Intervista a Bookdealer

Il web a supporto delle librerie indipendenti

6 Febbraio 2021

Sulle pagine della nostra Webzine in questi mesi abbiamo parlato con editori e librerie indipendenti. Abbiamo raccontato la pandemia, i progetti e le aspettative di chi opera nel settore. Anche le difficoltà e le riforme attese. Non potevamo quindi lasciarci sfuggire l’occasione di raccontarvi quella che di sicuro è stata la maggiore novità in campo librario apparsa negli scorsi mesi, ovvero Bookdealerla piattaforma dedicata al libro che ha creato un ponte tra librerie indipendenti, lettori ed editori.

Un modo diverso di acquistare un libro, un meccanismo che consente di mantenere il rapporto con chi gestisce una libreria e chi edita anche in versione digitale, anche in un marketplace. Non conoscete ancora Bookdealer? La state già usando ma avete alcune curiosità? Allora non perdetevi quanto segue!

Abbiamo chiacchierato con Livia Del Pino, responsabile commerciale, e Leonardo Taiuti, editore e uno dei fondatori di questa novità che promette di cambiare il modo in cui pensiamo di comprare i libri online.

Qui di seguito le loro risposte ma per ascoltarvi tutta la chiacchierata al completo e in vivavoce potete usufruire dei podcast.

Allora Livia, iniziamo dal principio: Bookdealer è un e-commerce che pone al centro le persone. Questo aspetto, difficoltà comprese, ce lo spiegheresti meglio?

Bookedealer ha una gestione molto umana delle proprie risorse, anche nel contatto con editori e librerie. Abbiamo sempre messo al centro della proposta verso le librerie il dialogo. Molte delle migliorie che abbiamo fatto nel sito vengono dal constante confronto con le librerie e da quello di cui loro hanno bisogno. La proposta delle librerie è al centro di quello che loro fanno su Bookdealer, con i loro consigli. Stessa cosa verso i clienti. Cerchiamo di dare un’attenzione peculiare alla gestione di ciascun ordine, di farlo sempre in modo non automatizzato ma flessibile, fluido.

I tempi di consegna dipendono dalle disponibilità delle librerie. Il cliente sa in breve se il suo acquisto è subito disponibile o se ha un margine di attesa di alcuni giorni. In un mondo sempre più “fast&furious” è un aspetto che trovate difficile fare comprendere agli utenti?

Sì, non è un concetto semplice da far capire agli utenti perché comporta anche la comprensione della filiera. Il rispetto della filiera e anche il rispetto della figura del libraio, come la persona che procura i libri, e quindi come figura di riferimento in questo senso non è molto semplice. Il concetto di filiera nel mondo dell’editoria è complesso, si parte dall’ editore ma c’è anche il grossista, la tipografia, il distributore, eventualmente il conto diretto: è un sistema estremamente complesso. Quel che stiamo cercando di far passare al lettore è la comprensione di questo meccanismo e che il libro deve passare dalle mani del librario, che te lo porta in bicicletta e bussa alla tua porta.

La piattaforma sostiene concretamente le librerie. Le spese di consegna di 1,90 euro sono divise a metà tra la piattaforma e le librerie. È un meccanismo che valorizza tutte le figure in gioco. Quanto è complicato gestirlo?

No, non è affatto complesso. La scelta tra consegna a domicilio e spedizione con corriere, quindi del pagamento da parte dell’utente o di 1,90 o di 4,90 euro, dipende semplicemente dalla distanza dell’utente dalla libreria che ha scelto per acquisto. È una cosa che avviene in automatico grazie al nostro developer e così in automatico avviene la spartizione delle tariffe e dei costi con le librerie.

Dall’Italia state spedendo in tutta Europa. Chi sono i clienti tipici europei che si rivolgono a voi? E state pensando di diffondervi anche oltre Europa?

Spediamo in tutta Europa ed è stata una bella sorpresa per le librerie che hanno subito avvicinato dei clienti, che magari li conoscevano da prima, quindi lettori, classici italiani all’estero, e che magari corso degli anni hanno sviluppato rapporto con il loro librario di fiducia e posso continuare a ordinare da questo librario grazie a Bookdealer. Oltre ai lettori fedeli delle librerie di quartiere ci sono anche gli italiani all’estero che hanno spesso difficoltà di rifornimento per i libri che vogliono in lingua italiana, di conseguenza Bookdealer è un’ottima soluzione. E senz’altro vogliamo espanderci nel resto del mondo, stiamo solo cercando una soluzione per la compilazione dei fastidiosi documenti doganali da parte delle librerie.

Negli USA hanno sperimentato da poco una piattaforma dedicata al mondo librario che possa essere alternativa ai colossi stile Amazon. Mi riferisco a bookshop.org Cosa ne pensate?

Bookshoop.org è stato ed è un’idea rivoluzionaria, che ha dato uno scossone al mondo della vendita online del libro negli USA e anche in Inghilterra. È stata di forte ispirazione per Bookdealer. Però il vantaggio di Bookdealer, o meglio la diversa strutturazione, prevede che siano le librerie direttamente a vendere ai lettori. Invece Bookshop.org funziona come un grossista, e al termine dell’anno una percentuale del venduto è suddivisa tra le librerei che hanno contribuito alla comunicazione. Questo in realtà porta alle librerie un margine davvero risicato del prezzo di copertina, di recente ci sono state polemiche in tal senso. Bookdealer è più funzionale per le librerie indipendenti, guadagnano immediatamente, non c’è un margine che viene trattenuto dalla piattaforma.

