Bluedaze - Skysurfers, la nuova onda del dreampop italiano!

Recensione del primo album della band di Varese

22 Dicembre 2020

Il primo disco dei Bluedaze conferma quanto di buono già ascoltato con Hodad e Dreamwalk. Il loro dreampop si mescola spesso con rimandi che rendono il lavoro sia dreamy che terreno, dall’assolto di chitarra finale dell’ultimo singolo appena citato, alle atmosfere quasi country di Fuel and Cigarettes e Dangerous.

Ogni canzone dell’album risulta forte per il mood sonoro chiaro e coerente col resto della produzione, anche quando prende strade assai chill, come direbbero in UK, con Drive Away, messa nel bel mezzo della scaletta per dare equilibrio alla velocità dell’ascolto, sostenuto per la maggior parte del tempo.



La cifra stilistica pop, dai tratti indie - dunque mai banale - assieme alla “ballabilità” delle canzoni rendono Skysurfers un ottimo ascolto che va condiviso con qualcuno o qualche contesto in particolare, ad esempio in auto. La stessa Drive Away per quanto sia rilassata, e rilassante, assomiglia più a un lento che ad una canzone di pausa vera e propria.

Sicuramente però la traccia più interessante è FOMO, un mix di echi 80’s che non potrà non piacere a chi ama quella decade. Attenzione: ciò non vuole dire sia nostalgica. Risulta un mix delle atmosfere evocate da Talking Heads, Tears for Fears, Roxy Music, ovvero quelle band che seppero unire underground e mainstream, ma concentrato e sintetizzato nei giusti modi, con la giusta consapevolezza, visto bisogna esser diretti e andar per sottrazione oggigiorno.

Skysurfers offre un immaginario eloquentemente di viaggio, un coast to coast di positività derivato da momenti no; in pratica cerca di trasformare tramite melodie sia agro che dolci le avversità in buone vibrazioni, atteggiamenti e attitudini. La vita è costituita da secondi che volano via e ognuno d’essi va seguito ragionando ma senza impaurirsi troppo, tanto alla fine sempre da qualche parte arriveremo. Dunque ascoltiamo musica e sogniamo pure col naso all’insù! Ne abbiamo il pieno diritto e la ragione concreta.



Davvero un piccolo peccato non averli già potuti vedere in tour ma, se posso spezzare una lancia a favore del tempo, quest’album va ascoltato e imparato assai bene, per essere vissuto successivamente dal vivo coi primi tepori primaverili. We Have All the Time in the World, citando Louis Armstrong, per gustarcelo al meglio!


 
 

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Prodotto da Martino Cuman & Bluedaze

Uscito per RC Waves - Artist First

 
 
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