Elogio alle storie eterne: recensione di "Piccolo atlante del mio incespicare" (Aurora Edizioni - 2021)

18 Agosto 2021

“Raccontami una storia”, la frase celebre delle nostre infanzie. Raccontami
una storia, e la camera da letto si faceva palcoscenico di mille avventure, le
ombre assumevano le forme più bizzarre, la fantasia premeva l’acceleratore.

Una sensazione che vive tiepida nella memoria, ma che non è facile provare
nuovamente. Il “Piccolo atlante del mio incespicare” di Matteo Pellegrini è un curioso lasciapassare per un mondo fantastico che poco ha a che vedere con la velocità e il dinamismo ai quali siamo abituati. Attenzione: da non confondere con amabili storie per bambini col lieto fine dietro l’angolo.

Una raccolta di racconti senza tempo, inconfondibili l’uno con l’altro;
confrontandoli, ho percepito un profondo studio sociologico incentrato sulle
attitudini comportamentali di piccole comunità. Ed ancora, un’attenzione alla psicologia del singolo, da un re ingenuo che inizia a dar di matto, ad un
professore di laboratorio che rincorre una teoria a prima vista bislacca e
controcorrente.
A proposito di quest’ultimo racconto, un sunto veloce: il professor tal dei tali
conduce un esperimento per confutare una tesi di per sé sconfortante, vale a dire che “si intraprendono azioni solamente se queste portano ad un premio, altrimenti le si abbandona: nulla viene appreso in mancanza di rinforzo”. È dunque così? Le piccole azioni quotidiane -una passeggiata nel parco, l’andare fuori a cena- ma anche le imprese più grandi in scala globale, si pensi alle guerre; il tutto ridotto ad un futile assioma.
Per controbattere e dimostrare il contrario, il professore costruisce un labirinto per topi; svolgimento e finale della vicenda riservati al lettore. Non la classica favola dunque, anche se abilmente camuffata per mezzo dei toni letterari, ma l’uscita in grande stile da uno schema che ci sta stretto, la trappola del premio e di una vita finalizzata alla realizzazione dell’obiettivo.

Altro racconto, allegro e di compagnia: “La messa del giovedì santo”. Arriva
un nuovo prete nel paese, si chiama don Rodolfo e fa le prediche più lunghe
che ci siano. Il limite massimo viene raggiunto appunto durante la messa del giovedì santo, che dura così tanto da terminare la domenica di Pasqua.
Anche qui, al di là della simpatica commedia dell’assurdo (gli abitanti
imbastiscono cenoni tra i banchi della chiesa, piccoli momenti di agitazione
s’attraversano quando la figlia del panettiere e il garzone di bottega vengono sorpresi a giacere dietro l’organo…) ci si trova di fronte alla decisione tacita della comunità: nessuno abbandona il posto per svariati motivi, forse soprattutto per non essere il primo ad andarsene. Vale a dire: dinamiche di paese fanno venire a galla un ecosistema sociale che non è niente meno che il mondo in piccola scala. La bravura dello scrittore sta nel non esplicitarlo, né teorizzarlo, ma -come con le storie che ci raccontavano da bambini- farci prima sorridere, e la notte riflettere.

Data di uscita: 29 febbraio 2021
Editore: Aurora Edizioni, una casa editrice indipendente che si occupa della
pubblicazione di racconti e saggi brevi, nata nel 2016 a Trento.
Autore: Matteo Pellegrini

 
 
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