«Ci sono frontiere, dove stiamo imparando, e brucia il nostro desiderio di sapere. Sono nelle profondità più minute del tessuto dello spazio, nelle origini del cosmo, nella natura del tempo, nel fato dei buchi neri, e nel funzionamento del nostro stesso pensiero. Qui, sul bordo di quello che sappiamo, a contatto con l'oceano di quanto non sappiamo, brillano il mistero del mondo, la bellezza del mondo, e ci lasciano senza fiato.» (da “Sette brevi lezioni di fisica” di Carlo Rovelli).

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Carlo Rovelli: Sette brevi lezioni di fisica (5)

7 Ottobre 2021

«Ci sono frontiere, dove stiamo imparando, e brucia il nostro desiderio di sapere. Sono nelle profondità più minute del tessuto dello spazio, nelle origini del cosmo, nella natura del tempo, nel fato dei buchi neri, e nel funzionamento del nostro stesso pensiero. Qui, sul bordo di quello che sappiamo, a contatto con l'oceano di quanto non sappiamo, brillano il mistero del mondo, la bellezza del mondo, e ci lasciano senza fiato.» (da “Sette brevi lezioni di fisica” di Carlo Rovelli).


ReadBabyRead #559 del 7 ottobre 2021


Carlo Rovelli
Sette brevi lezioni di fisica

(5a parte)


per info su F. Ventimiglia e C. Tesser:

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voce: Francesco Ventimiglia


Queste lezioni sono state scritte per chi la scienza moderna non la conosce o la conosce poco. Insieme, compongono una rapida carrellata su alcuni degli aspetti più rilevanti e affascinanti della grande rivoluzione che è avvenuta nella fisica del XX secolo, e soprattutto sulle questioni e i misteri che questa rivoluzione ha aperto. Perché la scienza ci mostra come meglio comprendere il mondo, ma ci indica anche quanto vasto sia ciò che ancora non sappiamo. 
La prima lezione è dedicata alla teoria della relatività generale di Albert Einstein, la «più bella delle teorie». La seconda alla meccanica quantistica, dove si annidano gli aspetti più sconcertanti della fisica moderna. La terza è dedicata al cosmo: l'architettura dell'universo che abitiamo. La quarta alle particelle elementari. La quinta alla gravita quantistica: lo sforzo in corso di costruire una sintesi delle grandi scoperte del XX secolo. La sesta alla probabilità e al calore dei buchi neri. L’ultima sezione del libro, in chiusura, ritorna a noi stessi, e si chiede come possiamo riuscire a pensarci nello strano mondo descritto da questa fisica.


Carlo Rovelli e le sue “lezioni di fisica”: senza amore non c’è scienza


Sette brevi lezioni di fisica” di Carlo Rovelli. La scienza non è solo numeri ma anche poesia, ricerca senza posa dei segreti che destano in noi una continua meraviglia.

Sette brevi lezioni di fisica si legge tutto d’un fiato, come fosse un giallo d’autore. Eppure è fisica. E’ diventato un best seller forse anche grazie alle interviste che Carlo Rovelli ha rilasciato alla radio, luogo migliore della televisione per l’informazione culturale. Se si ha la fortuna di ascoltare una sua intervista, si rimane affascinati dalla semplicità delle sue parole, da cui traspare la passione per il suo lavoro di scienziato, e anche l’umiltà di una persona che, pur essendo responsabile dell’Équipe de gravité quantique del Centre de physique théorique dell’università di Aix-Marseille, tra i padri della teoria sulla gravità quantistica a loop, oltre che membro dell’Institut universitaire de France e dell’Académie internationale de philosopie de sciences, niente ha della pomposità di certi baroni nostrani, tromboni autoriferiti che invece di favorire i giovani li soffocano, temendone le capacità, e li tramutano in docili vassalli.

In un’intervista a Repubblica Carlo Rovelli è sembrato sorpreso del successo avuto con i suoi libri divulgativi. In realtà dovrebbe essere un insegnamento per l’editoria, quella affannata a inseguire il conto economico con sofferenza del prodotto di qualità. Questo successo mostra che i lettori italiani sono curiosi e interessati alle novità (anche riguardanti la scienza) e non hanno bisogno di mettersi un libro di Fabio Volo sul comodino, che più che svagarli o informarli facilita l’addormentamento alla sera.

