Qualcuno dovrà pensare ai rettili

Recensione del libro di Walter Comoglio, edito da Eris Edizioni

1 Maggio 2023

Questo libretto (racconto lungo? Romanzo breve? I Tardigradi, collana di cui fa parte, è “una collana di racconti lunghi, compresi tra le 70.000 e le 90.000 battute. Una misura della narrazione che, nonostante abbia conosciuto esponenti illustri come Kafka, Bulgakov, Melville, col tempo è stata messa ai margini della produzione letteraria e spesso, per dinamiche commerciali, è stata assorbita in raccolte più ampie o stiracchiata fino ad assumere la forma del romanzo breve”) si apre con tante domande, e nel chiuderlo il lettore non potrà fare a meno di farsene ancora di più.

Il paesino di Rovellana, con i suoi pochi abitanti, è il centro della narrazione. Un’ordinanza comunale ha stabilito che i non residenti, per entrare nel territorio, hanno bisogno di un pass firmato dal sindaco. Da qui parte una sorta di inchiesta, protagonista il dottor Nicoli, giornalista, che vuole capire e scoprire quali sono le motivazioni che si celano dietro questa ordinanza.

Il racconto si apre con uno stile prettamente giornalistico, pare di leggere un vero e proprio articolo di giornale, per poi sfumare in tinte più acquose, mancano riferimenti temporali, i personaggi sono squadrati e piatti, i dialoghi concisi, quasi laconici, ripetono più o meno sempre le stesse cose. Un po’ alla Dino Buzzati de “Il Deserto dei Tartari”: una storia che potrebbe essere ambientata ovunque, in qualunque tempo, avulsa da un qualsivoglia contesto storico.

Tutto ciò non fa che aumentare il mistero, ma soprattutto il lettore ha la forte percezione che la storia non sia davvero importante, ma che il tutto diventi sempre più un’allegoria. E infatti, e spero di non fare spoiler raccontandolo, il significato di questa decisione, almeno quello che ci raccontano gli abitanti, è ben presto chiaro: il paese si sta spopolando, non c’è più unità tra gli abitanti da quando la fabbrica che prima era centro) della vita quotidiana (e in qualche modo nemico da sconfiggere è stata chiusa. Non c’è più nulla che lega la popolazione, quindi serve trovare qualcosa di nuovo: un nuovo nemico.

Il fantastico (che è protagonista della collana I Tardigradi, di Eris Edizioni) diventa qui inquietante metafora del presente e del reale. La pedissequa e organizzata costruzione del nemico fa pericolosamente l’occhiolino a molti processi politici a cui stiamo assistendo in Italia, così come in molte altre parti del mondo. Per rimanere nel Bel Paese, sicuramente ricorda esplicitamente la politica anti-migratoria che vediamo portare avanti da anni da Governi di tutti i colori, e che dipinge più o meno direttamente lo straniero come minaccia all’onestà della popolazione.

Trovo inoltre molto interessante questo sempre più pervasivo racconto del fantastico, sebbene in Qualcuno dovrà pensare ai rettili i tratti del weird, della fantascienza o del fantasy siano limitati ad una vaga ed implicita atmosfera distopica. Riprendo dalla presentazione della collana: “in questi racconti, il fantastico e il meraviglioso diventano congegni con cui minare la narrazione ordinaria del reale, piccoli ordigni con cui far esplodere il senso comune”. Sicuramente questo libretto qualcosa fa esplodere, se non altro per il finale criptico e angosciante. Come dicevo all’inizio, le domande con cui chiudiamo le pagine sono tante: una in particolare mi continua a tornare in mente “Dove sono i rettili? Cosa simboleggiano?”. Se qualcuno decide di cimentarsi nella lettura di Qualcuno dovrà pensare ai rettili (le pagine sono poche e scorrevoli, apposta anche per i lettori più pigri o per quelli più impegnati), poi ne parliamo insieme. Questo libro, oltre che far riflettere, sembra fatto apposta per far parlare, per far confrontare, litigare, discutere le persone. Quindi, non vedo l’ora! Buona lettura!

 
 

Il libro su Eris Edizioni

 
 
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