Anomalia Sanremo 2022 - Day 1

Il report della prima serata a cura di Sherwood Webzine

2 Febbraio 2022

Come ogni anno, torna la kermesse musicale più seguita in Italia, il Festival di Sanremo. Sono come sempre tante le aspettative riposte su Sanremo e anche quest’anno in gran parte vengono rispettate già dalla prima serata. Partendo dall’ospite che inaugura la cinque giorni di musica, un’attrice del calibro di Ornella Muti, l’esibizione  dei Maneskin, vincitori della scorsa edizione che li ha lanciati in un tour in giro per il mondo, e ovviamente le polemiche. Ma andiamo con ordine.

Quest’anno, sono sincero, mi sono approcciato con un po’ meno entusiasmo al festival. La line up non mi esaltava particolarmente, composta principalmente da artisti espressione di un genere musicale che non apprezzo molto e vecchie glorie della musica italiana i cui coetanei sono già in pensione da diversi anni. Ma in ogni caso “Sanremo è Sanremo” e un’occhiata, anche per curiosità, la si dà sempre. 

La serata nel suo complesso non ha riservato grandi emozioni, un copione quello seguito da Amadeus e dalla sua spalla Fiorello, uguale a quello degli anni passati, fatto di gag tra i due conduttori già viste e riviste, ma che danno quella sicurezza al pubblico da casa. Pubblico che, a differenza dell’edizione 2021, torna in sala, novità gradita di questo Sanremo 2022.

Un tocco di classe lo dà sicuramente Ornella Muti, grande attrice del cinema italiano e internazionale, che aveva innescato in conferenza stampa la polemica sull’uso della cannabis terapeutica. Ma la vera star della serata è l’outfit sobrio e discreto di Orietta Berti.

A livello musicale, si parte con Achille Lauro e Gospel Harlem Choir e la canzone Domenica, che assomiglia tanto a una versione da coro della chiesa di “Rorrois”. Anche qui è l’esibizione a far discutere, con un Achille Lauro, insolitamente sobrio rispetto a come ci aveva abituato, che a fine canzone si battezza da solo. Gesto non andato giù al vescovo di Sanremo che non ha perso occasione per far sentire la sua voce. 

Esibizione degna di nota quella di Mamhood e Blanco, intensa e che ha riscosso grande successo per l’interpretazione e il grande affiatamento tra i due. La canzone non mi piace particolarmente, ma bisogna riconoscere i meriti a due ragazzi che a fine serata saranno in testa alla classifica provvisoria.

Come dicevamo quest’anno tanti anche i veterani della canzone italiana, come ad esempio Massimo Ranieri e Gianni Morandi, che si sono esibiti ieri sera rispettivamente venticinque e ventidue anni dopo aver calcato per l’ultima volta il palco dell’Ariston. Inizialmente mi viene da dire: “se è passato così tanto tempo un motivo ci sarà”. Massimo Ranieri si esibisce in una canzone abbastanza “classica” per Sanremo, sia per la melodia che per il testo, mettendo in mostra le doti canore che nonostante l’età restano estremamente virtuose. Gianni Morandi, emozionato quando sale sul palco, si esibisce in una canzone scritta da Jovanotti, che altro non è che una canzone di Jovanotti cantata da Gianni Morandi. Non entusiasma, è abbastanza scontata, ma Gianni ti vogliamo bene lo stesso, anche se forse era meglio se da Bologna al posto tuo arrivavano i Nabat.

Senza dilungarmi troppo su chi non mi ha fatto particolarmente effetto: grandi doti canore di Noemi ma canzone che fatica e entrarmi in testa. Michele Bravi, Yuman e Rkomi non riescono proprio a impressionarmi e Ana Mena, che strizza tanto l’occhio al neomelodico, mi porta a cambiare canale in attesa che finisca.

Quella che invece mi è piaciuta di più, mia personale vincitrice della serata, è La Rappresentante di Lista, grandissima voce e il brano Ciao Ciao che musicalmente mi è piaciuto di più per arrangiamento, melodia con quel ritmo funkeggiante e una linea di basso allucinante. Bella canzone, bella esibizione e fa tanto piacere anche quel pugnetto alzato alla fine.

Seconda nella mia personale classifica ci metto Giusy Ferreri con Miele. La canzone è orecchiabile con quel ritmo in levare e la voce un po’ ruvida della cantante mi piace molto.

Quello che proprio non mi è piaciuto, ma è comunque davanti ad Ana Mena nella mia classifica e Dargen D’Amico. Arriva sul palco dell’Ariston in un completo rosa che unito alla stazza del soggetto in questione mi ricorda tantissimo il pupazzo “One” di “Bim Bum Bam” che seguivo da piccolo. A parte questa emozione tanto simile alle madeleine di Proust, l’esibizione di Dargen mi imbarazza un po’, dove il brano Dove si balla mi ricorda tanto i Crookers di quindici anni fa che già allora reputavo “tamarri”, perdonatemi il francesismo.

Infine le due esibizioni dei Maneskin, vincitori della scorsa edizione del festival. Iniziano con il brano dell’anno scorso Zitti e buoni che fa letteralmente scoppiare il pubblico dell’Ariston. Nella seconda performance invece la band romana porta Coraline, brano dedicato al disagio psicologico, tematica che è passata in secondo piano durante il periodo pandemico e che invece la band mette in risalto con un’esibizione toccante alla fine della quale il cantante Damiano si commuove. Il brano è una bella ballad in stile rock, con una parte melodica molto base ma efficace e un crescendo in distorto che mi piace molto. Fanno un po’ senso le parole di Amadeus nel salutare i Maneskin, augurandogli di riprendere il proprio tour in giro per il mondo, tranne in Italia, dove il mondo della musica live continua a essere fermo e a mettere in ginocchio tutta una classe di lavoratori e lavoratrici come le maestranze dello spettacolo.

 In conclusione questa la mia classifica della serata, aspettando con ansia (e forse anche un po’ di paura) la seconda serata del festival.

 1. La Rappresentante di Lista - Ciao Ciao

2. Giusy Ferreri - Miele

3. Mamhood e Balnco - Brividi

4. Massimo Ranieri - Lettera al di là del mare

5. Noemi - Ti amo non lo so dire

6. Gianni Morandi - Apri tutte le porte

7. Achille Lauro - Domenica

8. Rkomi - Insuperabile

9. Michele Bravi - Inverno dei fiori

10. Dargen D’Amico - Dove si balla

11. Yuman - Ora e qui

12. Ana Mena - Duecentomila ore

 
 
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