Venezia78 - "Dune", è il nuovo Star Wars?

L'attesissimo film di Denis Villeneuve tratto dalla saga cult di Frank Herbert, è uscito in anteprima mondiale al Festival di Venezia, menzione speciale alla colonna sonora.

7 Settembre 2021

“I sogni sono messaggi che arrivano dal profondo”, l’atto I (sappiamo già che saranno due se non di più, non riserviamoci sorprese) di Dune cattura subito lo sguardo, in uno sconfinato orizzonte del deserto del Wadi Rum che fa da sfondo a buona parte delle 2 ore e 35 del film. Giordania e Ungheria sono le location di questa folle impresa firmata Denis Villeneuve che si misura con un mostro sacro della della regia come David Lynch che già nel 1984 aveva portato la stessa pellicola nelle sale cinematografiche.

Bisogna andare ancora dietro negli anni, nel 1965 per la precisione, per trovare la vera origine del kolossal che ha incollato allo schermo buona parte della stampa internazionale, si tratta del romanzo di Frank Herbert, la saga di Dune appunto. 

Gli affictionados già sapranno che l’influenza del libro su tutto il genere fantascientifico è molto ampia e non possiamo non annoverare la nascita di Star Wars, che a sua volta ha ispirato Villeneuve, che con estrema scioltezza ha dichiarato «quando vidi il primo Star Wars nel 1977, le mie scene preferite furono subito quelle che risultavano più naturali» (..) «Sono cresciuto realizzando documentari in cui la natura è il tuo occhio più potente, ed è ciò che cerco di portare anche in Dune».

La trama ufficiale, bisognerà aspettare il 22 ottobre per vederlo in sala, ci porta in un universo controllato da un impero di tipo feudale. Dune narra la storia di Paul Atreides (Timothée Chalamet), discendente della Casa Atreides, governata dal Duca Leto Atreides (Oscar Isaac), nato per andare incontro a un destino più grande della sua immaginazione, perchè dovrà raggiungere il più pericoloso pianeta dell’universo per assicurare un futuro alla sua famiglia e al suo popolo. Gli antagonisti sono gli Harkonnen che controllano il pianeta Arrakis. 

Il giovane Paul è il Messia - "Kwisatz Haderach", sua madre la Bene Gesserit Lady Jessica (Rebecca Fergusson), lo ha addestrato a maneggiare particolari poteri. Mentre Josh Brolin (Gurney Halleck) e Jason Momoa (Duncan Idaho) sono coloro che l’hanno addestrato all’uso delle armi e dell’autodifesa.  

Il pianeta desertico di Arrakis mostra subito la stretta correlazione tra l’uomo e l’ecologia del pianeta, l’erosione delle risorse, l’eterna lotta al potere che genera guerre, distruzione, intrighi. È un luogo inospitale, ma è l’unico in cui può essere estratto il melange, una speciale spezia di fondamentale valore strategico, capace di liberare tutte le potenzialità della mente umana. 

Lì abitano i Fremen, per i quali l’acqua è risorsa più prezioso, ed è Zendaya (Chani) che chiude bruscamente - fissando negli occhi il giovane guerriero Atreides - la prima parte di Dune.

È un film profetico, del bene che si scontra col male e al centro del film rimane - oltre la trama e i personaggi - un affresco della deriva capitalistica della società, le catastofiche conseguenze di cambiamento climatico, di scontro tra religioni (o forse sarebbe più corretto dire filosofie di vita) e di guerre fratricide. Sembra che nell’universo convivano inferno e paradiso, che coesistono quasi l'uno dentro l'altro in maniera così invischiante tanto che si rischia di perdere di vista dove realmente si è.

«La mia ambizione è realizzare il film su Star Wars che non ho mai visto. In un certo senso, è Star Wars per adulti. Vedremo». E con lo spirito del regista, vedremo anche noi che accoglienza avrà a livello mondiale. A Venezia è partito con un boato.

 
 
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