Norseman: risate in salsa Vichinga

Una serie agile e veloce per un fine settimana lungo

5 Agosto 2020

In quel mondo meraviglioso che è la televisione moderna capita di guardare qualcosa di bello anzi bellissimo di cui nessuno ha voglia di parlarti. Eccoci qui a rimediare.
A luglio è uscita la terza stagione di Norseman, una serie originale Netflix prodotta in Norvegia dalla NRK (la tv di stato); da un’idea di Jon Iver Helgaker e Jonas Torgersen, che curano anche la regia, in originale si chiama Vikingane tradotto vichinghi, tre stagioni da 6 episodi di una mezz’ora circa, una serie agile e veloce da sciropparsi in un fine settimana lungo.

Il titolo lascia intuire di cosa parliamo: in un piccolo villaggio chiamato Norheim, nella Norvegia del 790 circa, un manipolo di strani e valorosi guerrieri norreni attraversa i mari e saccheggia le coste. In un universo parossistico, un incrocio tra Mel Brooks e Vikings, un medioevo conscio di essere i secoli bui e della modernità futura, seguiamo i giri della ruota del destino di questi intrepidi personaggi.
Troviamo il valoroso e forte capovillaggio Olav (Henrik Mestad), più un mediatore, un dirigente che uno Jarl, sua moglie Hildur (Marian Saastad Ottesen) una rappresentazione delle casalinghe depresse ed annoiate dell’epoca, Orm (Kåre Conradi) il fratello con ambizioni sul trono infido ed afflitto da un serio problema d’identità di genere ed orientamento sessuale, Frøya ( Silje Torp) valorosa valchiria che deve riaffermare il proprio girl power costantemente, Arvid (Nils Jørgen Kaalstad) fedele gregario, forte guerriero che ambisce ad una moglie e a diventare un uomo maturo, Rufus (Trond Fausa Aurvåg) uno schiavo che arriva dalla Roma bizantina, attore consumato di teatro dalle ambizioni smodate. A seguire schiavi, saggi, guerrieri spietati, contadini, maghi, draghi ed indovini, insomma tutto quello che il medioevo televisivo può offrire.

La prima stagione nel silenzio mediatico è stata un successone almeno nei paesi di lingua anglofona e naturalmente in Norvegia, per pura curiosità: la prima puntata ha registrato un milione di spettatori nel paese scandinavo, che ha una popolazione di 5 milioni d’abitanti. Da noi è passata un po' sotto silenzio, ma siamo qui per rimediare.
Venendo a questa terza stagione, abbiamo un bell'esempio del modo di concepire la commedia oggi, cosi di botto e senza senso la terza stagione è in realtà la stagione zero; in pratica si è scelto di narrare non il sequel ma il prequel, scelta fresca, curiosa e divertente, permette di recuperare e approfondire il vissuto dei personaggi già visti, permette di iniziare la serie dalla terza stagione ed andare all’indietro, con una narrazione più da fumetto che da sit-com classica. Il tutto è sempre e comunque condito dagli ammazzamenti sanguinolenti e dagli ammiccamenti sessuali che non possono mancare nell’epoca vichinga.

Come nei romanzi di GRR Martin nella saga del trono di spade non vi sono buoni o cattivi, tutto bianco e tutto nero, il mondo è grigio, fatto di interessi personali e di motivazioni piccole, quasi squallide; la violenza parodistica e le sue conseguenze, le slealtà, i tradimenti, i sacrifici sono il modo in cui le vicende dei personaggi nell'era vichinga riflettono le storie dei nostri tempi con tutte le sue contradizioni.
Norseman: Sangue e Risate, Violenza ed Amore.

 
 
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