Diario di bordo - day 5

Di Elia Lacchin Giangaspero

13 Settembre 2020

12 settembre 2020.

Sorge il sole sull'ultimo giorno del Venice Climate Camp.
Marghera si sveglia al suono di una cassa portatile proveniente dalla zona bar.
Il meeting pensato per l'ultimo giorno ha lo scopo ambizioso e complesso di tirare le fila non solo di quello che è stato questo campeggio ma anche di quello che è il momento storico che stiamo vivendo.
Entriamo alle 10 usciamo alle 17.
Scopri che se il contenuto è interessante l'attenzione sa resistere.
Interventi si danno la staffetta per un pubblico d'orecchie tese.
Una dopo l'altra le soggettività che da Taranto a Venezia costellano l'Italia, prendono voce per confermare e affermare la volontà di creare un soggetto politico unitario che sia il risolutato dell'intersezione tra tutte quelle realtà di movimento che da anni portano avanti ciascuna sui propri territori, una lotta che anche se locale, assume ora più che mai connotazione globale.
Di fronte al regime ecologico che è il capitalismo, dopo il fallimento del Green new deal, passando per la contraddizione che vede la pandemia come  parte del quadro inserito nella cornice della crisi climatica qualcuno direbbe rivoluzione e barbarie.
Sembrano complesse 6 ore di tenuta per una plenaria, sembrano ostici gli argomenti, ma la realtà delle cose è che il filo del discorso risulta chiaro a tutt*.
Oltre alle realtà italiane presenti, attiviste e attivisti europei dalla Germania all'Olanda portano il loro contributo a nome di movimenti quali ende galende o shell must fall.
Sappiamo che la sfida per la giustizia climatica ci parla anche di giustizia sociale, che l'una e l'altra non rappresentano una dicotomia bensì una comunione d'intenti, assumiamo la necessità di segnalare i colpevoli, la scelta d'affiancare alla teoria la pratica.
Sorge il sole sull'ultimo giorno del Venice Climate Camp, da lontano suona la musica di black life matters, il nuovo network RISE UP FOR CLIMATE JUSTICE prende forma oggi, ci pone determinati e coesi di fronte all'agenda politica di quest'anno.
Il nome di Eni viene fatto varie volte, la stessa Eni della Campagna Delta del Niger sarà quella impegnata nella formazione sulla crisi climatica all'interno delle scuole, sappiamo bene che non saranno i colpevoli a porre rimedio.
Assumiamo la lotta al capitalismo come lotta diretta a soggetti specifici, assumiamo la teoria come fondante per la pratica,  per questo dopo 6 ore di meeting si va a sanzionare la bioraffineria di Eni, che a pochi kilometri prende piede nel polo industriale di marghera.
La seconda edizione del Venice Climate Camp è appena volta al termine, compagne e compagni dai più disparati segmenti d'Italia preparano lo zaino per tornare ai propri territori, in tasca un promemoria che parla di cura e conflitto, nel cuore la certezza che questa rabbia degna oggi  abbia sancito l'inizio di un percorso nuovo.
Dal fronte olandese qualcuno :"I heard that Eni must fall".
Rise up for climate justice. 

 
 

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