Arte occupata - La Tana

27 Aprile 2023

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L’arte è davvero libera? Senza appellarci all’articolo 33 della Costituzione potremmo azzardare l'ipotesi che nulla dovrebbe essere più primitivo e libero dell’arte. Le pitture rupestri, prima della scrittura e di ogni altro metodo comunicativo strutturato, hanno permesso ai nostri antenati di raccontarsi, di interagire e di mostrare la loro realtà quotidiana, senza vincoli o costrizioni. Gli artisti odierni, lontani dal cibarsi di soli semi, bacche e frutti, a loro volta potrebbero confermare che l’arte, anche nel 2023, rimane tra gli strumenti più potenti per il disvelamento del Sé e per il racconto visivo del pensiero. L’unica impattante differenza tra il nostro mondo e quello Paleolitico sta nel panorama: non ci sono più caverne e capanne fatte con ossa e pelli animali ma attorno a noi si erige una complessa società capitalista che ha divorato all’interno dei suoi circuiti anche la più antica forma d’espressione umana, l’arte. Nepotismo, agganci, privilegi economici, sociali, compromessi etici, ideologi, lo stesso doversi piegare al pensiero comune. Cosa deve fare davvero un artista per essere esposto all’interno di una nota galleria? Basta il talento? 

Senza ora appellarci all’articolo 21 della Costituzione potremmo azzardare l’ipotesi che tutte le voci, di pari valore, meritino le stesse opportunità espositive in spazi liberi e neutri d’espressione, ma molti artisti trovano solo porte chiuse. La tana, Laboratorio Sociale Occupato, in Via Marzolo 15, ha risposto a questo problema allestendo una mostra d’arte semi-permanente in uno spazio sociale occupato. 

Le prime opere sono state esposte all’inaugurazione questo mercoledì ma tutti i membri della Tana si sono spesi per sottolineare come la mostra non sia cristallizzata, sarebbe dopotutto un controsenso, il progetto Arte Occupata è tutto in divenire e gli artisti interessati possono ancora recarsi in Via Marzolo 15 per contribuire al progetto con le loro creazioni.

Attualmente sono esposte tre opere. Il tour inizia con quattro stampe in tecnica xilografica: Le fou (0- Il Matto), XIII ( 13 - Arcano senza nome), Le jouer (1 - Il bagatto), Le toille (17 - Le stelle). Queste quattro opere del 2021 sono una rielaborazione dell'artista Marta Polato delle icone presenti sui 22 Arcani Maggiori dei tarocchi e risaltano per il loro gusto moderno e folcloristico. 

La seconda opera esposta, divisa in due parti, racconta un processo di riappropriazione degli spazi pubblici pubblicitari di Padova. La curatrice della mostra occupata, Mariasole Zagnoni, in arte Rame realizza: Organico (2023). Questa sorta di dittico ha un messaggio locale potente, l’intenzione è quella di  ricordare a tutti i cittadini che la città appartiene a chi la vive quotidianamente e che, nonostante l’estetica delle strade sia imposta, ognuno di noi è libero di trasformarla con uno sforzo artistico attivo, abitandola così a pieno e per scelta.

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Gli ultimi lavori appartengono al fumettista Francesco Zanetti, in arte Netti. Due stampe calcografiche realizzate in acquaforte su lastre di zinco e un dittico intitolato Nevrosi a sottolineare il caos esterno e interno all’artista concludono con stravaganza e esagerazione underground il circuito.

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Queste opere custodite dal Portello sono ad oggi il cuore della mostra, una mostra in divenire, aperta che accetta e accetterà sin da oggi nuove personalità artistiche, offrendo senza chiedere nulla in cambio, uno spazio d’espressione occupato per voci libere.

 
 
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