Oltre al rapporto con le librerie, le case editrici e i blog parlate nel sito di partnership con festival e fiere. Ci spieghi meglio?

Siamo stati lanciati con una partnership con un festival importante che è “La grande invasione di Ivrea”. Poi siamo stati partner di Marina di Libri e Bookpride. Sono realtà fortemente legate al locale. Sono tutte realtà con una forte impronta indipendente e che fanno promozione culturale ed editoriale da tanti anni.

Che riforme attendete? O in cosa avete trovato grosse difficoltà per realizzare questo progetto?

La difficoltà maggiore è stato far comprendere l’originalità. Far capire anche agli addetti ai lavori quanto forse diversa la nostra idea di e-commerce rispetto alle idee che stavano emergendo nella prima fase del lockdown. Era difficile allora anche perché la squadra di Bookdealer è fatta di outsider, non ci sono grandi marchi, grossi capitali ma solo tanta voglia di fare e un’idea molto originale. Ci stiamo lavorando e adesso anche tra molti degli addetti ai lavori si sta comprendendo.

Leonardo, invece tu, prima dell’avventura con Bookdealer, sei stato e sei con la Black Coffee un editore indipendente. È stato anche da questa esperienza che hai percepito l’urgenza di creare una rete dedicata a editori e librai indipendenti?

L’idea di Bookdealer non è nata da una necessità specifica mia in quanto piccolo editore. È nata da un pool di cervelli e idee con amici lettori e librai che si sono resi conto che durante il periodo di lockdown mancava uno strumento centralizzato per dare seguito agli sforzi fatti in pandemia. Noi non chiediamo nessuna percentuale agli editori, è un servizio che punta a sostenersi sulle proprie gambe.

Bookdealer è attiva dalla primavera scorsa. Inevitabile chiederti quanto sia stato difficile presentare il progetto in quei mesi e quanto invece si sia rivelato un banco di prova importante.

Ti correggo, il servizio è attivo solo dal 27 di agosto. Da una parte è stato difficile farlo accettare, perché non esiste niente di simile, è un servizio del tutto nuovo, va fatto capire e imparare. Dall’altro è stato ben accolto. Da 120 librerie iniziali siamo a oltre settecento ora.

Da editore indipendente quanto importante è mantenere il rapporto diretto con le persone? E come riesci a farlo con la piattaforma?

È molto importante. Con le persone attraverso le fiere e soprattutto con le librerie. Per chi ha un catalogo organico è fondamentale spiegarlo alle librerie che lo propongono ai lettori. Attraverso la piattaforma questo rapporto tra libreria ed editore si ha, la libreria propone consigli di lettura, il lettore ha la sensazione di essere entrato fisicamente in negozio. Naturalmente, siamo solo all’inizio, questo aspetto sarà oggetto di nuove implementazioni in futuro.

Quali sono i responsi da parte di utenti e addetti del settore?

Il responso sul lancio di Bookdealer è stato incoraggiante. Le librerei sono aumentate tantissimo nel giro di poche settimane, gli utenti anche.

Al lettore/lettrice che è abituata ad usare Amazon o simili cosa diresti per fare provare Bookdealer?

Al lettore abituato a usare Amazon provate Bookdealer, ma attenzione. L’esperienza di acquisto su Amazon è totalmente spersonalizzata, rapida solo per chi ha Prime, su Bookdealer si deve tener conto che si sta comprando da un negozio fisico, ci sono tempi tecnici di risposta. Però se si compra con criterio e ci si affida ai consigli dei librai su quei libri che sono sicuramente sugli scafali della libreria, potete avere l’ordine anche due ore dopo averlo fatto. Questo è un nuovo tipo di e-commerce che seppure competitivo allo stesso modo ha delle fondamentali differenze.

Il numero di lettori e lettrici è sempre in ribasso. Con la piattaforma che strategie avete pensato per invogliare anche le persone meno attratte dalle letture ad avvicinarsi al mondo dei testi?

Questa è una bella domanda, se avessi la risposta probabilmente a quest’ora sarei molto ricco e molto altrove. In realtà non credo che Bookdealer possa rispondere nello specifico a questa esigenza, ossia di fare innamorare le persone della lettura. Bookdealer serve a quelle persone che già comprano libri, indipendentemente da quanti, per dare loro un’alternativa ai soliti marketplace. Di sicuro ci impegneremo al massimo per renderlo un luogo affinché il lettore forte, esperto, occasionale possa trovare una comunità di persone affini. Sempre con un occhio alla sostenibilità.

E allora, auguriamo il meglio a questa nuova piattaforma.

Un ringraziamento a Livia, Leonardo e Stefania Gaggini che hanno permesso di creare questa intervista. E un grazie anche  a Matteo Molon di radio Sherwood che ha permesso la fruizione in podcast di questa bella chiacchierata!

A destra potete ascoltare / scaricare l'intervista in formato podcast.

 
 

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