Anomalia Sanremo Day 3 - Non sará per sempre

Il report della terza serata a cura di Sherwood Webzine

5 Marzo 2021

Dopo anni passati a ignorare, o meglio, a snobbare il Festival di Sanremo, quest'anno ho iniziato a seguire il “festival della canzone italiana” con piú attenzione. Giá l'anno scorso mi ero cimentato nel seguire una delle serate della kermesse per la Webzine di Sherwood ed ero rimasto colpito da alcune esibizioni che sul palco dell'Ariston non mi sarei aspettato di vedere. Anche se il meglio arrivó la sera dopo con due fantastici Morgan e Bugo che litigano sul palco.

Anche l'anno scorso avevo scelto la serata dedicata a cover e duetti e cosí ho fatto anche quest'anno. Un po' per non dover sentire molte delle nuove proposte di Sanremo, che sinceramente mi lasciano ogni anno basito (F4), ma anche perché mi riesce piú facile valutare una reinterpretazione di una canzone giá conosciuta che una nuova uscita, sopratutto di artisti di cui, ahimé so poco e niente.

E allora, dopo l'appuntamento fisso su IGTV con “Anomalia Sanremo”, mi sono messo davanti alla TV a seguire questa lunga serata di musica.

Preferisco tralasciare i commenti sugli inutili siparietti, tra i vari conduttori e coconduttori della serata, Amadeus, Fiorello ma soprattutto Ibrahimovic e (non volermene male mister) Mihajlovic, che con la musica non hanno proprio nulla a che fare e che hanno allungato il brodo di una serata davvero troppo lunga, oltre cinque ore, con continui interventi pubblicitari a spezzettare le varie performance.

Si inizia quindi con i Negramaro che rendono omaggio al grandissimo Lucio Dalla con una cover di 4 marzo 1943 nel giorno di quello che sarebbe stato il suo compleanno. Purtroppo, per quanto sia condivisibile la scelta di iniziare omaggiando uno dei piú grandi della musica italiana, la versione dei Negramaro non colpisce, tendendo quasi piú ad esaltare le doti vocali di Giuliano Sangiorgi rispetto all'esecuzione di uno dei capolavori della musica italiana.

La prima concorrente a calcare il palco dell'Ariston é Noemi, una bellissima voce uscita anche lei dalle scuderie taltent, che insieme Neffa porta a questa serata proprio una canzone dell'ex Negazione e Messaggeri della Dopa, Prima di andare via. Neffa purtroppo sbaglia subito, completamente fuori sincrono rispetto alla base, si dice per un problema agli auricolari. Per fortuna ci pensa Noemi con la sua grandissima voce a tirare su una performance che stava per andare a rotoli.

É quindi la volta di Fulminacci, accompagnato da Valerio Lundini e Roy Paci. La canzone é Penso positivo di Jovanotti, brano semplice con cui provare a far presa sul pubblico. Fulminacci fa il compitino per casa, porta a casa un 6, ma non penso che ce ne ricorderemo per molto. Come di Francesco Renga, che insieme a Casadilego, porta Una ragione in piú di Ornella Vanoni; la performance lascia cosí tanto il segno che se non mi fossi preso un appunto per questo articolo non mi sarei neanche ricordato della presenza dell'ex cantante dei Timoria durante la serata.

Poi arrivano gli Exrtraliscio con Davide Toffolo, loro li aspettavo con ansia. Mi avevano giá entusiasmato la sera precedente con la loro carica e quella rottura nei confronti dei canoni sanremesi che mi aveva esaltato fin da subito. Inizio spettacolare con il musicista sperimentale Peter Pichler che inizia con le note di un Romagna mia fatte con il Trautonium, strumento elettronico sperimentale, seguito dalla band che parte con un Fischia il vento che mi fa saltare sul divano, un versione a metá tra liscio e polka che dá l'inizio a questo Medley Rosamunda che letteralmente mi spettina e mi fa saltare sul divano urlando a quelli che per me sono giá i vincitori del festival. Apprezzo tra l'altro, la presenza scenica, il palco dell'Ariston diventa la piazza del mio paesino in Emilia, la sagra del paese in cui tutti ballano e si divertono. Ieri é stata la volta del Tratonium, mercoledì del Theremin, mi piace molto l'utilizzo di strumenti sperimentali, antichi, i primi veri strumenti elettronici della storia, che stanno a metá tra musica e fisica. Spettacolo!

