Road Music

una vecchia cassetta, una compagna di viaggio

13 Agosto 2020

In questa strana estate influenzata dal contagio la rinuncia al viaggio è una scelta dovuta e “responsabile”. La vacanza ti viene consigliata, quasi sponsorizzata, entro i confini nazionali, per dare fiato all’economia turistica, ma il viaggio no.
A meno che per viaggio non s’intenda l’ultimo maquillage del turismo organizzato: in canoa sul torrente, l’escursione nel bosco rimasto immacolato, il pranzo su un rifugio d’alta montagna… un bel pacchetto a prezzo fisso, gadget compresi e diventiamo tutti viaggiatori. Fra trekking e rafting, proposte fatte apposta per consentire anche allo yuppie più sedentario e obeso di abbandonarsi part-time al selvaggio e all’immaginaria fuga dalla civiltà.
Insomma il viaggio per questa estate al massimo può promettere avventure “emozionanti” ma prive di rischio e di fatica: una bella vacanza insomma. Ma tutto questo nasconde dietro di sé la negazione stessa del viaggio perché, da che mondo è mondo, il viaggio è sempre stato esplorazione, scoperta, crescita, proiezione di sé nell’ignoto.
Sia chiaro non sono uno che ama il rischio, tutt’altro, però quando mi presentano questo genere di viaggio come “gita spericolata” penso alla cerimonia funebre di ogni possibile stupore. Niente in cui disorientarsi ma solo percorsi prefissati, nessun tempo in cui perdersi ma solo orari prestabiliti. L’approdo non può che essere che uno: la rassicurante riconferma dell’identità del viaggiatore in qualunque spazio o luogo venga proiettato.
In questa torrida estate allora meglio andare altrove attraverso le musiche che ho sempre legato ai miei viaggi, vicini o lontani che fossero, la mia “road music”. Quella che risuonava nel mangianastri della mia sgangherata Renault 4 o dell’auto presa in affitto in qualche luogo del pianeta facendo d'improvviso diventare la strada qualcosa di più di una striscia d’asfalto o di un sentiero sterrato e trasformava il percorso in una via di fuga dal già conosciuto.
Oggi ho ritrovato una di quelle vecchie cassette etichettata: "Road music - Slow-core e Paisley Underground". Aspettando tempi migliori riascolto quel nastro d’altri tempi e rivivo quel bel viaggiare, uno di quei “trip” con il suono giusto nell’autoradio.

 
 

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