Sette brevi lezioni di fisica mostra con estrema chiarezza come la scienza sia soprattutto visione e si nutra della creatività della mente umana, oltre che del rigore dei numeri, che servono poi a dimostrare le intuizioni. Carlo Rovelli guida delicatamente il lettore dalla grande illuminazione di Einstein alla meccanica quantistica, dalla grandezza dell’architettura del cosmo alle particelle, che in piccolo riproducono i grandi avvenimenti dell’universo, allo spazio al tempo e ai buchi neri in un percorso senza scosse o formule da scienziato pazzo ma con l’aiuto di parole semplici, disegni e anche del suo sguardo poetico.

Per adesso, questo è quello che sappiamo della materia. Una manciata di tipi di particelle elementari, che vibrano e fluttuano in continuazione fra l’esistere e il non esistere, pullulano nello spazio anche quando sembra che non ci sia nulla, si combinano assieme all’infinito come le venti lettere di un alfabeto cosmico per raccontare l’immensa storia delle galassie, delle stelle innumerevoli, dei raggi cosmici, della luce del sole, delle montagne, dei boschi, dei campi di grano, dei sorrisi dei ragazzi alle feste, e del cielo nero e stellato della notte“.

Una lezione molto importante che si trae da questo libro riguarda anche l’impossibilità, in fisica, di avere pregiudizi per dimostrare la realtà in cui viviamo: la visione di un evento non può essere “parrocchiale”, limitata e parziale perché in questo modo si perderebbero dei pezzi importanti per la sua decifrazione. Il compito dello scienziato è quello di avere uno sguardo “vergine” e aperto sugli eventi, per poter elaborare la propria teoria, ma essere anche pronto a rivedere, indagare e correggere, perché solo attraverso questo processo avviene il progresso. Questo dovrebbe valere come approccio nella vita di ognuno di noi, senza bisogno di essere scienziati ma persone di buon senso.

Carlo Rovelli testimonia anche la situazione di alcuni professionisti con una mente aperta e creativa che per lavorare devono trasferirsi all’estero, come ammette parlando proprio dei fisici italiani, senza polemica o astio ma (anche in questo caso) con uno sguardo disincantato. Come quello rivolto alla cecità dell’uomo che, con i suoi comportamenti irresponsabili, sta facilitando la sua stessa estinzione.

Nell’ultimo breve capitolo del libro (In chiusura: Noi) è più che mai chiaro l’amore per l’universo di Rovelli uomo, oltre che fisico, che cita un passo del De rerum natura di Lucrezio (III, 991-997) per mostrare quanto noi, con le nostre cellule, siamo parte dell’universo, con la sua polvere di stelle, in un grande organismo unico e continuo che cerchiamo di indagare con l’infinita curiosità di esseri infinitesimali.

Antonella Berni

da il sussidiario.net, 21.03.2015


Le Musiche
, scelte da Claudio Tesser

Paul Hillier, Farai Un Vers [Guilhelm IX de Poitiers]
Hespèrion XX O Virgo Splendens [Anon]
Stephen Darlington: Christ Church Cathedral Choir Oxford, Super Flumina Babylonis Giovanni Pierluigi da Palestrina]
Jordi Savall, Les Voix Humaines [Marin Marais]
Hespèrion XX, Contrapunctus 18 Johann Sebastian Bach]
Stadler Trio & Friends, Adagio In Si bemolle maggiore  KV 411 [Wolfgang Amadeus Mozart]
Emil Gilels; Kurt Masur: USSR State Symphony Orchestra, Klavierkonzert 5, Adagio un poco mosso [Ludwig Van Beethovene]
Bernard Haitink: Royal Concertgebouw Orchestra, Prélude À L'Après-Midi D'Un Faune, L 86 [Claude Debussyi]
Markus Hinterhäuser, Sonata No. 6 [Galina Ustvolskaya]
Ornette Coleman, Peace Theme [Ornette Coleman]
Jon Hassell, Cool Down Coda [Jon Hassel]
The Beach Boys, Good Vibrations [Brian Wilson]

 
 

Copertina:
Il 25 luglio 2017 è andata all’asta una copia autografata di quella che forse è l'immagine più famosa di Albert Einstein: il grande scienziato mostra la lingua al fotografo Arthur Sasse, rivelandosi più burlone del previsto. La foto fu scattata il 14 marzo 1951 in occasione del 72° compleanno di Einstein

 
 

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