Indagine nel dark-side degli studi di registrazione

Intervista con Roberto Villa de L’Amor Mio Non Muore - Sala D’Incisione

Prima puntata con l'inchiesta sugli studi di registrazione. Ogni venerdì, su Sherwood Webzine

12 Febbraio 2021

Come si evolve un’idea primordiale di musica? Come funziona, oggi, la catena di montaggio, acquisizione-editing-mixaggio con i plurimi strumenti digitali? E dopo? Com’è che il prodotto finito arriva sui nostri dispositivi?

Questi sono alcuni degli interrogativi che musici, redattori, appassionati si pongono, specie se, da un decennio a questa parte, molti musicisti perseguono il sogno di ‘emergere’ potendo registrare in fai-da-te con un basilare Mac. Ma c’è ancora bisogno di esperti e di qualità dell’audio in questo mondo?
La pandemia da Covid-19, inoltre, ha sicuramente incrinato alcuni meccanismi di funzionamento di uno studio di registrazione. Sarà interessante indagare su come questo settore abbia reagito. Chissà se varrà ancora la pena fare uno dei lavori più interessanti per antonomasia!
Questo, e tanto altro, cercheremo di comprenderlo al meglio con un a tu per tu con alcuni studi di registrazione partendo dal Triveneto e andando oltre.

Ciao! Innanzitutto parlaci de L’Amor Mio Non Muore, come e quando nasce?

Roberto Villa: L’Amor Mio Non Muore nasce nel 2014, da un’idea di Alberto Bazzoli e del sottoscritto. Inizialmente la sala era per noi uno spazio dove poter suonare e “tenere in lavoro” i vari strumenti che abbiamo; ben presto, grazie anche alla presenza in regia del nostro registratore a nastro Studer, abbiamo iniziato a registrare dischi di alcune delle nostre band e a lavorare come studio di registrazione.

Quali sono i servizi che offrite ai musicisti? Di che equip usufruisce lo studio (in grandi linee)?

RV: Mi sento di dire che il servizio offerto non è il classico lavoro di studio di registrazione. Abbiamo registrato molti dischi in questi anni ma, il nostro mestiere di musicisti, la scelta di lavorare su nastro, il Made in Italy come punto fermo della nostra attrezzatura ecc, fanno sì che in maniera naturale si sia delineata una clientela diversa dalla “band che cerca uno studio professionale per registrare un album”.

Spesso le persone ci scelgono perché all’Amor Mio Non Muore sanno di trovare un’idea estetica, di suono e di modalità di lavoro molto chiara. I principaliservizi offerti sono artistici e musicali ancora prima che tecnici. Oltre alla registrazione audio, missaggio, passaggio su nastro, recupero dati da nastro, offriamo ai musicisti tutta una serie diservizi che vanno dalla produzione artistica, all’arrangiamento, alla scrittura di arrangiamenti perarchi o sezioni di fiati, alla possibilità di consulenza per stampa su vinile fino alle trascrizioni deibrani per i depositi SIAE.

Oltre a tanta passione, quali sono le competenze che servono per mettere su uno studio di registrazione? Di quali qualifiche specifiche parliamo per poter intraprendere questa strada?

RV: Oltre alla passione servono capacità, soldi e… tanta pazienza!

Scherzi a parte, credo sia assolutamente fondamentale la squadra. Attorno al mondo della musica hanno sempre orbitato molte figure indispensabili per la riuscita ottimale di un brano o di un album. Ora purtroppo, con la concorrenza, i margini di guadagno sempre più bassi, la tecnologia che viene spesso in nostro aiuto, si tende a fare tutto in prima persona; a mio avviso questo è assolutamente deleterio.

Ovviamente oggi, specie se si opera nel sottobosco, è impensabile avere la possibilità di garantire un’adeguata retribuzione a produttore artistico, arrangiatore, direttore musicale, tecnico Protools e a tutte le altre figure professionali. Per questo serve la squadra; ogni persona svolge al meglio il proprio compito e, sentendosi parte di un progetto ampio, un modo per fare quadrare i conti si trova sempre. Molte volte semplicemente scambiandosi favori e tornando a una sorta di baratto di servizi tra professionisti della musica.

