Indagine nel dark-side degli studi di registrazione

Intervista a Iohoo Records

Terza puntata con l'inchiesta sugli studi di registrazione. Ogni venerdì, su Sherwood Webzine

26 Febbraio 2021

Come si evolve un’idea primordiale di musica? Come funziona, oggi, la catena di montaggio acquisizione-editing-mixaggio con i plurimi strumenti digitali? E dopo? Com’è che il prodotto finito arriva sui nostri dispositivi?

Questi sono alcuni degli interrogativi che musici, redattori, appassionati si pongono, specie se, da un decennio a questa parte, molti musicisti perseguono il sogno di ‘emergere’ potendo registrare in fai-da-te con un basilare Mac. Ma c’è ancora bisogno di esperti e di qualità dell’audio in questo mondo?

La pandemia da Covid-19, inoltre, ha sicuramente incrinato alcuni meccanismi di funzionamento di uno studio di registrazione. Sarà interessante indagare su come questo settore abbia reagito. Chissà se varrà ancora la pena fare uno dei lavori più interessanti per antonomasia!

Questo, e tanto altro, cercheremo di comprenderlo al meglio con un a tu per tu con alcuni studi di registrazione partendo dal Triveneto e andando oltre...

Ciao! Innanzitutto parlateci di Iohoo Records, come e quando nasce?

Ciao!
Iohoo Records nasce nel 2018 da Filippo, che sono io (all’epoca 20 anni), e Alberto (all’epoca 23 anni).  La nostra storia inizia in realtà nel 2015, quando con qualche risparmio abbiamo comprato il primo materiale da service. Lavorando a feste e concerti abbiamo raccolto i primi soldi e reinvestiti in altro materiale, arrivando alla fine alla necessità di avere una sede operativa.
Lo studio nasce innanzitutto in un vecchio edificio completamente distrutto all’interno.
Abbiamo aperto una società, chiesto un prestito (maledetti capitali!) e iniziato i lavori di ristrutturazione.
Essere partiti da zero sicuramente a reso lo sviluppo molto lento, tanto che ancora oggi stiamo lavorando per renderlo più bello e funzionale. Sistemare questo studio mi ha costretto ad improvvisarmi un tuttofare. Nel frattempo in questi anni però sono passati di qua tantissimi artisti: chi per registrare, chi per provare, chi per il service. Tra gli altri nomi anche quelli di Mèsa, Post Nebbia, Venti Settembre, Dutch Nazari e Pinguini Tattici Nucleari!

Quali sono i servizi che offrite ai musicisti? Di che equipe usufruisce lo studio (in grandi linee)?

I servizi che offriamo sono di service audio e luci per eventi, organizzazione di concerti, registrazione, mix, mastering (digitale), produzione di video musicali, sala prove, creazione di siti web (lavoriamo molto con le aziende oltre che con i privati).
Oltre a me che seguo la parte organizzativa e gestionale della società oltre alla parte video e web, c’è il mio socio Alberto, fonico di grande esperienza live e altri giovani produttori che utilizzano lo studio per produrre e registrare. A seconda dei bisogni dei nostri clienti e della tipologia di musica che fanno, sappiamo esattamente a chi indirizzarli.

Oltre a tanta passione, quali sono le competenze che servono per mettere su uno studio di registrazione? Di quali qualifiche specifiche parliamo per poter intraprendere questa strada?

Beh prima di tutto di tanto coraggio. Quella di uno studio di registrazione non è una vita facile, tantomeno in Italia. Viviamo un momento della produzione musicale in cui tutti bene o male possono farlo. La produzione ha dei ritmi altissimi e si guarda sempre di più alla quantità che alla qualità. Arrivano una marea di richieste di “artisti” che vogliono spendere sempre meno e arrangiarsi sempre di più, ma soprattutto che spesso non si aspettano nemmeno che il nostro lavoro abbia un costo. In un contesto del genere diversificare è fondamentale.

Nel nostro caso è il settore degli eventi la nostra principale fonte di reddito. Per quanto riguarda le qualità a mio avviso non contano più di tanto. Gli artisti, quelli seri, cercano i risultati e soprattutto l’esperienza. Le qualifiche si possono raggiungere in tanti modi.

Ci sono le scuole private a Milano con tariffe stellari che creano degli ottimi professionisti. Ormai con Internet però si può raggiungere lo stesso livello di competenza senza sborsare una lira.

