Prudenti come serpenti, ovvero la vita segreta delle mogli di Baba Segi

Recensione del libro di Lola Shoneyin, edito da 66thand2nd

22 Agosto 2021

«Siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe» (Mt, 10,16)

«È laureata, e allora? Quando ci ritroveremo dinanzi a Dio nell’ultimo giorno, ci chiederà se siamo andati all’Università? No! Ma vorrà sapere se siamo stati prudenti come serpenti, perché è così che la Bibbia ci chiede di essere»

 Prudenti come serpenti è il titolo italiano, di chiara origine evangelica, di The secret lives of Baba Segi’s wives, esordio dell’autrice nigeriana Lola Shoneyin, edito per la prima volta nel 2012 e recentemente ripubblicato in Italia con una nuova edizione nel 2021 dalla casa editrice 66thand2nd, per la collana Bazar. L’opera è stata anche inclusa nella longlist del Women’s Prize for Fiction.

Il romanzo si svolge a Ibadan, in Nigeria, e segue le vicende di Bolanle, giovane quarta moglie del poligamo Baba Segi, incapace, dopo due anni di matrimonio, di dare un figlio al marito, già peraltro padre di una numerosa progenie datagli dalle altre tre mogli: Yia Segi, Yia Tope e Yia Femi.

È subito il caso di chiarire un punto che all’inizio non risulta di facile comprensione per il lettore e fonte di un certo grado di confusione, ovvero l’uso degli appellativi Baba o Yia nella cultura nigeriana: nella popolazione Yoruba, etnia diffusa nell’Africa occidentale e in particolar modo in Nigeria, è usanza per i genitori di assumere il nome del primogenito o della primogenita preceduto da Baba o Yia, a seconda che si parli rispettivamente del padre o della madre. Per cui, Ishola Alao, la cui primogenita si chiama Segi, sarà nominato Baba Segi; la madre sarà invece Yia Segi, e così via, i primogeniti di Yia Tope e Yia Femi saranno rispettivamente Tope e Femi. Bolanle, invece, come ricordatole più di una volta dalle altre mogli, non è ancora “Yia di nessuno”, non riuscendo a rimanere incinta.

Proprio da questa impossibilità a concepire, da questa sterilità nasce il romanzo. L’arrivo di Bolanle crea scompiglio in casa Alao. L’ultima arrivata, a differenza delle altre mogli di Baba Segi, tutte semianalfabete, è infatti donna di cultura, ha frequentato l’Università e rappresenta quindi l’arrivo di un certo grado di modernità e di emancipazione all’interno della famiglia allargata. La decisione di diventare quarta moglie di un uomo di mezz’età, bigotto e profondamente maschilista è di Bolanle stessa, e trae origine da una serie di eventi che il lettore va via via scoprendo nel corso della lettura; tale decisione provoca, tra l’altro, l’amara delusione all’interno della sua famiglia di origine, meno attaccata alla tradizione e speranzosa di un futuro diverso per la propria figlia.

Le altre tre mogli, lungi dall’esercitare solidarietà femminile nei confronti dell’ultima arrivata (e tra loro stesse), tentano in tutti i modi di liberarsi di Bolanle, fino a estreme conseguenze. Nel frattempo, Baba Segi, data l’incapacità di procreare della sua ultima consorte, decide di abbandonare il consiglio di ciarlatani e stregoni per rivolgersi alla medicina ufficiale, arrivando così a poco a poco a svelare le trame, gli intrighi e i segreti custoditi dalle sue mogli e che covano inattesi all’interno della sua grande famiglia.

Il romanzo di Lola Shoneyin è una ironica, dissacrante e a volta compassionevole rappresentazione di un tipo di società a cui siamo poco abituati come lettori occidentali, a partire dalla tradizione della poligamia, e della coesistenza e scontro tra tradizioni del passato ed elementi di modernità; è anche esempio di una visione del femminismo in un ambito totalmente differente rispetto a quello occidentale. Le quattro mogli di Baba Segi rappresentano (forse a volte in maniera un po’ troppo didascalica) quattro aspetti dell’essere donna nella Nigeria odierna, tra passato, presente e futuro. Dove Bolanle, come detto, rappresenta la modernità e l’emancipazione, in quanto donna con un grado di cultura avanzato, che ha avuto modo di studiare all’Università, Yia Segi (la prima moglie) rappresenta l’esatto contrario. Quest’ultima è analfabeta, vendicativa, avida e manipolatoria: spesso, sospettosa nei confronti della cultura, arriva a distruggere i libri di Bolanle e ad ostacolare i suoi tentativi di insegnare a leggere e scrivere alle altre mogli. In quanto matriarca all’interno della famiglia, esercita un potere sia fisico che psicologico sulle altre mogli ed è in grado di orientare le decisioni del marito, che si presenta a volte come violento padre-padrone, a volte finanche troppo ingenuo per capire di essere manipolato. Yia Tope (seconda moglie) è rappresentazione della donna debole e arrendevole alle richieste del marito e della prima moglie, ma anche quella più aperta nei confronti dell’ultima arrivata. Yia Femi, infine, è donna dalla religiosità quasi fanatica e dall’amore possessivo verso la propria progenie.  

La scelta dell’autrice di non concentrarsi sul punto di vista di uno solo dei suddetti personaggi, ma di cambiare prospettiva per quasi ogni capitolo, ci permette di interpretare la vicenda dal punto di vista di ciascuna delle mogli e degli interpreti principali, arrivando a conoscere il passato e i retroscena di ognuno di essi.

Traspare dalla pagine del libro anche la completa o quasi ignoranza in tema di sessualità nella quale brancolano le tre mogli e in particolare Baba Segi stesso. Il romanzo rivela la propria vena ironica e arriva perfino a suscitare qualche sorriso quando le mogli discutono tra loro del sesso del marito, o dell’imbarazzo di quest’ultimo nel dover parlare di sesso di fronte a un medico, o ancora di quando egli, arrivato ormai alla mezza età, scopre per la prima volta la masturbazione, o che le proprie consorti possano avere una loro vera e propria sessualità.

Baba Segi stesso è rappresentazione in carne e ossa del patriarcato: uomo rozzo, dagli interessi semplici, uomo di pancia nel vero senso della parola, dato che qualunque emozione negativa è da lui tradotta in movimenti gastro-intestinali. Circondato dal proprio harem e dalla propria progenie, la cui numerosità è sinonimo e sintomo di virilità e di benessere, il fatto stesso di aver convinto una donna istruita e di vent’anni più giovane a diventare sua moglie è ambito premio ed ulteriore contro-prova del suo essere vero uomo e maschio. Al contempo, Baba Segi emerge nel corso del romanzo quasi esso stesso come vittima inconsapevole del patriarcato del quale è rappresentazione, vittima di un ruolo con il quale deve competere, generando progenie e dimostrando in ogni momento la propria virilità, un ruolo che alla fine rischia di ritorcerglisi contro.

Autrice: Lola Shoneyin, nata a Ibadan, in Nigeria, dopo gli studi nel Regno Unito è tornata nel Paese d’origine e vive a Lagos dove organizza l’Aké Arts & Book Festival, evento teso a sviluppare e celebrare l’arte africana. È poetessa e scrittrice, Prudenti come serpenti è il suo primo romanzo.

Casa editrice: 66thand2nd, casa editrice fondata a Roma nel 2008, prende il nome dall’incrocio tra la Sessantaseiesima Strada e la Seconda Avenue a Manhattan, dove è nato il primo nucleo del progetto editoriale.

Traduzione: Ilaria Tarasconi.

 
 
loading... loading...