La medicazione delle ferite

Alessandra Novaga | I Should Have Been A Gardener - Die Schachtel

18 Agosto 2020

Ricordi disseminati lungo i solchi di una memoria che tenta di rifiorire ma il più delle volte semplicemente riaffiora portando a galla frammenti di visioni. 
Il mese di Maggio di un anno velato dal tempo, PetrIl’Ic Tchaikovsky e la sua sinfonia "Do Leoni", gli stessi che popolano le statue nei dintorni dell'hotel nel quale aveva iniziato a scriverla, il Londra Palace in Riva degli Schiavoni a Venezia. John Zorn e Iosif Brodskij che giocano con dei palloncini colorati, sospesi sull'elettricità di note dissonanti. Le dita di una musicista che sapienti le riproducono e le sue intenzioni colorate quanto quei palloncini fatti esplodere dai due improbabili compagni di gioco: voglio iniziare ad occuparmi di giardinaggio. Con questa frase pronunciata alla fine della live performance tenuta al Londra Palace, Alessandra Novaga si è congedata dal mio malconcio ricordare lasciando però delle tracce visibili e soprattutto udibili. (Alessandra Novaga: Il salotto improvvisato)
Non ho mai smesso di seguirle e grazie a loro mi sono ritrovato a Dungeness, nel Kent, a due passi dalla Manica. Il mio sguardo che vaga tra le assi di un cottage e il terreno arido dal quale, quasi per miracolo, sbocciano piante e fiori, gli stessi che Alessandra ha iniziato ad amare due anni or sono e dai quali non si è più allontanata. Gli stessi fiori e le medesime piante amorevolmente coltivati con amore da Derek Jarman a cui la musicista ha dedicato il suo ultimo intenso e intimo lavoro.

Vecchio stolto faccendiere, sole dissennato,
perché così,
attraverso vetri e tende vieni a visitarci?
Le stagioni degli amanti devono volgere
ai tuoi movimenti?
Sfacciato dannatissimo pedante, va a strapazzare
gli scolari in ritardo, i garzoni inveleniti,
va a dire ai cacciatori: il Re vuole cavalcare,
chiama le formiche dei campi alle fatiche del raccolto,
immutabile l'amore non conosce climi e stagioni,
non giorni, mesi, e ore, del tempo solo i brandelli.

Perché pensi che i tuoi raggi
siano tanto potenti e venerandi?
Con un battito di ciglia potrei eclissarli,
obnubilarli, se non che non vorrei
non vedere lei tanto a lungo.
Se i suoi occhi non hanno accecato i tuoi,
guarda, e domani quando è tardi dimmi
se le Indie delle spezie e delle miniere
sono dove le lasciasti, o sono qui da me.
Chiedi dei Re che hai visto ieri,
ti sarà detto, che giacciono tutti qui in un letto.

Lei è tutti gli stati, io sono tutti i principi,
nient'altro esiste.
A paragone i principi non recitano che la nostra parte,
ogni onore è mimica, ogni ricchezza è alchimia.
Tu sei felice, oh sole, molto meno di noi,
in cui il mondo si è così contratto;
la tua età richiede agi, il tuo compito
è di scaldare il mondo - scaldaci, ed è fatto.
Splendi su noi e sarai dovunque,
questo letto è il tuo centro, queste pareti la tua sfera.

Questa poesia di John Donne è scritta sulla parete del Prospect Cottage di Jarman, un luogo nel quale il regista ha trascorso l'ultimo periodo della sua vita, medicando le sue ferite con i colori delle piante e dei fiori che crescevano nel giardino, un luogo di rievocazione che ha permesso ad Alessandra di regalarci questa ennesima ed intensa prova d'autore dopo l'altra notevole uscita discografica dedicata anch'essa ad un regista, Fassbinder Wunderkammer del 2017 su Setola di Maiale.

Entriamo in punta di piedi nel racconto della musicista, lo facciamo seguendo il rumore dei passi sul ciottolato che contraddistingue la conformazione del terreno di quella strana e desertica landa inglese affacciata sul mare. Lo facciamo immergendoci nel rispettoso sussurro di un suono intimo, colmo di malinconia e altrettanta serenità. Nessun sobbalzo o disarmonia  legati all'apparente indisciplinata partitura contemporanea, ciò che si dipana lungo le cinque tracce composte dalla Novaga, è un fitto scambio di pensieri e emozioni, talmente ben disegnati da risultare vivi, capaci di un respiro che giunge dalle profondità dell'animo. Una sommessa elegia che lentamente si espande con la dolcezza e la morbidezza della seta, coprendo le ansie e riscaldando il cuore da troppo tempo abituato al battito fuori controllo.

Con l'immensa capacità descrittiva del suono, disegnare il giardino del nostro ascolto e farvi crescere le più belle emozioni mai sentite. Alessandra Novaga è riuscita a farlo.


https://www.alessandranovaga.com/
https://www.facebook.com/alessandra.novaga
https://dieschachtelrecords.bandcamp.com/album/i-should-have-been-a-gardener


 
 

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