Anomalia Sanremo 2021 - Last Day (finally)

Serata conclusiva per il Festival di Sanremo 2021. Per molti, come Willie Peyote, Coma Cose, La Rappresentante di Lista e Colapesce Dimartino, un finale in crescendo. GG per Madame.

7 Marzo 2021

Sono fuori di testa (..), citando chi ha vinto Sanremo 71 effettivamente sciropparmi ore e ore di festival non so quanto possa aver influito sulla mia sanità mentale.

Dopo cinque giorni di concentrato di misoginia, luoghi comuni e perbenismo posso finalmente salutare mamma rai almeno fino a momenti - spero - migliori.

Sono i Maneskin i trionfatori di questa edizione del Festival di Sanremo. La band composta da Damiano David, Victoria De Angelis, Thomas Raggi ed Ethan Torchio ha conquistato il gradino più alto del podio con Zitti e buoni. Al secondo posto Fedez e Francesca Michielin con Chiamami per nome, al terzo Ermal Meta con Un milione di cose da dirti. Per lui anche il Bigazzi per la miglior composizione musicale. Premio Mia Martini a Willie Peyote, Lucio Dalla a Colapesce e Dimartino. Miglior testo a Madame.

Con l'Inno di Mameli - eseguito dalla banda musicale della Marina militare - è partita l'ultima serata del festival più difficile della storia del teatro Ariston, avrei preferito un omaggio a Orietta Berti con “finché la barca va” invece di subirmi l’”Italia s’è desta”, che dopo il segno della croce di “Ama” la prima sera si rivela tra i cinque momenti più bassi del festival nazionalpopolare per eccellenza. 

Senza scivolare solo nelle cose negative mi sento però di fare una riflessione rispetto a questa edizione così anomala rispetto alle 70 precedenti. 

Se ne poteva fare a meno? Sì. 

Si sarebbe potuta saltare un’edizione oppure, forse, si sarebbe potuta rendere sui generis al 100%, portano sul palco uno spettacolo atto e in funzione di sostenere (e devolvere gli introiti) alle migliaia di persone che non lavorano da un anno.

Sono un’inguaribile romantica? Sì.

Però diciamoci la verità, Sanremo ci ha schiaffato in faccia che la mancanza dei live si fa sentire ogni giorno di più, che la musica, l'arte e lo spettacolo esistono ancora. Per il resto quel festival non è mai stato, né mai sarà un laboratorio musicale o tantomeno culturale.

Sanremo è quell’evento mainstream per eccellenza che nella crisi odierna vive solo per sè stesso e per riprodurre la logica dello show business, che è da decenni la “normalità” dell’industria culturale e non solo.

L’impianto del festival, l’inadeguatezza di Amadeus e Fiorello, i loro tentativi di normalizzare una realtà che non c’è, le battute sciocche, i siparietti fuori tempo massimo (anche la Vanoni ha detto che non era necessario.. della serie "anche meno"), diventano una combinanzione di clichè orripilanti. La scelta delle conduzioni “alternate” trasudano una chiara sostanza patriarcale: lo show è vecchio - figlio di una televisione vecchia - che non cambia, nonostante mutino musica e artisti in gara. La musica - in alcuni casi - funziona. Il resto non tanto. 

Ma Sanremo è un “grande evento” e volenti o nolenti ci troviamo investiti dalla kermesse e non è una banalità ripetersi che si tratta ormai di un fenomeno “di costume”, determinato dal fatto che lo guardano milioni di persone. 

A questo punto la polarizzazione tra “normalità” dell’industria culturale, di cui Sanremo 2021 ne porta alta la bandiera, e il deserto che la crisi attuale ha prodotto nel mondo dello spettacolo, dovrebbe aprire un dibattito (ops l’ho buttata lì) che però sia scevro dalla ricerca di una purezza che non porterebbe comunque da nessuna parte. 

Entrando nei dettagli credo sia fondamentale che una nostra rivendicazione, come quella dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo (Grazie Stato Sociale), arrivi su palchi importanti. 

Non posso accettare però che si confonda uno spazio di intrattenimento mainstream con luoghi altri che potremmo considerare più sicuri, che si confonda un* artista con un* attivista. 

Certo, ci sono stati dei momenti che potremmo etichettare come operazioni di washing, ma parliamoci chiaro preferisco Elodie e Achille Lauro mille volte alle dichiarazioni stucchevoli di “Ama”, Fiorello o Ibraimovich (no, non mi esprimerò su di lui).

