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"Cesco e il grande tossico" di Luca Pakarov - Il John Fante Italiano (Fandango)

12 Febbraio 2022

Luca Pakarov è nato a Macerata nel 1977. Si è laureato in Filosofia, collabora con Il Manifesto, ha scritto per Rolling Stone, CTRL magazine, Linus, il Tascabile e altre testate. Ha pubblicato reportage narrativi, raccolte di racconti e il libro-inchiesta La traccia seguente (Agenzia X, 2016). Si occupa di circo contemporaneo con la compagnia El Grito e collabora con il Montelago Celtic Festival.

 

“Cesco è un ragazzo dolce solo che è cresciuto nel luogo sbagliato con le emozioni sbagliate.”

Per dirla nei termini della critica musicale: il tappeto sonoro di tutto il romanzo è l’eroina.

Il contesto del Romanzo “Cesco e il Grande Tossico”

Il contesto è quello dei macro-cambiamenti globali che, tuttavia, in provincia non erano per nulla tangibili o comunque si vedevano molto poco: l’11 settembre, il g8 di Genova. Nonostante questa impercettibilità ‘globale’ c’erano – però - dei cambiamenti sociali che si avvertivano molto: era l’inizio del lavoro liquido, del precariato (l’apertura delle agenzie interinali in primis), tutta una serie di questioni che in provincia toccavano davvero.

In quegli anni c’era anche l’avvento prorompente del mondo digitale, di internet, tutti avevano almeno una mail.

Anche l’ambiente circostante la provincia cambiava sostanzialmente: i centri commerciali devastavano il territorio, si notava la crescita esponenziale dei supermercati.

Tutti questi centri avevano la capacità di portare cose all’interno delle case, di riempirle. L’autore, durante l’intervista, ha raccontato di andare sempre in giro con un’agenda segnando le cose presenti nelle case: dalla bigiotteria, i piatti ai quadri, queste case sembravano sovrabbondanti, sempre un po’ troppo piene.

Il romanzo si apre proprio con il protagonista, Cesco, che sente in questa casa la sofferenza di questa materia che lo sovrasta. È proprio da quel topos che parte la critica sociale del libro, in maniera un po’ sottotraccia dato che è un romanzo, ma l’occhio con la quale si descrive l’ambiente è quello del ragazzo che si sente sprofondare dal peso di vivere, in una vita in cui contano solo “le cose”. 

Chi è il Grande Tossico (G.T.)

Il G.T. doveva essere una specie di motore immobile, il nume tutelare dell’eroina, quello che tramanda la filosofia sottesa al “farsi di eroina”. È un personaggio scaltro, calcolatore. Il suo rapporto con Cesco è particolare poiché potrebbe rappresentare il proprio successore come spacciatore della Casa sulla collina.

 C’è un aspetto drammaturgico in G.T.:  alcuni lo trovano simpatico e avvincente, altri lo trovano odioso.

Il rapporto con le donne

Il rapporto umano, la prossimità con la persona con cui si fa sesso è traslato di proposito verso la pornografia, come accadeva nei primi anni 2000.

Quel che interessava all’autore era quello di far vedere l’idiosincrasia esistente tra il mondo interiore dei protagonisti che non funziona e quello esteriore, in cui si è funzionali.

Il patriarcato c’è ed è molto evidente, spesso soprattutto in provincia. La società verticale interpreta il mondo interiore come esigenza di profitto, per questo all’interno del libro si parla del porno online, che diventa una possibile forma di profitto del protagonista.

Cesco ed i personaggi del mondo della sanità.

Tutti i personaggi hanno come obiettivo principale il profitto, inoltre, tutti dalla psicologa al medico di base, o agli educatori della comunità sguazzano in atteggiamenti di paternalismo e di giudizio nei confronti del protagonista.

Il protagonista incontra nel proprio percorso “gli eroi”, coloro che cercano di salvarlo su spinta di carità cattolica ma senza alcun strumento efficace per poter ‘salvare’ una persona.

La tematica del lavoro

L’autore descrive nel romanzo storie che ha vissuto personalmente, in cui, prima di entrare realmente in una vera fabbrica l’immaginario ‘stereotipo’ era quello delle lotte operaie. Invece, quello che ha vissuto era la diffusione di grande individualismo, della logica del “chi può ti fa fuori”.

Luca Pakarov specifica che il contesto lavorativo descritto è frutto della tecnica dell’autofiction: che funziona nel prendere un po’ di pezzi della propria vita, rieditarli e metterli all’interno di un contenitore- romanzo e cercare che tutto fili logicamente.

La provincia di Cesco, una provincia italiana.

L’autore, originario di Macerata, non voleva parlare propriamente della sua città che, infatti, non viene mai nominata. Il filo narrante non è UNA provincia ma LA provincia, rendendo la parte oscura più ipertrofica che mai, in cui prolifica invidia, chiusura verso l’esterno e paura del nuovo.

Le ispirazioni letterarie sottese al romanzo

L’autore muove i suoi passi attraverso la tecnica del reportage normativo: un ibrido tra letteratura e giornalismo.

Le letture precedenti alla scrittura sono legate al tema eroina: Piccola Città di Vanessa Roghi, oltre che qualcosa di più tecnico legato all’aspetto tossicologico (Eroina di Salvatore Giancane, tossicologo del Sert di Bologna), oltre che Trainspotting, I Giorni della Rotonda di Silvia Ballestra, Fuoco Fatuo di Pierre Drieu La Rochelle e gli autori imprescindibili per Luca Pakarov: Henry Miller e Louis-Ferdinand Céline.

 
 

Fandango

 
 

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