Candra: quel viaggio nella tossicodipendenza in Bonola Boy

23 Marzo 2022

Lo scorso 18 marzo Candra, al secolo Alessandro anche detto “il bambino più buono della classe che ormai ha trent’anni”, ha pubblicato per Believe il suo primo album dal titolo Bonola Boy (Bonola è un quartiere di Milano ndr.) un racconto di un viaggio di routine che attraversa la tematica scomoda quanto invadente della tossicodipendenza, ma a modo proprio.  

Il disco è una sorta di concept-album o audiolibro musicato, narrante, tappa dopo tappa, stazione dopo stazione, l’approdo del protagonista al così denominato “Capanno”, nient’altro che un topos figurativo, rappresentato da una casa di fortuna di due spacciatori ricavata tra i binari della vecchia stazione di Rogoredo.

Con il rumore di una metro traghettante verso la città di Lodi, attraverso tale escamotage dalle nuance ‘industrial’, l’artista porta avanti il suo stream of consciousness fatto di sudore, grida, sanguinamenti e risate.

Tale disco, in fondo:

«…nasce dalla necessità di non pensare alle catene che ti sei messo da solo, che ti tengono ancorato a quel meccanismo che, con metodo e scrupolo, ti sta trasformando in polvere. E cresce, invece, nel desiderio di raccontare una storia, nella voglia di trasformare le esperienze fatte e le persone conosciute in dolci ricordi, i vagoni della metro, il parchetto di fronte a Rogoredo, il mini market di P. Lodi, in canzoni.»

L’album di compone di dieci pezzi collegati fra loro, densi di attimi e fotografie istantanee di momenti rese in prosa, tra pianoforte e sospiri (Demonio) oltre che atmosfere eteree e toccanti. La voce di Candra è pulita e vispa ma capace di trasformarsi in rivoli tonali densi quanto profondi.

Non mancano anche ballads dal cipiglio più cantautoriale, all’ombra di arpeggi acustici e narrazioni da menestrello (La canzone di Beatrice).

Le influenze musicali attingono sicuramente da un pozzo precipuamente italiano, da Lucio Corsi al mondo più vintage indie (alla Niccolò Contessa), ma non mancano riferimenti più d’oltralpe: alcuni riff suonano anche come i Radiohead (l’intro di Ragazza Temporale, ad esempio) e non mancano i riferimenti agli unplugged nirvaneschi, tanto negli arrangiamenti quanto nel citazionismo che riporta all’adolescenza.

Bonola Boy è un debut album dignitoso e sognante che con coraggio scopre ferite ancora sanguinolenti, capaci di “accogliere” dentro sé gli ascoltatori più restii al genere.

 

Candra

Tra il 2018 e il 2019 inizia a scrivere e produrre le prime canzoni, insieme a Francesco Scola e Matteo D’Angelo. Parlano di persone conosciute e personaggi incontrati solo per un istante, di sguardi assenti, baci e fregature, di grida di gioia, sudore e di risate fino alle lacrime, di pianti disarmati e disarmanti, di dolore così fastidiosamente innocente. Un promemoria per non impazzire mentre ti stai buttando via. Il suo sound è congiunzione tra cantautorato, alternative e modernità, è un luogo dove Nirvana e Neutral Milk Hotel, Lil Peep e Piero Ciampi convivono.

 
 

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