Roncea - Acrobazie

Un disco profondo, dinamico, altruista

26 Settembre 2022

Acrobazie è il titolo del secondo lavoro in italiano di Roncea, in uscita per Dischi Sotterranei e Alter ErebusIl nome fa riferimento al passato da circense del padre, Constantin Roncea, che appare in copertina e, concettualmente, parla di equilibrio in diverse espressioni, accezioni e sfaccettature.

Il disco si compone di cinque tracce a cui non riesco attribuire un’emozione specifica, sarebbe più corretto dire che, nella sua interezza, mi trasmette una sorta di malinconia sana, buona, positiva, quel tipo di malinconia che si ha quando scopri qualcosa su di te che ti spinge a riflettere, a lavorarci su.

Dal punto di vista tecnico sono molto apprezzabili cori e secondi voci, inserite con cura e talvolta cantati da Giulia Provenzano la cui presenza si sposa a mio parere perfettamente con testi e melodie. 

I brani giocano molto con la dinamica, con momenti di tensione che poi si risolvono, soprattutto nelle percussioni. Quasi tutto è costituito da elementi acustici tra cui, le chitarre, giocano un ruolo importante, infatti si può percepire la cura nel mix di queste ultime. 

Non è sicuramente un album che si ascolta superficialmente o con leggerezza, anzi è profondo, nato da un’esigenza personale di sviscerare momenti di vita, imparare e trasmettere all’ascoltatore emozioni e punti di vista in modo quasi altruistico.

Si presenta come un progetto che ha alle spalle un duro lavoro dal punto di vista narrativo, le tracce infatti sono molto legate e coerenti tra di loro, sia dal punto di vista musicale che concettuale.

Anche la forma del disco è coerente, in ciascun pezzo ritorna il concetto di amore, dell’altro, come in un sogno, quando cerchi di raggiungere qualcosa ma ti accorgi di stare fermo mentre corri. 

La traccia di apertura, uscita come singolo il 28 aprile 2022 è Ritorno Domani, ritorno nel senso di continuare a prendersi cura dell’altro e di richiamo di casa, di tornare sui propri passi dopo un errore. 

Secondo me questa è forse una delle tracce più legate al padre, acrobata riconosciuto a livello internazionale che, per vent’anni, non è riuscito a tornare nella sua città natale, Bucarest, a causa del regime dittatoriale di Ceausescu. Da questa traccia si può già entrare nel cuore di Roncea e dell’album, un connubio tra i giochi ritmici di basso e batteria e la delicatezza del vibrafono e del clarinetto.

Le Opportunità è il secondo brano, uscito anch’esso come singolo il 21 giugno 2022, è probabilmente la traccia che personalmente preferisco. Il gioco tra tensione e risoluzione qui è al massimo, specie nelle percussioni, sei lì che aspetti la batteria, l'aspetti ancora e poi arriva di sorpresa.

Un brano che per Roncea: «Affronta il tema del senso di impotenza di fronte all’indifferenza di chi un tempo ti ha saputo amare, è una canzone per chi ha perso e non conosce l’ossessione di voler dimostrare il contrario a tutti i costi».

La Ragione Delle Cose è uno dei brani più introspettivi, in cui l’arpeggiatore e il synth, suonati da Edoardo Vogrig, assieme alle chitarre e al vibrafono di Daniele Danzi, creano una coperta di suoni che si muove ondeggiando ad ogni battito di cassa. Qui la voce di Giulia Provenzano dà il meglio a mio parere, rendendo ancora più significativo il testo di Roncea.

Concludono il disco Al Figlio Che Non Ho e Acrobazie, traccia omonima che sembra un po’ il riassunto della narrazione precedente e, per certi versi, anche un un modo per trovare l’equilibrio con gli altri, la vita, sé stessi e il proprio passato.

 
 

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