Riot for dinner # 4: It's raining bread!

Il pane e le farine. E le rivolte.

6 Gennaio 2021

Al latte, croccante, condito, con uvetta o gocce di cioccolato, sciapo o bagnato. Ma anche a forma di tartarughe, rose del deserto, coccodrilli e rosette. Di farina bianca, di mais, di zucca o integrale. Decorato con semi di sesamo, papavero e curcuma. Un tripudio di forme, colori e materie prime, il pane.

Iconico e multiforme cibo. Sia dei tempi bui che di quelli di quiete.

Manifesto dell’opulenza, della serenità e della genuinità nei tempi, nei luoghi e nelle classi spensierate così come il rappresentante delle mancanze e delle difficoltà in tempo di guerra, divario sociale e crisi.

È profumo e calore tanto quanto scontro e fame.

È il tutto o il niente.

Questo companatico non ha mezze misure.

E allora quando ve lo trovate a tavola guardatelo bene: è il doppio per eccellenza.

Poggiata sulla vostra tavola quella pagnotta fragrante, quasi innocua e dotata di uno charme poco appariscente, è stata anche la titolare della “guerra del pane” del 1917 tra Germania e Russia per i territori dell’Ucraina. Sempre lei è stata il simbolo delle proteste degli operai torinesi di quell’anno. Così come lo fu nei moti milanesi del 1898, nelle rivolte francesi delle farine del 1775 e in quelli di Boston durante il triennio 1710-1713. Sempre lei - o suoi simili panificati parenti- si erse a simbolo di protesta nel 2007 in Messico e nel 2011 a Tunisi. Così come è sotto il suo segno che si infiammano le proteste di Burkina Faso, Egitto, Argentina e Sudan negli ultimi anni.

Se prima il problema derivava dalla necessità di approvvigionare numeri crescenti con raccolti fluttuanti, negli ultimi decenni sono gli agrocombustibili richiesti per l’energia “pulita” e il foraggio destinato agli animali da carne a fare lievitare il prezzo delle farine e di quella pagnotta.

Quindi quando compriamo, fotografiamo e mangiamo il prossimo pezzo conviene pensarci un attimo a come in pochi grammi di farina, acqua e sale si nasconda una storia infinita e duplice.

E allora per una serata a tema non possiamo non proporvi:

LibroFurore di J. Steinbeck (Bompiani editore): l’epopea di una famiglia (e non solo) che parte dalla crisi del 1929, percorre kilometri di strade americane dall’Oklahoma alla California e si chiude citando il Caravaggio;

Film: Perfetti Sconosciuti di Genovese: pane uguale essenza stessa dei pasti all'italiana. Dunque come non guardare la cena all'italiana per eccellenza? Dentro un film che mostra gli alti e i bassi della convivialità fra persone, amici o conoscenti, ma sempre legati da un sottile filo d'amido che lì può unire come dividere, tanto è fragile e gustoso;

- Musica: La Canzone del Pane de I Camillas: vuole essere un tributo a Zagor, prematuramente scomparso la scorsa primavera per ovvie ragioni. Un canzone che parla di pane come fosse affetto, di voler addentare quella parte di vita semplicemente e senza limiti. Perché poi.. l'affetto non è esso stesso un po' il pane dei rapporti? Gnam!.

Il nostro menù targato Webzine delivery service a base di carboidrati:

Aperitivo: pan bagnato tutto la vita! Meglio con un prosecco a fianco.

Primo: spaghetti aglio, olio e peperoncino con briciole di pane raffermo;

Secondo: polpette di pane pugliesi;

Dessert: torta di pane, uvetta e cannella.

Buona cena!

 
 
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