Naturalmente bisogna farsi il mazzo il doppio, triplo, quadruplo e sperimentare tanto, non avendo nessuno che ti indirizza dalla parte giusta. Sicuramente è una passione dura da coltivare, ma alcuni dei produttori ascendenti più talentuosi di Padova li abbiamo visti crescere a pane e Youtube.

Lavorate a produzioni che vengono proposte dai singoli artisti/band o siete legati a una/più label? In questo caso, come avviene il processo di selezione dei progetti sui quali lavorare? Quanta voce in capitolo ha lo studio di registrazione innanzi all’etichetta?

In genere lavoriamo con i singoli artisti, ma alcuni dei nostri produttori sono molto legati a Dischi Sotterranei e diversi lavori ci arrivano da loro.  Dalla nostra esperienza con loro posso assicurare che lasciano molto spazio e libertà artistica agli artisti stessi e che piuttosto selezionano accuratamente i loro nuovi talenti.

Qual è stata l’esperienza più negativa e, viceversa, più positiva che avete riscontrato durante questo lavoro nel corso degli anni? Ci raccontate qualche episodio?

L’esperienza più negativa nel nostro caso è in generale la difficoltà di trovare mercato. Ci sono stati dei periodi in cui dal punto di vista economico ce la siamo vista brutta. Dopotutto siamo due sbarbati che hanno avviato un’impresa senza sapere assolutamente come essa debba essere gestita, cosa che sono stato costretto ad imparare e che sto continuando a fare.

Il Covid ha sicuramente poi segnato negativamente la nostra avventura e la ripresa del settore è lenta e difficile.

L’esperienza più positiva penso che sia rendersi conto di poter fare qualcosa per quegli artisti che sei abituato ad ascoltare. Sapere che un artista importante e riconosciuto voglia usufruire dei servizi che con tanta fatica hai messo a disposizione è sempre emozionante e appagante.

Come si è evoluto questo lavoro nell’ultimo decennio? Quanto hanno influito le nuove tecnologie?

Decisamente molto. Noi abbiamo aperto lo studio nell’era tecnologica. Abbiamo fatto il processo inverso: dalla tecnologia più totale piano piano aggiungiamo qualche pezzetto analogico. Il digitale però costa meno ed è più facile e veloce da implementare ed utilizzare, con risultati spesso eccellenti.

Come si gestisce la vostra produzione nei confronti dei sistemi di riproduzione moderni? E cioè: nel master prediligete un suono che risulti potente anche da sistemi limitati (come le iper diffuse casse bluetooth) oppure si dà ancora valore all'impianto hi-fi ad alta fedeltà?

Cerchiamo di uniformarci ai sistemi di ascolto moderni, puntiamo a far suonare bene i nostri master dalla più economica cassa Bluetooth al miglior ascolto hi-fi consapevoli che prevalentemente la musica di oggi viene ascoltata da uno smartphone, purtroppo o per fortuna.
Prediligiamo quindi un suono ricco e denso indipendentemente dal mezzo.

Parliamo di Covid-19 e di conseguenze su questo lavoro. Lo studio ha tenuto botta alla situazione?

Lo studio ha tenuto. Come detto in precedenza, fortunatamente abbiamo diversificato. L’allentamento sulle restrizioni estive ci ha permesso di lavorare ai festival come service e noleggio. Si tratta di un anno disastroso per il nostro settore ma grazie al duro lavoro svolto da noi e dai nostri collaboratori stretti, siamo riusciti comunque non solo a superare il periodo difficile, ma a crescere e a investire su nuove risorse e tecnologie. La nostra strumentazione è praticamente raddoppiata e migliorata, le competenze hanno continuato a crescere e le collaborazioni si sono intensificate, permettendoci di offrire servizi ad un pubblico sempre più ampio e di alto livello. Sicuramente alla fine di questa crisi ci rimetteremo in gioco, con una grande voglia di competere con le realtà che fino ad un anno fa per noi erano inarrivabili!

Vi è capitato di co-produrre qualche progetto musicale? Se sì, ce ne consigliate qualcuno?

Quest'anno abbiamo prodotto diversi dischi, soprattutto in collaborazione con Dischi Sotterranei che siamo sicuri troveranno una loro strada. Fra gli altri: Galassia Club, Ulisse Schiavo e il nuovo progetto di Jesse the Faccio. In più nel nostro studio è stato mixato Canale Paesaggi, l’ultimo album dei Post Nebbia, così come il loro singolo Televendite di quadri in featuring con Dutch Nazari.

 
 

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