Sherwood Festival 2022: Day 17

Margherita Vicario #Sherwood22 - Live Report

2 Luglio 2022

ll primo giorno di luglio, che segna la metà di questa edizione di Sherwood 2022, ha sorpreso tutti noi con un intenso temporale, che per qualche ora ha seminato paura tra i lavoratori e i frequentatori della foresta di Sherwood che, tra litri d'acqua e grosse palle di grandine, hanno temuto per il normale svolgimento della serata. Fortunatamente il tempo ci ha consegnati una tregua ed il cielo si è completamente schiarito, dando così il via ai concerti della serata. 

La serata è iniziata con la pugliese Caffellatte, che regala una serie di brani tra il trap e l'indie, dimostrando una presenza scenica ed una performance vocale davvero notevoli. A seguire, l'attesissima apertura della cantautrice Margherita Vicario, che è riuscita a radunare migliaia di fan in attesa, per i quali le condizioni meteorologiche non sono state di certo un ostacolo. M.V. ha presentato il suo ultimo album, Bingo (2021), introducendo il pubblico nel suo personale universo musicale.

Dopo i primi accordi dell'accattivante Astronauti, uno dei due nuovi singoli che ha pubblicato nel 2022 insieme al recente Onde, l'artista sale sul palco e viene acclamata dal pubblico. Un'apertura perfetta, piena di gioia e vitalità, che con il suo ritornello orecchiabile segna l'energia di ciò che accadrà in seguito. Si tratta di un amalgama strumentale, guidato dai fiati, dalla tastiera e dalla declamazione dell'artista stessa. Invita tutti a riflettere con lei, a ripensare le cose in modo diverso, perché: «ll bello della vita è che nessuno l'ha capita così han fatto la fatica di inventarsi l'aldilà. Ma il senso della vita è proprio fare la fatica di godersi la salita di arrivare fino a qua». Ed è proprio l'ultima frase, «arrivare fino a qua», intesa in questo contesto come il ritorno sui palchi, che dà senso a tutto.

Margherita Vicario 2

La musicista si toglie le scarpe e si muove liberamente sul palco, ballando e occupando la scena, mentre presenta la sua band, composta da un trio di fiati (sassofono, tromba e trombone), un batterista, un tastierista e due coristi. Nella surrealista Orango Tango, realtà e finzione si mescolano, con personaggi dell'attualità politica, artisti e persino oranghi che convergono in questo mondo personale, con base urbana, prodotto da Davide "Dade" Pavanello, e dove l'abilità lirica della cantautrice brilla al massimo.
Seguono canzoni come Troppi Preti Troppe Suore, in cui critica l'ipocrisia della chiesa come istituzione e la sua immensa forza nel paese anche nel 2022, in cui un coro di bambini alterna le ultime strofe. Il tocco più pop arriva con la sensuale Xy, in collaborazione con Elodie, che con la sua base ritmica ed elettronica, ispirata alla musica orientale, cattura il pubblico.

Dopo una serie di hits, imbraccia la chitarra e si lancia nel momento più acustico del concerto, dove esegue una serie di canzoni composte tanti anni fa. Non avrebbe mai immaginato di avere così tante persone davanti a sé ad ascoltarli, ma «anche se le forme cambiano, l'essenza è sempre la stessa». Si susseguono così canzoni come La matrona e la divertente Per un bacio, con le quali interagisce con il pubblico, interpretandole come un brano di una opera teatrale, mettendo in relazione i pensieri di due persone che si piacciono ma non riescono a dirselo. La romantica e melodica Frollino, parte del suo primo album, Minimal Musical (2014), dimostra la grande estensione vocale e la versatilità de M.V, capace di passare tra un brano e l'altro dalla pura declamazione, con infiniti testi, a una tecnica vocale più tipica del cantautorato classico degli esordi. Dopo l'ultima strofa, introduce il ritornello della leggendaria Can't Help Falling in Love di Elvis Presley e il pubblico emozionato canta ogni parola al massimo.

Con Giubbottino critica il modo in cui si sviluppano le relazioni oggi, prendendo in giro la società e i suoi ruoli di potere, sempre in mano agli uomini. Prima della sua esibizione, non perde l'occasione, come Skin la sera precedente, di parlare dell'abrogazione del diritto all'aborto negli Stati Uniti: «Mi terrorizza pensare che in questo Paese ci siano persone folli che la pensano allo stesso modo e che non vedono l'ora di avere l'opportunità di toglierci questo diritto. Sono ossessionati dall'idea che la sessualità femminile dovrebbe avere come unico scopo quello di avere figli e che una donna non possa goderne, punto e basta».

La serata si è conclusa con i più grandi successi del suo repertorio, e senza dubbio due dei brani più apprezzati dal pubblico, Abauè (Morte di un Trap Boy) e Mandela, che racconta perfettamente la paura che le donne subiscono quando tornano a casa da sole la sera, intrecciandosi con il razzismo intrinseco del Paese: «Non è che temo gli indiani oppure i rumeni, quelli che dormono per strada. Il più delle volte sono i più sereni, a volte li fermano i Carabinieri [...] Questa è l'Italia che odia l'indiano che mette benzina»

Margherita Vicario

Un concerto pieno di forza ed emozione sia da parte dell'artista che dei fan presenti, che non hanno smesso di cantare e ballare insieme a lei durante l'ora di durata. Margherita Vicario si conferma una delle musiciste da mettere in luce nell'attuale panorama musicale italiano, un'artista interdisciplinare con una grande capacità di trasmettere i suoi pensieri attraverso testi intelligenti e melodie che catturano l'ascoltatore.

 
 

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