La recensione dell'album uscito il 25 marzo per l’etichetta La Tempesta Dischi

Tre allegri ragazzi morti, Cor Veleno – Meme K Ultra

28 Aprile 2022

Cosa succede quando le maschere dei Tre allegri ragazzi morti incontrano le tigri dei Cor Veleno? Il risultato è una fusione di rock alternativo e rap, che da origine ad un genere completamente nuovo e fresco, dalle sonorità davvero piacevoli. L’ultima fatica di queste due band prende il nome di Meme K Ultra, il nuovo disco uscito il 25 marzo per l’etichetta La Tempesta Dischi. Toffolo e Grandi numeri svelano il significato del nome dell’album che ha a che fare con una tematica molto attuale, quale il complotto, in questo caso il MKUltra da parte della CIA avvenuto negli anni cinquanta e sessanta, dove tramite esperimenti effettuavano dei veri e propri lavaggi del cervello alle cavie per far compiere loro delle missioni; e gli adolescenti con la parola “MEME” che ormai è una sorta di ricondizionamento mentale, dove basta questa a far scattare qualcosa nella testa dei giovani.

La grafica della copertina dell’album è stata curata dal frontman dei Tarm, Davide Toffolo noto anche nel campo delle graphic novel, in collaborazione con Alessandro Baronciani, autore anche lui di numerosi fumetti.

Complice della formazione di questo super-gruppo è la città di Roma che vede la nascita di questo progetto a fine 2019, dove Davide Toffolo confessa di aver sempre apprezzato il rap come genere all’interno della capitale. Infatti, questo concetto viene ribadito nel secondo singolo che ha anticipato l’uscita del disco, A me di Roma piace il rap con la collaborazione di Metal Carter.  

Il disco si apre con L’effetto del merlo con cui Toffolo in un’intervista afferma «non so se esista davvero un effetto del merlo, ma il termine si riferisce a quel senso di straniamento che ti porta temporaneamente a ballare e pensare» portando l’individuo ad una sensazione di benessere nel momento in cui c’è una lampadina che si accende e che ti porta ad una chiave di lettura nuova e illuminante di un determinato pensiero.

L’argomento del lavaggio del cervello si percepisce nel secondo pezzo dell’album, che prende il medesimo nome del disco, appunto Meme K Ultra, rimarcando il concetto della libertà che viene tolta fin da quando siamo piccoli, dove c’è qualcuno che cerca di farci omologare alla massa, paragonandoci a delle pecore nel gregge. “Adolescenza, autocoscienza, faccio da me, quello che suona è”, la frase che sembra dare un minimo di speranza a questa tematica, dove se si da spazio all’introspezione e a sé stessi, senza cadere in ciò che la società vuole, si riesce ad avere un pensiero alternativo che può generare un cambiamento.

La gente libera, scritta prima della pandemia, ripete come un mantra “frequento solo chi mi dà coraggio”. Di nuovo, l’invito dei Tre allegri ragazzi morti e dei Cor veleno a differenziarci dalla massa, ad essere “l’unico e vero fuori catalogo”, grazie all’ausilio delle persone libere, da preconcetti, stereotipi e pregiudizi.

Il file rouge del brain-washing da parte della società ritorna con Meglio andarsene affanculo e questa volta lo vediamo con la tematica dell’immigrazione, dove con post sui social si dà spettacolo alla superficialità su argomenti che non possono essere presi a cuor leggero. Gli artisti ribadiscono che in realtà ci vorrebbe un’educazione al rispetto e all’accoglienza per chi sta affrontando una situazione di guerra o nel proprio paese d’origine non si sente a casa.

Non serve mica aver fatto la guerra è una denuncia al sistema capitalista, paragonata alla guerra perché entrambe tolgono la libertà all’individuo di affermarsi. Lo sfruttamento lavorativo da parte dei padroni, che porta ad una conseguente alienazione, ci porta a non comprendere che la “realtà” in cui viviamo è finta e costruita. Ed è con il brano con cui si chiude il disco, La musica sai che cos’è? che i Tarm e i Cor Veleno ci forniscono l’arma per combattere le contraddizioni e la falsità della società in cui viviamo: la musica. È attraverso la musica che possiamo evadere ed esigere che la nostra personalità venga riconosciuta, ascoltando quello che più ci assomiglia.

Questo album è una continua lotta e denuncia contro il sistema con frasi taglienti che tendono a rivendicare ciò che più di prezioso abbiamo: la libertà. Parla di quanto sia difficile farlo, se siamo continuamente abituati ad ascoltare una sola campana, quella che il sistema pensa sia più adeguata alla massa per mantenere lo status-quo generando odio, pregiudizi e ingiustizie continue. Ma è grazie al pensiero divergente, all’arte e alla gente libera e con l’occhio sveglio che si può costruire una società libera da padroni e gerarchie, stando attenti al famoso lavaggio del cervello di cui parla il disco.

 
 

 
 
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