Recensione di "Picnic sul ciglio della strada - Stalker" di Arkadij e Boris Strugatskij

Edito da Marcos y Marcos e a cura di Paolo Nori, è stato tradotto dalla versione integrale del romanzo, non più "deturpato da duecento umilianti correzioni" imposte dalla censura istituzionale sovietica.

19 Dicembre 2022
Prima di leggere questo libro ero molto emozionato perchè a detta di tutti gli amici più esperti di me nella fantascienza, questo romanzo è una pietra miliare e il film che Andreij Tarkovskij ne ha tratto “Stalker” è un cult per chiunque ami il genere.
Film e romanzo si svolgono in due finestre temporali diverse, e anche i personaggi hanno delle caratteristiche differenti. Scrivo questo per specificare a chiunque abbia visto il film che il libro amplia notevolmente gli orizzonti del film, e che se si vuole continuare a strisciare all'interno di questo mondo, l'impenetrabile Zona, leggere il libro sarà quello che fa al caso vostro.
Lo stile con cui i fratelli Strugatskij scrivono questo romanzo è crudo e lineare, a volte quasi brutale, e senza alcun timore di scivolare spesso nel volgare. In questo modo riescono a creare l’atmosfera adatta alla fusione del lettore con la storia, ambientata in un paesaggio cupo e desolato (uno dei miei preferiti). È importante tenere a mente che noi possiamo leggere questo romanzo nella sua versione più fedele grazie a questa nuova traduzione, che ha ripristinato il linguaggio originale, togliendo tutte quelle correzioni che lo volevano rendere “politically correct”, e che invece lo hanno
deturpato.
«Con la Zona è così. Torni con la roba: un miracolo; torni vivo: un successo; torni con una pallottola dei sorveglianti: un colpo di fortuna; tutto il resto: destino»
Il primo protagonista di questo romanzo è proprio la Zona: Un luogo nella periferia della cittadina di Harmont, che dopo la “visita” si è trasformato in un posto
tanto affascinante quanto pericoloso, ben sorvegliato dai militari del nuovo istituto internazionale delle civiltà aliene. Al suo interno si nascondono oggetti dalle proprietà straordinarie come le “conchiglie”, sogno di ogni scienziato, ma anche trappole mortali come la “gelatina di strega” e i “tritacarne”, che solo in pochi hanno avuto la fortuna di vedere senza rimanere mutilati o uccisi.
Rapido, tenace e senza troppi scrupoli Red Schuhart, detto il Rosso, è l'altro (co)protagonista del romanzo che grazie a queste qualità è uno degli Stalker più rispettati di tutta Harmont. Fare lo stalker significa intrufolarsi nella Zona a caccia di tesori da rivendere al miglior offerente, rischiando di non tornare a causa di un capriccio della Zona o di un proiettile dei militari che la sorvegliano.
Per il Rosso però essere uno stalker non è solo un lavoro, ma un modo di vivere. Una ricerca viscerale di quel brivido che solo all'interno della Zona si può percepire e del quale non può fare a meno. Ma quando Red scoprirà che nella Zona potrebbe esistere un oggetto capace di esaudire ogni desiderio, quanto sarà disposto a mettere in gioco?
I (co)protagonisti di questo romanzo sono la Zona e il suo principale sfidante, lo Stalker.
Il fulcro del romanzo è senz'altro quello del rapporto tra l'umano e l'ignoto, traslati abilmente nello Stalker e nella Zona.
Un tema che viene portato alla luce negli intensi dialoghi con il prof. Peelman (vincitore del Nobel per degli studi sulla Zona) che spinge i personaggi (e noi lettori) a domandarsi: Ma che cosa avranno voluto comunicarci allora questi alieni facendoci visita e creando la Zona? Volevano insegnarci la loro tecnologia? Stabilire le basi per un dialogo? Prepararsi ad invaderci? Studiare i nostri comportamenti?
Sono queste le domande che assillano la mente di chi cerca a tutti i costi una spiegazione alla Zona,senza riuscire a svincolarsi dalla troppo semplicistica visione antropocentrica.
E se si fosse trattato solo di una breve sosta ristoratrice durante un viaggio intergalattico, e nel raccattare tutte le loro cose a questi “visitatori” fossero caduti qua e là dei piccoli oggetti?
Insomma, se si trattasse solo di un banalissimo picnic sul ciglio della strada?
 
 
 
 
 
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