Elena Ferrante. Poetiche e politiche di soggettività.

Intervista all'autrice Isabella Pinto

22 Maggio 2021

Lo studio delle opere di Elena Ferrante per costruire nuovi strumenti di ragionamento, per immaginare nuove pratiche, mettendo al centro le nostre relazioni.

«Le domande di ricerca di questo percorso vengono dalla mia esperienza politica all’interno dei movimenti studenteschi e sociali (dal movimento dell’Onda all’occupazione dei teatri) in cui mi ero resa conto che la questione di come narrare le soggettività politiche era una questione estremamente problematica. Allo stesso tempo i miei studi sulla letteratura contemporanea e sulla filosofia (al di fuori dell’ambito accademico dell’università) mi hanno fatto incontrare questa autrice che metteva sul piatto una serie di problematiche politiche, oltre che letterarie. Ad esempio, mi ha colpita fin da subito l’enorme capacità di Elena Ferrante di far vedere come le soggettività che narriamo siano al contempo singolari e collettive, due elementi che convivono in maniera assolutamente conflittuale e generativa all’interno dei suoi romanzi»

Inizia così il racconto della genesi del libro che Isabella Pinto ha presentato in questa intervista attraverso un percorso che si confronta anche con la lingua con cui Ferrante parla di desiderio, di conflitto e di pratiche politiche - letta in chiave femminista, transfemminista e queer - : «[...] l’invenzione linguistica come qualcosa che permette alle soggettività di rendersi visibili» in tutta la loro diversità, senza per questo abbandonare il desiderio di tessere relazioni collettive, conflittuali e rigenerative, capaci di durare nel tempo.

 
 
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