Cercheró di andare un po' piú veloce sugli artisti che mi hanno trasmesso davvero poco e tra questi ci sono Fasma, che non impressiona per nulla inisieme a Nesli con La fine di quest'ultimo, e successivamente di Bugo insieme ai Pinguini Tattici Nucleari, che non becca mai la tonalitá giusta per tutta la canzone. Bugo, che succede?

Arriva la volta di Francesca Michielin e Fedez con un medley che non mi piace per nulla. Simpatica l'esibizione dei due per l'outfit e lo show sul palco, ma mi sorge una domanda: non é che hanno sbagliato palco, e invece di andare a “Ciao 2020” hanno imboccato per sbaglio la strada per l'Ariston?

Arriva poi la registrazione delle prove di Irama, che porta in scena un titolo molto coraggioso, Cyrano di Francesco Guccini. La curiositá per la scelta del brano é tanta, ma non ho grandi aspettative perché sinceramente non capisco come siano conciliabili La tua schiena nera e una canzone di Guccini. Irama fa il compitino, aiutato dalla voce di Guccini all'inizio ma non impressiona.

Ma arriviamo a quelli che sono stati davvero una sorpresa della serata di ieri, i Maneskin. Anche loro portano un scelta non certo semplice sul palco di Sanremo, Amandoti dei CCCP. Anche questo era uno dei momenti che aspettavo di piú, una parte della storia della musica indipendente italiana sul palco di Sanremo. La scelta di essere accompagnati da Manuel Agnelli é azzeccata e l'arrangiamento del brano superlativo. Non solo sono stupito dal fatto che non abbiano fatto danni, ma soprattutto perché i Maneskin sono riusciti a tirare fuori un arrangiamento musicale davvero di grande impatto, rimanendo fedeli a una canzone giá di per sé bellissima, e nel contempo dandogli quella carica che riesce a dare davvero un quel qualcosa in piú e a giudicare i Maneskin tra i migliori della serata, sicuramente nella mia top tre.

Tralasciamo Random con Ragazzo fortunato di Jovanotti. Per fortuna ci sono i The Kolors che ci mettono una pezza, ma l'esibizione resta comunque fallimentare. Passiamo quindi direttamente a un altro artista che aspettavo con trepidazione. Arriva Willie Peyote accompagnato da Samuele Bersani (lacrime) che insieme interpretano una bellissima canzone del cantante di Bologna, Giudizi universali, altro brano che adoro. Willie é emozionato, si vede e si sente nella voce, Samuele Bersani un po' gli ruba la scena ma rimango davvero soddisfatto dalla loro esibizione. Sentire quel giro di piano poi...pelle d'oca.

Nel frattempo inizia a farsi tardi, continuano i siparietti che ritengo davvero inutili e in certi casi fastidiosi, ma soprattutto diventa estenuante la pubblicitá che arriva puntuale ogni 15-20 minuti.

Finalmente arriva Orietta Berti con Io che amo solo te di Sergio Endrigo, un tocco davvero solare in questo Festival di Sanremo. Peccato che sia accompagnata da Le Deva che purtroppo non brillano. Ma la nostra Orietta riesce comunque a fare un'ottima figura. Da notare, é l'unica degli artisti del festival a non usare gli auricolari.

Arriva Gio Evan che porta una canzone che per me rimarrá sempre nel cuore, gli 883 con Gli anni, una di quelle canzoni che non puoi sbagliare, entrata ormai nell'immaginario di tutta Italia. E invece, accompagnato da i concorrenti di The Voice Senior, riesce a rovinare un brano a cui tenevo molto, gettandomi nello sconforto piú totale... finisce cosí la mia innocenza di bambino che ascoltava gli 883, grazie Gio!

É quindi la volta di Ghemon e Neri Per Caso, con un medley che riprende moltissimi successi del pop italiano. I padroni della scena sono i Neri Per Caso, una esibizione eccellente che aiuta tantissimo Ghemon nella riuscita della sua esibizione. Che bello rivedere i Neri Per Caso a Sanremo.

