In Anteprima il nuovo brano "Una Luce" di Nicola Lotto feat. Edda

Un brano introspettivo e un'intervista che svelerà la sua genesi

16 Settembre 2020

Parlare tramite musica del proprio Io e del mondo che ci circonda, usare una penna e la propria empatia per tradurlo in parole e note non è per niente facile. Spesso i testi sono criptici e la composizione trattiene l'energia scaturita dall'aver vissuto.

Ma non è il caso di Nicola Lotto, cantautore padovano (già nei nostri studi radiofonici lo scorso gennaio), che con il nuovo brano "Una Luce" prende le distanze da una certa scrittura ampollosa e ci immerge nel suo feeling con il mondo esterno, una riflessione lungo la strada di luci e ombre che tutti dobbiamo percorrere. Diventa una canzone sciolta, al contempo sostanziosa e significativa, la cui melodia accompagna le parole come un buon compagno di viaggio il pellegrino sulla via del cammino.

Il feat. di un nome importante del rock italiano quale Edda non fa altro che dare risalto al tutto e per come è stato congeniato nell'economia del brano appare quasi la voce-richiamo che spinge il viandante a proseguire il viaggio, di sguardo e di passo dopo passo.



La canzone esce per VREC Music Label


Quale migliore occasione, quindi, per intervistare Nicola e chiedere come è nato questo brano.. buona lettura!


1) Come è nato questo brano dalla forte connotazione personale, il quale (secondo mia modesta lettura) vede un passato scuro e la possibilità di un futuro maggiormente luminoso?

«Il brano nasce da una scintilla, generata dall'ascolto dell'ultimo album di Paolo Benvegnù. C'è una canzone in cui lui dice 'il silenzio è la verità'. Dopo aver sentito quel verso ho scritto il testo. Ci sono state almeno 5 versioni, tutte rivedute, corrette e modificate. Anche musicalmente la versione definitiva è arrivata dopo molti cambi di tonalità e di ritmica. L'idea del fraseggio di pianoforte, che dialoga con l'arpeggio di chitarra è una delle ultime arrivate ed è forse la cosa che mi emoziona maggiormente. È suonato da Andrea Liuzza, cui devo la produzione artistica della canzone. Sì tratta di un brano chiaramente introspettivo dove si cerca di indagare quanto avviene nel profondo, nel nostro buio interiore, che nulla ha a che fare con il concetto di fine. È un spazio quasi mistico, fatto di simboli da interpretare, dove vivono tutte le inquietudini e in embrione tutte le gioie. C'è una chiara volontà di seguire, laggiù, una luce salvifica, pura e semplice. È la nostra poesia.»


2) Cosa ha ispirato la frase "sul limitare della notte ne ho visti molti andare lontano"?

«Nulla in particolare, è un'immagine. il testo è spesso composto da immagini tradotte in parola. In questo caso vedevo una frotta di persone dirigersi festanti verso un luogo x. E sentivo che invece io dovevo restare lì. Ad abitare la notte, sul suo limitare ad aspettarla, non a fuggirla. Credo significhi la volontà di scappare dai luoghi comuni che una certa cultura di massa impone. Credo sia un tentativo di difesa dal caos superficiale di certe 'dinamiche d'esistenza'. Sicuramente non una rinuncia al mondo, anzi la necessità di viverlo in maniera differente. In quel punto avviene musicalmente un passaggio di tonalità da minore a maggiore che è molto importante e che nella mia testa rappresenta un'apertura, un orizzonte luminoso.»


3) Quale valore aggiunto ha apportato Edda al brano?

«Edda ha sentito il brano, gli è piaciuto molto e ha cantato una parte del tutto inaspettata che ha cambiato le sorti della canzone. Lui sembra rispondere, fare coro, a delle domande che io pongo. Questa canzone è giocata nel luogo del sogno, è una specie di dialogo allo specchio e lui si è posizionato dall'altra parte dello specchio. È sorprendente l'abbia capita e interpretata senza ricevere indicazioni di sorta. È il segno di una sensibilità accesa. Io stesso ho capito molto della canzone solo dopo aver sentito la sua parte. Per me è così, le canzoni che scrivo dicono di me più di quanto io conosca. Arrivano lì e svelano, ti spogliano. Per cui il contributo di Edda è fondamentale, oltre ad aver arricchito il brano aggiungendo una timbrica vocale opposta alla mia, l'ha davvero colorato costruendo un senso in più. E io gliene sono molto grato.»

 
 

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La foto della copertina del singolo è a cura di Marco Olivotto

 
 
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