Questa 71sima edizione parla lei stessa di come l’industria musicale e quindi il profitto ha condizionato e condiziona inevitabilmente Sanremo. A maggior ragione mi sento di dover essere nella fazione di chi il festival lo racconta, facendo emergere sotto ogni punto di vista contraddizioni, incoerenze e stereotipi.

Rispetto alle singole esibizioni andrò a gusto personale, sto facendo un lavoro su me stessa ultimamente per cui ho capito che essere taglienti e basta è producente fino ad una certa (unpopular opinion), e poi a quello ci pensa già la sala stampa della critica italiana.

E così..

Ghemon, Momento perfetto.. per fare altro, segue Gaia con Cuore amaro, dispiace per i soliti problemi di audio ma l’outfit ci piace parecchio.

Per rimanere in tema Amici arriva Irama, mi sono anche chiesta perché fosse ancora vestito uguale e solo lì mi sono ricordata che lui non c’è e quelle sono le prove generali. Vi immaginate se avesse vinto senza esser presente? Avrei adoratoh.

Gio Evan, Ermal Meta sorvolo anche se devo riconoscere che il secondo incarna perfettamente quello che lo spettatore medio di Sanremo si aspetta. Sorvolo anche su Renga, ci siamo anche dovuti sorbire il bis (per fortuna non in finale).

Fulminacci con Santa Marinella, ci ricorda che Roma è una città di mare, la performance convincente confermandosi come una certezza del panorama musicale romano e nazionale. A seguire Extraliscio e Davide Toffolo cantano Bianca luce nera mi piacciono, ma Toffolo sopra tutti.

Colapesce e Dimartino, devono imparare a fare le lavatrici e non scolorire i vestiti (edit i colori pastello non vanno quest’anno) ma la loro Musica leggerissima riesco quasi a tollerarla.

Malika Ayane è intonata, non ha vinto perché Fiorello gliel’ha gufata in diretta.

Fedez e Francesca Michielin, mh pff boh. Mi concentro di più su Willie Peyote con Mai dire mai (la locura), “Riapriamo gli stadi ma non teatri né live” vero anche se il pezzo è stato soggetto a molte polemiche e per citare Willie: “L’obiettivo della musica che faccio è sempre quello di cercare di sviluppare una discussione intorno alle cose che dico. La canzone non è una sfilza di insulti e frecciatine che ho lanciato ai miei colleghi, è un discorso sulla musica, su come la percepiamo e la viviamo, anche all’interno di noi addetti ai lavori”.

Orietta Berti, Arisa, Bugo ok avanti il prossimo.

Arrivano i Maneskin e ho già spoilerato all’inizio cosa è successo, la canzone inoltre mi piace. Quindi Zitti e buoni e mettetevi in tasca la vittoria, anche se vincere in un anno in cui poi difficilmente si potranno fare tournée mi lascia un po’ perplessa.

Madame è la mia prefe, le avrei dato il podio (per quello che può valere) ma poi si è presentata scalza e mi è passata tutta la fantasia.

La Rappresentante di Lista, top. I prolife andiamo a menarli insieme però!

Annalisa, sì Dieci per l’esibizione ma non è una canzone che canticchierò. 

Coma_Cose portano Fiamme negli occhi ma non sul palco, fotografia della loro storia. È una canzone che parla di restare insieme anche di fronte agli ostacoli. Loro resisteranno?

Lo Stato Sociale, ne ho già parlato abbastanza, la performance che preferisco è sicuramente quella della terza serata però. 

Arriva Random e con lui il momento in cui ti metti a fare le classiche cose che si fanno prima di andare a letto, tipo mettersi la crema per il viso o lavarsi i piedi. 

Max Gazzè è vestito da superman, cade, fa casino e la canzone non mi "sconfifera", già risentita troppe volte.

Noemi e Fasma, mh no dai.

E per finire Aiello, ho dovuto aspettare la fine per sentirlo, mi ci sono affezionata e il suo urlo di Munch ha qualcosa di artistico nella sua interpretazione.

Quindi per dirla alla Coma Cose (sì, lo ammetto la canzone mi piace), attenzione a non “Galleggiare in una vasca piena di risentimento”, ci sono vari aspetti da considerare anche in questa edizione, che per fortuna è finita. Ci rivediamo l’anno prossimo, con la speranza di avere i Nabat sul palco (si scherza eh).

Sherwood Webzine torna a parlare di altro!

 
 
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