La Scugnizzeria: libreria e molto altro nel cuore di Scampia

23 Settembre 2020

Continuano le nostre interviste alle librerie indipendenti e questa volta le nostre domande sono tutte dedicate alla Scugnizzeria, un centro culturale poliedrico, che anima Scampia.

Il sottotitolo della vostra insegna recita “Sognare il sogno impossibile”. Vi va di spiegarcelo meglio?

Quando noi abbiamo deciso di aprire una libreria teatro a Scampia nessuno ci credeva. Tutti ci dicevano che era qualcosa di impossibile. Quindi per noi era un sogno impossibile poter vendere dei libri a Scampia e poter fare del teatro nell’area nord di Napoli e invece abbiamo dimostrato che certe volte gli asini, i ciucci volanti, esistono davvero

Quando e come vi è nata l’idea di questo spazio?

Questo spazio è nato quando noi eravamo adolescenti, nella nostra mente ovviamente! Perché per comprare un libro bisognava fare 10 chilometri, otto fermate della metropolitana. Per comprare un libro bisognava emigrare. Allora l’idea era aprire uno spazio per dare ai ragazzi tutto quello che non avevamo avuto quanto eravamo adolescenti e abbiamo raccolto dei fondi, privatamente, senza finanziamenti pubblici e siamo riusciti ad aprire questa impresa.

Nel presentare questo spazio di 140 mq tra Scampia e Melito, dite che è “un posto sempre aperto, di rivoluzione in periferia”. Quindi due sono i vostri pilastri: inclusione e cambiamento. Ci spiegate come di fatto li concretizzate con le vostre attività?

La Scugnizzeria è uno spazio sempre aperto. La mattina trovate attiva la casa editrice, la Marotta e Cafiero editori, dove lavorano cinque persone e dove si producono e traducono libri provenienti da tutto il mondo, in particolare da Africa, Est Europa e Sud America. Ed è attiva anche la libreria dove i ragazzi possono venire a comprare i libri e altro materiale di cartoleria. Il pomeriggio ci sono i corsi di recitazione, i corsi di cinema e c’è la radio. Quindi, i nostri pilatri sono sicuramente inclusione e cambiamento ma direi di più. Più un senso di comunità. Questo è quello che noi facciamo. Uno spazio a disposizione del territorio. Seneca disse “non esiste la fortuna. Esiste il talento che incontra l’opportunità”. E noi crediamo molto in questa frase.

In questo spazio fate una miriade di cose: cinema, presentazioni di libri, audiolibri, restauro di volumi, il laboratorio Welby. Come stanno andando e che risposta avete dalla comunità del quartiere?

La risposta del quartiere è meravigliosa. Noi siamo stra felici di questa risposta di quartiere. Non ce l’aspettavamo. Perché oggi ci sono più di ottanta ragazzi che frequentano lezioni, la libreria, i nostri corsi. Poi ci sono le persone che non solo acquistano libri ma prendono i “libri sospesi”, c’è una bella reazione anche simbolica. Una scuola del territorio ha nominato “La Scugnizzeria” monumento del territorio. È esattamente questo che volevamo. Rendere un posto vivo riconosciuto dalla popolazione.

Il rapporto con il quartiere come è ora? È mutato nel tempo?

Beh, all’inizio eravamo dei ragazzini. Molti ci dicevano “ma dove andate? Cosa fate?  Volete fare gli editori? Volete fare gli artisti?”  Non ci credevano. Non ci credevano nemmeno i nostri genitori. Oggi abbiamo dimostrato che pubblichiamo oltre 120 libri a Scampia, facciamo tour teatrali in tutta Italia. Abbiamo pubblicato un premio Nobel per la Letteratura. Mia moglie ha appena vinto un premio molto importante, come un Nastro d’Argento, con un suo cortometraggio realizzato con gli scugnizzi. È cambiato perché attraverso i risultati ottenuti, la gente ci apprezza. Soprattutto il fatto che non partecipiamo a bandi pubblici ma facciamo tutto grazie agli introiti della nostra attività, ha fatto la differenza.

Visite istituzionali, recensioni e recentemente anche El País vi ha intervistato. Come vi sentite ad avere un ritorno così entusiasta?

Abbiamo una bella cassa di risonanza che abbiamo costruito nel tempo. Sono arrivati qui anche Boldrini, Casellati, Franceschini e siamo contenti. I politici non mentono e non tolgono.  Ma sono dei grandi megafoni che danno lustro al nostro progetto, lo fanno conoscere a più persone. E quindi siamo contenti di come sta andando la cosa. Crediamo che la stampa, la politica e le istituzioni possono fare questo per noi: ampliare, soprattutto amplificare, il nostro progetto.

Come spazio culturale che riforme sperate di vedere presto all’orizzonte?

Che riforme? Speriamo ci possa essere una riforma degli assistenti sociale. Qua vediamo ragazzini che arrivano in situazioni disperate e la forza dei nostri assistenti sociali è bassissima. Il numero di assistenti sociali è basso, in un quartiere come quello Scampia e in un’area come Melito. Speriamo ci siano più risorse. Ma anche si cambi proprio il modo di pensare non dell’assistenzialismo ma del recupero di questi ragazzi. Spesso lo Stato arriva a condannarli e invece doveva arrivare dieci anni prima quando questi ragazzi ne avevano veramente bisogno.

Ci consigliate due libri e direi anche due film da vedere?

Due libri che abbiamo da poco editato: La porta sul mare del senegalese Joseph N'Diaye, che racconta la tratta e la schiavitù, e l’ultimo libro che abbiamo pubblicato Karl Marx Show del premio Juan Goytisolo che affronta il tema del comunismo e della vita di Karl Marx come una grande soap opera. Come film, il nostro cortometraggio, Sufficiente e il film Gelsomina Verde, dedicato appunto alla vittima innocente di camorra.

 
 
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