Book Pride 2022 - Editoria femminista: l’importanza di mettersi in rete

Al Book Pride di Milano, tenutosi dal 4 al 6 marzo, abbiamo avuto l’occasione di intervistare Angela di Luciano e Ilaria Baldini di VandA edizioni, Raffaella Polverini di Al3 Vie, e Margherita Marcheselli e Rossana di Fazio dell’Enciclopedia delle Donne, che hanno organizzato l’incontro Editoria femminista: l’importanza di mettersi in rete.

23 Marzo 2022

Qual è il ruolo dell’editoria all’interno del movimento femminista? Cosa vuol dire fare rete e perché è importante?

Angela di Luciano: per VandA edizioni vuol dire fare divulgazione, divulgare tematiche importanti, fondamentali per un cambio di civiltà, che dovrebbe guardare a quell’altrove delineato dalla teoria femminista, segnata dai movimenti di liberazione della donna. Divulgazione, e consolidamento di un sapere, da trasmettere soprattutto alle nuove generazioni.

Rossana di Fazio: quello che ci ha interessato moltissimo creando l’Enciclopedia, che è un sito di biografie di figure femminili, è che la questione femminile è presente fin dalle origini della scrittura e della civiltà. L’enciclopedia ci ha insegnato che parole chiave del femminismo, anche contemporaneo, come libertà, sorellanza, fare rete tra donne, proporre una visione non patriarcale e maschiocentrica, appartengono a donne del Rinascimento, del Medioevo, dell’Antichità. Noi non ricominciamo ogni volta a scoprire che è necessario sentirsi libere: c’è una grande tradizione di opere e scritti, che però va evidenziata, e fatta scoprire ai e alle giovani. Abbiamo scelto per questo di fare un sito: siamo convinte che popolare la scena pubblica con queste esperienze di vita e con queste parole sia fondamentale. Non possiamo più far finta di ignorare questa tradizione illustre di pensiero e di scritti e di riflessioni.

Raffaella: io parto dalla narrativa per ragazzi, arrivo qui con pochissime pubblicazioni, ma direi che senza certe letture forse non avrei aperto Al3 Vie. L’editoria nell’ambito femminista è fondamentale, per recuperare le radici e per vivere oggi in modo consapevole. Non posso essere editora che lavora con l’ambito femminista e di genere, senza guardare indietro a quello che è stato fatto. Il primo libro della nostra casa editrice è stata una pubblicazione dedicata ad una donna, e da lì ho cominciato a leggere nomi quali Muraro o Lonzi, nomi che non conoscevo prima. Oggi si parla di femminismi, ma senza una letteratura alle spalle, senza una conoscenza, anche il mio lavoro sarebbe troppo superficiale. Per fare rete è necessario, anche in un percorso personale, conoscere. Per questo ho conosciuto l’Enciclopedia delle Donne, perché sono andata a cercare sul loro sito alcune biografie, per capire, per imparare, per conoscere.

Fare rete oggi qui vuol dire soprattutto confrontarsi; quello che c’è dietro allo stand è la cosa più interessante. Quello che donne che scelgono l’editoria oggi decidono di fare per sostenerla; è un prendere, per riconsegnare qualcosa agli altri.

L’editoria nell’ambito femminista è fondamentale, è necessario guardare indietro quello che è stato fatto. Per fare rete è necessario conoscere, per capire è necessario studiare e

Perché è fondamentale guardarsi indietro e conoscere il passato e in particolare il passato di figure femminili? Cosa ci può dare nella pratica femminista di oggi?

Angela Di Luciano: l’approfondimento, la coscienza, ormai è quasi una filosofia il femminismo: non si può parlare di corpo, di lavoro, senza declinarlo nella politica. Per poterlo declinare bisogna conoscere, riflettere; ci sono grandissime autrici che sono stati i pilastri di questo pensiero, che ci deve aiutare ad andare avanti, su quelle basi, per cambiare, per costruire un altrove, un altro orizzonte.

Rossana Di Fazio: nel centenario della nascita di Laura Conti, siamo state le uniche a pubblicare una sua biografia. È una figura di un’attualità incredibile, tra antifascismo, pacifismo, per il suo aver lavorato sull’educazione scientifica delle nuove generazioni, e per la nascita dell’ambientalismo. Le ecofemministe la considerano la loro madre naturale! Ma quante persone conoscono Laura Conti? Studiare Laura Conti significa andare a recuperare delle articolazioni di conoscenza, di sapere; l’ignoranza e la superficialità sono il fondamento dei problemi che viviamo! La mancanza di cultura è il problema. Io rimango sempre basita ascoltando dei personaggi, spesso maschi, anche se non sempre, considerati opinionisti, professori universitari, persone colte, che ignorano totalmente il pensiero femminista, e pensando di conoscerlo continuano a perpetrare un oblio straordinario della conoscenza femminista. E si permettono di dire le prime cose che vengono loro in mente sul “calderone donna”: differenziare vuol dire conoscere, approfondire, studiare. Spesso non si rendono nemmeno conto di non sapere! Questo aspetto è veramente rivoluzionario: nel pensiero delle donne riconosciamo il pensiero della salvaguardia dell’ambiente in poetesse del ‘600, del ‘700. Se noi togliamo le donne e il loro sapere dalla storia, non possiamo conoscere. Le giovani generazioni questa cosa l’hanno assorbita, grazie al lavoro del femminismo. Avere a disposizione dei testi, dà gli strumenti per non ricominciare sempre da capo.

Ilaria Baldini: dico solo una cosa molto piccola. Io sono anche operatrice anti-violenza, e ogni tanto consiglio anche dei testi, soprattutto alle donne più giovani. Le vedo trasformate, dopo. Credo che in questo momento di grande confusione, dovuta alla propaganda di tipo patriarcale che viviamo ogni giorno, i libri offrono una prospettiva che altrimenti è difficile trovare.

Quale autrice è imprescindibile per comprendere e approfondire la teoria femminista?

Angela Di Luciano: Carla Lonzi

Isabella Polverini: mi ripeto, perché sono partita proprio da Sputiamo su Hegel, di Carla Lonzi

Rossana Di Fazio: io vorrei ricordare Christine de Pizan, un’autrice del ‘400, una delle prime donne a mantenersi con il suo lavoro di scrittura, scrive un’enciclopedia, un’enciclopedia delle donne, La città delle donne, in contrapposizione a Boccaccio. Fa un elenco di donne virtuose, a cui possiamo guardare per diventare più virtuose.

Ilaria Baldini: Carol Gilligan, di cui abbiamo pubblicato come VandA Perché il patriarcato persiste? Il bello è che questo libro è un dialogo, la cosa bella delle donne è che fanno sempre le cose insieme, in due oppure tutte insieme.

Mariangela Marchesini: vorrei ricordare un libro di Alba De Cespedes, Quaderno Proibito. È un romanzo su una donna che scrivendo un diario riesce ad acquisire consapevolezza di sé e a cambiare totalmente la sua vita. Anche il romanzo è uno strumento per seguire la vicenda di una trasformazione importante.

 
 
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