A sorprendermi é l'accoppiata La Rappresentante di Lista – Donatella Rettore che portano Spleindido splendente proprio della Rettore. Brano immancabile nelle playlist delle peggiori trash immaginabili, sorprende proprio per questa accoppiata agli antipodi in cui la voce di Veronica Lucchesi viene ben esaltata. Bella anche la presenza scenica sul palco, la band insieme alla Rettore riescono a imbastire una performance visiva molto ben riuscita, colorata e ironica.

Arrivano poi Arisa con Michele Bravi che cantano Quando rendendo omaggio a Pino Daniele, ma purtroppo la performance é scialba e nonostante Arisa, a differenza dello scorso anno, non sbagli mai, non penso ci ricorderemo molto di questa sua apparizione a Sanremo.

Seguono altri siparietti e il momento Achille Lauro, molto sobrio in questa serata, solo ricoperto d'oro. Speravo che dopo il costume da “Andromeda” de I Cavalieri dello Zodiaco sfoggiato la prima serata, potesse replicare magari rendendo onore Sirio o Pegasus ma le mie aspettative rimangono deluse.

Ci avviamo cosí verso il finale della serata. Si riparte con Madame che porta un brano tutt'altro che semplice da reinterpretare, Prisencolinensinainciusol di Adriano Celentano. Siparietto iniziale che non capisco molto, la canzone invece mi convince, bell'arrangiamento musicale, molto particolare e le cui sonoritá mi sorprendono. La voce di Madame non si discute. Anche se non la metterei sul podio, brava Madame.

Sorvolerei sulle successive performances di Annalisa (La musica é finita di Ornella Vanoni), Gaia (Mi sono innamorato di te di Luigi Tenco), Colapesce e Dimartino (Povera patria di Franco Battiato) e Coma_Cose (Il mio canto libero di Lucio Battisti), che mi lasciano molto indifferente.

Molto brava Malika Ayane, bellissima voce, anche se purtroppo la canzone che porta, Insieme a te non ci sto piú non parte mai. 

Mi emoziono invece con Max Gazzé e Daniele Silvestri, che portano sul palco anche un band composta da “vecchi amici musicisti” come la definiscono loro. Anche qui la scelta della canzone non é delle piú semplici, i CSI con  Del mondo, e questo aumenta ancora di piú la mia curiositá. L'operazione riesce alla perfezione. La canzone di per sé é stupenda e il duo Gazzé e Silvestri gli mette indosso un abito adatto a Sanremo ma che non snatura l'originale. Performance da tanti tanti applausi, struggente per certi versi e che lascia tanta tanta soddisfazione. Sul mio podio ideale ci sono anche loro.

Siamo finalmente alla fine della serata, una maratona davvero troppo lunga. Arriva Ermal Meta che porta Caruso di Lucio Dalla. La paura prima dell'inizio era molta, la canzone non era semplice da eseguire e serpeggiava l'ansia che Ermal Meta potesse rovinare tutto. Invece il buon Ermal se ne esce con un'esibizione che mi colpisce, molto profonda, molto ben eseguita. Vincerá la serata, forse eccessivo ma sicuramente complimenti per la bella esibizione e l'arrangiamento musicale

A chiudere la serata é Aiello, che peró invece che a Sanremo credeva di essere alla “Sagra da Crispedda” a Cosenza, ma va bene cosí.

Ho saltato Lo Stato Sociale in questa lista di artisti per tenermeli alla fine. Si esibiscono portando una canzone stupenda Non é per sempre degli Afterhours. L'esibizione sicuramente é buona, la canzone é bellissima e loro la eseguono molto bene. Ma tutto questo passa in secondo piano quando sul palco arrivano anche PannofinoEmanuela Fanelli e i lavoratori dello spettacolo. Parte un elenco di tutti quei club, teatri, cinema, festival che da un anno sono chiusi, alcuni che non riapriranno piú. Ci siamo anche noi, Sherwood Festival. É il momento piú bello della serata, mi commuovo. 

La mancanza di pubblico é stata quella che ha fatto piú parlare in questo Sanremo, poche le menzioni a una classe di lavoratori che da un anno non lavora, non guadagna, non vive. Lo Stato Sociale hanno invece portato sul palco piú importante d'Italia questa voce, dicendo i nomi di chi non ripartirá piú, ma anche dandoci uno spiraglio di speranza. E allora ci uniamo anche noi al loro coro con cui salutano il palco dell'Ariston: “non sará per sempre. Credeteci, i nostri fiori non sono ancora rovinati. E continueremo a camminare domandando”.


 
 
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