Lavorate a produzioni che vengono proposte dai singoli artisti/band o siete legati a una/più label? In questo caso, come avviene il processo di selezione dei progetti sui quali lavorare? Quanta voce in capitolo ha lo studio di registrazione innanzi all’etichetta?

RV: Oltre allo studio abbiamo creato una piccola etichetta discografica che pubblica dischi da noi prodotti su supporto vinile edizione ultra limitata. Alcune volte è successo che un artista che viene a registrare in studio, finisca poi con l’album pubblicato dalla nostra etichetta.

Normalmente, nella piccola realtà in cui ci muoviamo noi, il rapporto è più frequente tra studio e artista. Farei una distinzione tra band che ci coinvolgono perché cercano un aiuto nella produzione e band che vengono a registrare un disco in studio. In questo ultimo caso ringrazio il cielo tutte le volte che la band, con decisione molto saggia mette nelle mani di un produttore artistico l’album che andrà a registrare.

Qual è stata l’esperienza più negativa e, viceversa, più positiva che avete riscontrato durante questo lavoro nel corso degli anni? Ci raccontate qualche episodio?

RV: Esperienze negative fortunatamente poche. Tra le esperienze positive sicuramente avere avuto la possibilità di lavorare con band straniere che ci hanno scelti proprio per la nostra attrezzatura che, dal banco agli ampli, è rigorosamente prodotta in Italia e ha quindi un suono che non puoi facilmente trovare in America o UK per esempio. Questa cosa mi ha fatto molto piacere, è sempre stata una mia fissazione ed è stato un grande traguardo per me.

Come si è evoluto questo lavoro nell’ultimo decennio? Quanto hanno influito le nuove tecnologie?

RV: Lavoro con macchine che solitamente non hanno meno di 50 anni, non sono la persona più adatta per dare una risposta utile.

Come si gestisce la vostra produzione nei confronti dei sistemi di riproduzione moderni? E cioè: nel master prediligete un suono che risulti potente anche da sistemi limitati (come le iper diffuse casse bluetooth) oppure si dà ancora valore all'impianto hi-fi ad alta fedeltà?

RV: Normalmente finalizziamo gli album con due differenti processi.

La matrice per la stampa in vinile viene affidata ad un tecnico che la crea direttamente dal nastro 1/4” dove abbiamo inciso il mix. Il master digitale viene sempre affidato ad uno studio professionale di mastering che lavora sui file acquisiti in HD dal nastro di mix. In questo modo cerchiamo di mantenere una linea di suono giusta per il disco in vinile e un master digitale che possa rendere al meglio su ogni supporto; dal telefono al computer alle casse bluetooth.

In generale credo che il suono del master dipenda molto dal genere di musica sulla quale si sta lavorando; sicuramente per le nostre produzioni e per molti dei dischi che incidiamo in studio prediligiamo la dinamica, non ci interessa la corsa al volume. Con Spotify e altre piattaforme si sono fatti diversi passi indietro sul volume e i master inascoltabili, spinti alla morte, sono andati un po’ in disuso.

Parliamo di Covid-19 e di conseguenze su questo lavoro. Lo studio ha tenuto botta alla situazione?

RV: Sopravviviamo, ci siamo un po’ reinventati. In maniera naturale abbiamo investito più tempo sull’etichetta discografica, oltre a questo stiamo lavorando a dischi che vendiamo per il mercato delle sincronizzazioni. Cerchiamo comunque di produrre musica, che è quello che sappiamo fare.

Vi è capitato di co-produrre qualche progetto musicale? Se sì, ce ne consigliate qualcuno?

RV: Consiglio le ultime pubblicazioni de L’Amor Mio Non Muore - Dischi; l’LP “The Millenary Preacher di Colonel V., il nuovo disco di Giacomo Toni in uscita nei prossimi mesi e perfinire i miei 45 giri pubblicati a nome Villa.

Altri dischi interessanti che mi vedono coinvolto come musicista e produttore artistico sono il nuovo album della cantautrice siciliana Cassandra Raffaele e il nuovo disco di Don Antonio.

 
 

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