L'intervista di Mattia Gallo all'attivista dell'associazione Roberto Saba

Alberi in Periferia, la realtà sociale di Roma ecologista e contro l’abbandono delle periferie.

4 Marzo 2023

Da qualche anno a Roma è presente una realtà sociale che porta avanti obiettivi di tipo ambientalista e di riqualificazione sociale dei territori che si trovano in periferia della capitale italiana: si tratta di Alberi in Periferia. Di seguito un’intervista a Roberto Saba, membro attivo di questa realtà che ad oggi conta di 15 volontari che partecipano attivamente nei suoi progetti.

Dove e quando nasce Alberi in periferia? Quali sono i suoi scopi? Da chi è formata la vostra organizzazione? Chi partecipa attivamente?

Alberi in Periferia nasce alla fine del 2019 quando il nostro attuale Presidente, Andrea Loreti, ha l'idea di cominciare a piantare alberi per combattere il degrado presente nella periferia di Roma. L'associazione nasce nel quartiere Centocelle nel quadrante est della città. Ci definiamo Associazione ambientalista ed ecologista con un forte spirito sociale. Gli scopi della Associazione sono molto chiari: piantare quanti più alberi possibile per combattere l’inquinamento e il surriscaldamento globale nel massimo rispetto degli ecosistemi locali, combattere il degrado della periferia romana realizzando interventi in aree pubbliche coinvolgendo i cittadini presenti nell’area stessa, svolgere attività di formazione e sensibilizzazione soprattutto verso bambini e ragazzi.

In pratica tutti i nostri interventi di messa a dimora di alberi prevedono il benestare da parte delle Istituzioni (Comune, Municipi) o dell’eventuale proprietario del terreno e prevedono il coinvolgimento di cittadini disposti a seguire le piante nei 2/3 anni successivi. Svolgiamo spesso attività con le scuole sia per piantare alberi nei loro giardini e sia per fare lezione con i bambini e i ragazzi.

In che luoghi della città di Roma operate? Potete darci un po’ di numeri a riguardo?

Alberi in Periferia opera soprattutto nei parchi pubblici del quadrante Est di Roma dove siamo concentrati noi volontari ma non abbiamo limiti territoriali per le nostre attività. Ad esempio in passato abbiamo svolto attività di messa a dimora di alberi anche nel Viterbese presso il Santuario Capra libera tutti. Finora siamo intervenuti soprattutto in contesti urbani un po' dimenticati dalle Istituzioni, e purtroppo, nella periferia romana non mancano.

Teniamo costantemente aggiornato un registro degli alberi chiedendo costantemente feedback sullo stato di salute delle piante agli interlocutori coinvolti. Il registro è visionabile sul nostro sito www.alberiinperiferia.it e attualmente abbiamo piantato circa 2000 piante con una percentuale di attecchimento intorno all’80%.

Potete parlarci dei vostri ultimi progetti?

Due bellissimi progetti che stiamo portando avanti sono la Food forest e la Fabbrica dell’ossigeno entrambi realizzati in collaborazione con due associazioni del terzo settore operanti presso la Tenuta della Mistica. La Tenuta della Mistica è un’area del Comune di Roma tra la via Prenestina e la via Casilina allo stato agreste dove sono presenti molte associazioni.

Presso Agricoltura Capodarco abbiamo realizzato una Food forest, ovvero un piccolo ecosistema costituito sia da alberi da frutto che da alberi e arbusti adatti ad accogliere insetti impollinatori ed uccelli. Questo intervento è stato realizzato su un’area di circa 1 ettaro e ha previsto la messa a dimora di oltre 500 tra alberi e arbusti. Il progetto è stato realizzato attraverso il bando della Regione Lazio Ossigeno e la sua realizzazione ha visto la supervisione di un agronomo professionista che ci ha guidato nella realizzazione della Food forest. Al centro della food forest è stato pensato uno spazio adatto ad accogliere rappresentazioni teatrali e attività analoghe.

Presso l’Asd Circolo Ippico Equestrians Academy, associazione che si occupa di ippoterapia con persone diversamente abili operante sempre presso la Tenuta della Mistica abbiamo realizzato la Fabbrica dell’ossigeno ovvero un vivaio forestale in grado di produrre circa 4000 piantine ogni anno a partire da semi raccolti in ambiente. Anche per questo progetto siamo stati seguiti da un ecologo professionista, Roberto Salustri, che opera presso il Parco dei Castelli Romani. Ci ha insegnato a realizzare delle vasche forestali per accogliere le fitocelle ovvero le future piantine. Il progetto è stato completato questo inverno e ha previsto la realizzazione delle fitocelle a partire da contenitori in tetrapak o bottiglie in plastica. Con la Fabbrica dell'Ossigeno puntiamo a autoprodurci gli alberi e a diventare spacciatori di alberi. Infatti la nostra idea è anche quella di cedere a titolo gratuito le piante prodotte a chi ne faccia richiesta e si impegni a piantarle e accudirle opportunamente.

