Venice Climate Camp - day 4

Radio Sherwood on Camp!

12 Settembre 2020

Undici settembre 2020.

Una data importante che rimanda ad una storia recente e terribile. Oggi, quasi vent’anni dopo, siamo a Marghera (VE) per il quarto giorno del Venice Climate Camp, seconda edizione.

È una giornata pregna di cose, soprattutto di parole, analisi, dibattiti e scambi di riflessioni. In primis, vi è il momento di approfondimento su crisi climatica, resistenza ambientale e transizione ecologica, dove ampio spazio è dedicato ai comitati territoriali che, con una scorta di esperienza notevole alle spalle, hanno condannato strenuamente lo stato di cose attuale ma, al contempo, hanno promosso uno spazio creativo alternativo.

Il pranzo, momento per eccellenza più aggregativo, si rivela nuovamente un’occasione per presentarsi con chi ha attraversato l’intero Stivale od un po’ di Nord-Europa per essere qui.

Riccardo gioca a risico con Sarah di Monaco, non c’è – alla fine – tanto bisogno di loquacità quando si gioca a far la guerra. Passo di lì, incuriosita dal gruppo riunitosi attorno ad un gioco di società, ed esclamo: “Ragazzi, avete preso Stalingrado?”, le ragazze tedesche mi guardano come se le stessi accusando, il ragazzo italiano – sorridendo – spiega cosa ho detto, e così mi indicano dei carrarmati di plastica minuscoli che occupano quell’area geografica di cartone.

Bobo viene dalla Puglia, mi ricorda un episodio (G7 del 1994) e vari aneddoti correlati, poi inspiegabilmente parliamo di cucina regionale, sino a congedarci col sorriso per quella naturalezza dimostrata con degli sconosciuti.

Capita spesso qui di cominciare a conversare con chi non hai mai visto, il legame che si tesse in queste occasioni, d’altronde, si irrobustisce ora dopo ora, giorno dopo giorno, attraverso le tematiche trattate, che ci legano indissolubilmente. Il conflitto è cemento che sedimenta ogni mattone.

Il pomeriggio, di certo, non le manda a dire.

Inizia l’assemblea convocata da ADL Cobas sul reddito. Gli interventi si accumulano senza sosta, la voglia di parlare e al contempo di ascoltare è alle stelle, tanto che, al termine, sembra proprio che non siano trascorse quasi quattro ore di dibattito.

Impugnano il microfono precari della scuola, lavoratori della logistica, i lavoratori Alì s.p.a. alla quale stanno negando il diritto di sciopero e finanche di assemblea.

La rivendicazione del reddito universale per tutti e tutte invigorisce la prospettiva, viene applaudita in lungo ed in largo, e diviene la strada maestra che fa confluire diverse categorie di lavoratori e non lavoratori sul medesimo percorso di lotta.

È il momento giornaliero dedicato alla nostra Radio, megafono di movimento ma anche occasione per staccare il cervello e dedicarsi, su un gradevole momento musicale – tra un’intervista e l’altra, ad un aperitivo organizzato dal Collettivo Transfemminista.

Il sole tramonta con velocità e, con pochissime avvisaglie, scende la sera sul piazzale Carlo Giuliani del Cso Rivolta, è tempo di cena, tra piatti supercolorati e genuini della cucina vegana organizzata al camp.

Dopo scambi di battute ilari e conoscenze con alcuni ragazzi tedeschi – come loro solito scalzi! – riprendo i due zaini ed il pc e supero le transenne dell’uscita.

A domani, ultima giornata (finalmente o purtroppo!).

 
 

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