Con due mesi di ritardo è arrivata la vigilia degli Academy Awards

Notte degli Oscar 2021

25 Aprile 2021

Ve la stavate per dimenticare eh? Sarà che quest’anno si è andati fuori stagione, sarà che di cinema negli ultimi mesi non se ne è masticato chissà quanto, ma nemmeno i miei due/tre amici che ogni anno vengono posseduti dalla febbre degli academy awards, e pianificano maratone e scommettono sui vincitori appuntandone i nomi su logore schedine autoprodotte, nemmeno loro, insomma, sembrano ricordarsi della notte degli Oscar. 

Una notte degli Oscar, lasciatemelo dire, un po’ bislacca, almeno dal punto di vista di uno spettatore italiano, visto che gli unici film che è stato possibile vedere sono stati quelli distribuiti sulle piattaforme di streaming. Risata ansiosa. Ma non divaghiamo, cose interessanti ce ne sono comunque parecchie, vediamo quindi di fare un breve riassunto per poter almeno fare bella figura domani, quando inevitabilmente qualcuno introdurrà l’argomento Oscar.

Prima di iniziare, però, ecco a voi la rubrica “un paio di curiosità delle quali potreste benissimo fare a meno”: è la prima volta dal 1934 che, in una stessa edizione degli Oscar, partecipano film usciti in due diversi anni solari, i più arguti tra voi immagineranno il motivo. Altra novità, le statuette quest’anno saranno 23, e non più 24. Se n’è rubata una Danny DeVito? No, ma i due premi dedicati al sonoro (miglior sonoro e miglior montaggio sonoro) sono stati uniti in un’unica categoria.

Arriviamo al sodo: quali sono i film da tenere d’occhio?

Uno su tutti, Mank di David Fincher, che conta dieci candidature tra le quali miglior film, miglior regista, miglior attrice non protagonista, miglior attore, miglior fotografia…

Si tratta di cinema che parla di cinema, Mank è la storia di come un ometto alcolizzato, con le gambe rotte e una carriera tutt’altro che all’apice ha scritto la sceneggiatura di Citizen Kane, in italiano Quarto potere, un film che molti critici considerano Il film del ventesimo secolo. A interpretare il protagonista Herman J. Mankiewicz un eccellente Gary Oldman, geniale e dannato. Alla regia un David Fincher preciso come sempre, ma che sta volta mostra uno stile più marcato, più peculiare, per cui la storia si prestava di certo e che personalmente ho molto apprezzato.

Un altro cavallo su cui puntare è Minari, che consena al riconoscimento internazionale il regista Lee Isaac Chang, di spunto autobiografico (un bambino sudcoreano si trasferisce coi genitori in una fattoria dell’Arkansas), che ha già ricevuto riconoscimenti al Sundance e ai Golden Globe e che ha l’ambizione per questa notte di rivelarsi il Parasite del 2021 (di per sé il film è americano, ma la lingua parlata nei dialoghi e per più del 50% coreano, ai Golden Globe è infatti stato inserito nella categoria miglior film straniero). Candidato tra gli altri a miglior film, miglior regia e miglior sceneggiatura originale.

A scontrarsi per la statuetta più ambita abbiamo poi Il processo ai Chicago 7, già da mesi disponibile su Netflix, interessante e ben realizzato racconto di un importante episodio nella lotta per i diritti civili negli Stati Uniti, forte di un cast davvero stellare (per dirne tre Sacha Baron Cohen, Joseph Gordon-Levitt, Eddie Redmayne). Abbiamo poi, e inizio ad andare veloce che lo spazio è poco, The Father, con Anthony Hopkins, una drammatica rappresentazione della demenza dell’esordiente Florian Zeller, Judas and the black Messiah di Shaka King, dramma storico sulla vita di Fred Hampton, leader delle pantere nere,  Una donna promettente, un altro esordio alla regia (Emerald Fennel) ma sta volta si tratta di un thriller con tratti da commedia. Per concludere abbiamo  poi Sound of metal, candidato a ben sei premi, la storia di un batterista metal che si trova ad affrontare un’improvvisa perdita dell’udito, e Nomadland, film di Chloé Zhao, tratto da un libro inchiesta, indaga la condizione di color che, negli Stati Uniti, vengono costretti in seguito alla crisi economica mondiale a una vita da nomadi moderni. 

Altro film che si fa notare è Ma Rainey's Black Bottom, i cui protagonisti sono candidati a miglior attrice e miglior attore protagonista, adattamento di un’opera teatrale del 1984 incentrata sulla figura della cantante blues Ma Rainey.

Mentre i possibili migliori attori hanno tutti recitato in film già nominati, tra le migliori attrici abbiamo anche Andra Day per The United States vs. Billie Holidaye Vanessa Kirby per Pieces of a woman.

Candidati al premio per il miglior film internazionale abbiamo invece Un altro giro (Danimarca), Collective (Romania), The Man Who Sold His Skin (Tunisia), Quo vadis, Aida? (Bosnia ed Erzegovina), Shàonián de nǐ (Hong Kong).

Per i film di animazione la Pixar si presenta con ben due film candidati, Onward e Soul, abbiamo poi l’inglese Shaun vita da pecora- Farmageddon e due produzioni che coinvolgono più nazioni: Over the moon e Wolfwalkers.

Bene, direi che un’infarinatura ce l’abbiamo. È stato un po’ come fare ripetizioni il giorno prima della verifica, ma direi che alla sufficienza ci arriviamo tranquilli. Domani sarete pronti a sfoggiare la vostra conoscenza in merito e quando un amico vi dirà “Ho aspettato tutta la notte per sapere chi avrebbe vinto l’oscar al miglior montaggio sonoro, ma non l’hanno neanche assegnato!” beh, voi saprete che spiegazione dargli.

Buon cinema a tutti.


 
 

Ah, dimenticavo, c'è anche Laura Pausini con la canzone Io sì, ma quello già lo sapevate.

 
 
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