Un intervento come il vostro che incidenza ha su un contesto come la periferia? Quale l’impatto dal punto di vista ambientale e quale da quello umano? Da quest’ultimo punto di vista, che reazioni avete avuto da parte degli abitanti delle periferie?

Partiamo dall’impatto ambientale: fare una valutazione tecnica della quantità di CO2 assorbita da un albero è materia da specialisti ed è una valutazione estremamente difficile. Volendo però dare un riferimento, in maniera conservativa, si può considerare che un albero assorba mediamente 20 kg di CO2 per ogni anno di vita. Chiaramente si tratta di una valutazione molto grossolana che ci serve solo per dare un punto di riferimento. Possiamo inoltre supporre che un albero abbia una vita utile di 25 anni. Con questi numeri il calcolo della quantità di CO2 assorbita ammonterebbe a circa 500 kg per ogni albero piantato. Considerando che mediamente un cittadino produce circa 5000 kg di CO2 ogni anno con i nostri 1600 alberi all’attivo avremmo compensato le emissioni di 160 persone. Andrebbero poi valutati gli effetti sugli altri inquinanti e l’effetto sulle temperature.

Per quello che riguarda l’impatto umano e sociale Alberi in Periferia cerca di creare ponti. Cerchiamo sempre di tessere relazioni coi residenti delle aree in cui interveniamo. Ricerchiamo il loro aiuto e il loro impegno nella cura delle piante. Proponiamo una idea di periferia più accogliente e partecipata. Finora abbiamo sempre trovato un forte interesse verso le nostre attività. Non sempre questo interesse riesce a trasformarsi in azione però, ma come realtà stiamo crescendo e contiamo di continuare a farlo.

Infine non trascurerei l’aspetto estetico delle nostre iniziative. L’albero è riconosciuto come un elemento che porta bellezza, le città alberate sono più belle e accoglienti e questo non può che giovare a tutti i cittadini.

È vero che una volta avviato il progetto, con l’innesto – piantagione degli alberi, gli abitanti dell’area del posto devono prendersi cura delle loro piante? Se si, avete monitorato che questo avviene?

Come detto in precedenza nella nostre attività cerchiamo sempre di coinvolgere direttamente cittadini, associazioni, comitati che orbitano sull’area interessata dall’intervento. Questo perché cerchiamo di responsabilizzare le persone verso la cura degli alberi e i temi che portiamo avanti e anche perché per poter gestire più interventi abbiamo bisogno di delegare. Chiediamo loro di partecipare alla messa a dimora delle piante e soprattutto chiediamo che si prendano cura delle piante per i successivi 2/3 anni. Prendersi cura delle piante messe a dimora significa verificarne l’attecchimento e annaffiarle nella stagione estiva almeno una volta alla settimana.

Noi monitoriamo costantemente lo stato delle piante chiedendo dei feedback alle persone coinvolte e facendo anche dei sopralluoghi di tanto in tanto.

Cosa pensate in generale della periferia di Roma? Manca molto verde? Il vostro tipo di progetto, è un progetto che potrebbe svolgersi in altre città?

Credo che tutte le periferie del mondo soffrano delle medesime problematiche e la periferia romana non fa eccezione; la mancanza di servizi e della presenza delle istituzioni. Roma è una città con molte aree verdi sia nella parte centrale che in quella periferica.  Purtroppo non tutte le aree verdi sono curate e gestite allo stesso modo, ci sono spazi adibiti a verde pubblico che il Comune o i Municipi non riescono a gestire come si dovrebbe e queste aree spesso si trovano nelle zone periferiche della città. La nostra idea è quella di fare qualcosa di concreto per migliorare lo stato delle aree in cui interveniamo. Tutti i nostri interventi sono coordinati con le istituzioni, Comune o Municipi, perché agiamo sempre all’interno dei regolamenti in vigore.

Per quanto riguarda la possibilità di applicare quello che facciamo anche in altre città è sicuramente possibile e ce lo auguriamo.

Che idea vi siete fatti delle periferie, nel corso dei vostri progetti? Pensate che attività come le vostre possano avere un certo impatto?

Le periferie sono le zone delle città in cui sono più visibili le mancanze delle Istituzioni ma sono piene di energia e persone di buona volontà. Noi vogliamo fare leva proprio sul potenziale inespresso delle periferie sia in termini di risorse umane che in termini di risorse territoriali. Finora i nostri interventi si sono concentrati in periferia ma non ci precludiamo certo di fare attività in zone più centrali della città, siamo inclusivi a priori. Pensiamo assolutamente che attività come la nostra abbiano un impatto positivo: ecologico, sociale e estetico. Abbiamo l’ambizione di diventare virali, vogliamo che la messa dimora di alberi diventi una urgenza per tutta la collettività.

 
 

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