procede spedita: Punk lullaby e i disegni di Davide Toffolo ben conficcati nella testa, L'egoista e le feste vere, I qualunquisti e la storia della coerenza, Vecchi senza esperienza, gli amici scrittori e San Marino, Figlio di puttana e le cose tristi raccontate con il sorriso, Vana gloria e il basso di Ufo protagonista della scena, La democrazia semplicemente non funziona e il fascino indiscreto della mia pazzia, Ragazzo eroe e il tempo che non c'è.

Entra in scena Nicola Manzan. Inaspettato, abbraccia il suo violino per Il mattino ha l'oro in bocca. Sono attimi da brividi.

Gli Zen escono dal palco e rientrano subito dopo dando il buon natale a tutti, ma Abdul questa volta non risponde al telefono. Con un po' di rammarico per la mancata scenetta vista e rivista, ma sempre esilarante, ascoltiamo gli ultimi pezzi: la sculettante e surf Milanesi al mare, il loro primo pezzo completamente in italiano Fino a spaccarti due o tre denti e l'ultimissimo pezzo, dedicato alle band che si faranno (musicalmente parlando) Nati per subire.

Karim si alza in piedi sul seggiolino e vola sui piatti.
È la fine.

Guarda l'intervista a Ufo realizzata al Super Sound 2011 di Faenza:

 
 

Links utili:
www.newageclub.it
www.latempesta.org
www.zencircus.it
Recensione su sherwood.it
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    video

  • Piazza Delight: Zen Circus - Vent'anni
  • The Zen Circus "L'Amorale" (Videoclip Ufficiale)
  • audio

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