L’elettronica che viene dal freddo

Con Shortwave Memories, Biosphere tocca l’ennesima vetta di una carriera quarantennale.

2 Aprile 2022

Torna dopo 5 anni Geir Jenssen, in arte Biosphere, compositore elettronico originario di Tromsø e uno dei nomi storici della minimal wave nord-europea. Shortwave Memories, uscito per la Biophone Record, è un album complesso e compatto, capace di abbracciare una pluralità di sonorità che passano dall’abstract techno contemporanea agli affreschi analogici che ricordano i primi Kraftwerk di Autobahn o le sperimentazioni eteree del primo Battiato.

Mai barocco, mai banale, Biosphere si muove al solito sul delicato crinale dell’ambient, confezionando nella parte iniziale la meravigliosa Tanß, glaciale e soffice come la neve autunnale nei fiordi norvegesi, seguita dall’elegantissima Interval Signal. L’album aumenta di ritmo e spigolosità con Night Shift e Formanta, che echeggiano spiragli techno, per poi avere una cesura a metà con la title track, che riporta il suono su versanti più onirici e cadenzati. Di grandissimo spessore gli oltre 14 minuti della traccia conclusiva – Transfigurates Express – che portano Shortwave Memories su vette davvero altissime, in termini di qualità musicale e intensità.

Biosphere si conferma tra gli artisti più interessanti della scena elettronica contemporanea estranea ai riflettori della dance e dell’elettronica di consumo. A dispetto di una carriera ormai vicina ai 40 anni, il compositore norvegese riesce a non essere mai uguale a se stesso, amalgamandosi alle tendenze più innovative dell’elettronica contemporanea, pur conservando uno stile riconoscibile nel quale sintetizzatori e sequencer analogici giocano una parte fondamentale. Sono passati 25 anni da Substrata, considerato uno dei capolavori della musica ambient di tutti i tempi, eppure l’intensità e il genio compositivo di Geir Jenssen non accennano a tramontare.

 
 

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